Camastra, sigilli a discarica con rifiuti “pericolosi”. Sequestro per equivalente di oltre 2 milioni di euro

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ll Nucleo Operativo Ecologico dei  Carabinieri, in collaborazione con personale della Guardia di Finanza  Nucleo Polizia Tributaria di Agrigento, ha eseguito il sequestro  preventivo di tutti i beni aziendali dell’impresa ”A&G s.r.l.”, con  sede a Camastra, avente in gestione la locale discarica, nonché il  sequestro per equivalente della somma di euro 2.064.288,27 euro,  inclusi contanti, beni immobili, quote societarie e di altro tipo. I  beni sequestrati sono nella disponibilità degli indagati Donato  D’Angelo, Salvatore Alaimo, Calogero Alaimo, Alfonso Bruno e Pasquale  Di Silvestro. Contestualmente, sono state eseguite perquisizioni  locali e domiciliari nei confronti dei 7 principali indagati.        La complessa indagine, diretta dalla Procura di Palermo- Direzione  Distrettuale Antimafia, guidata da Francesco Lo Voi, avviata nel mese  di marzo 2014, ha consentito di “delineare il modus operandi di un  sodalizio criminale responsabile del reato di traffico illecito di  rifiuti, di numerosi reati ambientali nonché dell’illecito  configurante la responsabilità ”amministrativa” della società”. In  particolare, le investigazioni, svolte anche attraverso attività di  intercettazione, hanno dimostrato come “la pratica fraudolenta di  declassificazione dei rifiuti costituisse il vero e proprio oggetto  sociale perseguito stabilmente dall’impresa di servizi ambientali, con la finalità di ricevere e illecitamente smaltire abusivamente nella  discarica ubicata in Camastra rifiuti speciali pericolosi –  provenienti praticamente dall’intero territorio nazionale –  artatamente ”declassificati” come non pericolosi”.

Questa operazione è stata possibile “avvalendosi di un
laboratorio chimico compiacente ubicato in Catania in grado di
manipolare i risultati delle analisi dei campioni di rifiuto con
evidenti danni permanenti cagionati oltre che al territorio ed
all’ambiente, al servizio pubblico essenziale rappresentato dallo
smaltimento dei rifiuti, pericolosi e non, nella provincia
agrigentina”, dicono gli inquirenti.

L’illecito profitto di questa attività è stato quantificato in
2.064.288,27 euro nel solo periodo oggetto della indagine. L’inchiestaè coordinata dai pm Geri Ferrara e Gualtieri.

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