Non è ancora chiaro, mentre scriviamo, in che termini il presidente della Repubblica esercitera’ le funzioni assegnategli dalla Costituzione rispetto alla designazione del presidente del Consiglio ed alla nomina dei ministri. Certo é che tutta la vicenda si è fin qui svolta in maniera irrituale e nel sostanziale aggiramento delle previsioni costituzionali. Un contratto di natura privatistica sottoscritto da due leader di partiti politici che prevede perfino il foro di risoluzione delle controversie, un premier terzo che dovrebbe porsi come esecutore del previsioni del contratto.
Sta nascendo sotto i nostri occhi – e senza che nessuno l’abbia deciso in Parlamento- una democrazia diversa da quella sancita dalla Costituzione? È questo il nodo politico decisivo, assai più dei contenuti del contratto. Chi ha letto le oltre 50 pagine del testo, ha notato che la stranezza consiste nel dettaglio estremo di una serie di punti e nella genericità di altri. Quasi che i contraenti volessero tenersi le mani libere nella concreta azione di governo.
Quanto ai contenuti, poco da aggiungere a ciò che ieri il presidente emerito della Corte Costituzionale Gustavo Zagrebelsky ha dichiarato a Repubblica con colpevole ritardo, dopo essere stato uno dei teorici dell’iperparlamentarismo e delle nuove forme di democrazia non delegata. È tardi per indignarsi del fatto che si promettono asili nido gratuiti solo alle famiglie italiane o dello spostamento di risorse dall’accoglienza al rimpatrio.
Si è fatto un lavoro capillare di smantellamento del sistema politico e di quel che restava dei partiti- che ci hanno messo del proprio nel farsi del male, specialmente il PD- e questo è il risultato. Forse sarebbe anche il caso di ripensare – fermi restando gli errori tragici di Renzi e la scarsa qualità della riforma proposta – il significato politico di medio periodo della vittoria del no il 4 dicembre del 2016.
l terzo vertice del triangolo che avrebbe dovuto aggredire e distruggere l’Unione Europea , dopo la vittoria di Trump nelle elezioni statunitensi e la Brexit, ora si realizza: il terzo paese europeo è governato da una coalizione populista che guarda al patto di Visegrad ed alla Russia in politica internazionale, mentre in politica interna le misure previste appaiono in intimo conflitto tra di loro; per esempio la flat tax che da più soldi ai più ricchi ed il reddito di cittadinanza che viene proposto come unica risposta ai drammatici problemi del Sud per il quale è stato aggiunto in extremis un capitoletto che non dice praticamente nulla.
Salvini intima il silenzio al popolare tedesco Weber, ma non si alza alcuna voce a protestare contro le parole del capo dell’estrema destra francese Marine Le Pen. Anche questo è l’Italia di oggi. Mai come in questo momento ci auguriamo che il Colle sia ben presidiato