Migranti, il contratto spacca M5S a Palermo, Gilarda contro Forello

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Le politiche sull’immigrazione spaccano il M5s al Consiglio comunale di Palermo. Da un lato il candidato  sindaco pentastellato alle scorse amministrative, Ugo Forello,  dall’altra l’ex poliziotto e suo sfidante alle primarie, Igor Gelarda. A innescare la miccia è stato l’hotspot che il Governo nazionale  vorrebbe costruire allo Zen di Palermo. Una struttura osteggiata da  entrambi, divisi, però, sulle politiche da adottare per fronteggiare  il fenomeno migratorio. “La tutela dei diritti umani per noi viene  prima di tutto – aveva detto nei giorni scorsi Ugo Forello, capogruppo del M5S al Comune di Palermo – Per questo non crediamo che l’hotspot  sia lo strumento adatto per accogliere e aiutare i migranti. Palermo  non ha bisogno di luoghi in cui vengono violati i diritti fondamentali e che offrono poche garanzie a chi vi è ospitato”.

Una posizione condivisa da altri quattro consiglieri comunali  pentastellati: Giulia Argiroffi, Concetta Amella, Viviana Lo Monaco e  Antonino Randazzo. Ma non da Gelarda, che adesso attacca: “Apprendo  con stupore e mio malgrado, che sull’immigrazione la posizione del  gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle di Palermo è diversa rispetto a quella del Movimento nazionale. Lascerei al nuovo governo, che  sembra avere le idee ben chiare su come affrontare la vicenda  immigrazione, stabilire di cosa ha bisogno la nostra nazione in tema  di politica dell’accoglienza”.

Il pentastellato, insomma, pur  ribadendo il suo no all’apertura di un hotspot a Palermo, sottolinea  la “chiara volontà” del nuovo governo targato M5s-Lega di “dare una  stretta al fenomeno migratorio, con una vera politica di rimpatri e  una valutazione delle domande di protezione direttamente nei Paesi di  origine o di transito”.

“Mi sono solo limitato a riprendere il nuovo contratto  di governo tra la Lega ed il Movimento 5 Stelle – puntualizza Gelarda  -. Dopo avere scoperto che il mio gruppo consiliare prende le distanze da me, le possibilità che si prospettano sono due: o gli altri cinque  consiglieri del gruppo di Palermo fanno parte di quel 6 per cento che  sul blog delle stelle ha votato contro il contratto, ma anche se  fossero contro lo devono accettare perché votato dalla maggioranza;  oppure i miei colleghi consiglieri non hanno avuto ancora modo e tempo di leggere il documento sottoscritto da colui che sta rappresentando,  in maniera esemplare, il nostro Movimento, cioè Luigi Di Maio. Ragione per cui, se gli altri cinque consiglieri del Movimento non si sentono  più rappresentati dal Movimento, mi domando perché mai continuino a  starci dentro”.

“Da questo momento in poi – conclude -, non intendo più tollerare  all’interno del gruppo consiliare del Movimento cose che siano in  contrasto, anche se minimamente, con l’attività che ci viene richiesta da pentastellati. Adesso informerò anche il nazionale di quanto  avvenuto e sono certo che qualcosa si muoverà, nell’interesse e nel  bene del Movimento palermitano e della stessa Palermo”.

(Loc/AdnKronos)

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