“Non serve soffermarsi sui tanti perche’, sugli inquietanti scenari emersi dalle indagini parlamentari, sulle inchieste giudiziarie conclusesi senza colpevoli, sulla dilatazione della spesa pubblica, sull’inefficienza dei controlli. Se dopo 50 anni i sindaci del Belice sono ancora costretti ad appellarsi allo Stato per sollecitare le risorse finanziarie promesse e mai erogate, mentre al Nord, nel Friuli, la ricostruzione e’ capitolo chiuso, vuol dire che l’intervento pubblico e’ stato un parziale fallimento”. Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, partecipando nell’auditorium “Giacomo Leggio” di Partanna (Trapani) alle celebrazioni per il 50esimo anniversario del terremoto che sconvolse la Valle del Belice alla presenza del capo dello Stato Sergio Mattarella.
“In Sicilia, almeno la meta’ delle infrastrutture pubbliche non sarebbe resistente alle sollecitazioni di un terremoto – ha aggiunto il Governatore -. In questi anni e’ mancato investire in sicurezza, e’ parsa una scelta marginale. Ma lo Stato, e lo testimonia la presenza del presidente Mattarella, c’e’ sempre. E anche da parte della Regione, assicuro, nulla sara’ lasciato di intentato nel rapporto con il Governo centrale per arrivare al completamento della ricostruzione e al rilancio socio-economico di cui questa terra necessita”
“I nemici dei siciliani – ha sottolineato Musumeci – sono da sempre lo scetticismo e la rassegnazione, abbiamo il dovere di neutralizzare questi diffusi sentimenti, ce lo impone il nostro impegno pubblico, sempre improntato al bene comune. Coraggio e determinazione da parte di tutti, ognuno col proprio ruolo, per rialzarci e andare avanti, con la fede e con la speranza”.
“Cinquanta anni fa avvertimmo un senso di impotenza, una sensazione netta e disarmante che il terremoto non era piu’ un titolo di giornale, la morte era entrata nelle nostre case, avevamo ormai la percezione che nessuno di noi poteva piu’ dirsi al sicuro. Mezzo secolo dopo abbiamo il dovere di ricordare una tragedia entrata a far parte della memoria collettiva degli italiani, abbiamo il dovere non solo per rendere omaggio alle vittime ma per tentare un bilancio, comprendere le ragioni di alcuni scelte sbagliate o almeno discutibili. L’opera di ricostruzione e’ iniziata tardi e male, nel 1978, dieci anni dopo il sisma, l’allora presidente della Regione, Pier Santi Mattarella, denunciava davanti all’Assemblea regionale il colpevole ritardo”. Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, partecipando nell’auditorium “Giacomo Leggio” di Partanna (Trapani) alle celebrazioni per il 50esimo anniversario del terremoto che sconvolse la Valle del Belice alla presenza del capo dello Stato Sergio Mattarella.
“E’ sempre triste dover parlare nella commemorazione degli eventi, specie quando la forza della natura devasta territori e miete centinaia di vittime sconvolgendo decine di comunita’ – ha aggiunto Musumeci -. Significa riaccendere in molti tra voi emozioni e commozioni, sentimenti di dolore provati e vissuti in quelle tragiche notti. Riaffiorano oggi nella mia mente le sensazioni che provai allora, da studente di terza media, quando nell’altra parte dell’Isola la tv ci consegnava le prime immagini di paesi ridotti in macerie, del pianto dei sopravvissuti, dei generosi soccorritori che scavavano nel fango”.(ITALPRESS)