
E’ stato un martedi 17 importante per la consultazione elettorale regionale di novembre: Maria Pia Loiacono, democristiana verace e liberale, e Franco Busalacchi, per il Nuovi vespri, hanno illustrato i loro programmi, seguendo di poche ore Roberto La Rosa, indipendentista di Siciliani Liberi. Leoluca Orlando ha assunto l’iniziativa di riunire le componenti dell’alleanza che gli ha fatto riconquistare Palazzo delle Aquile, affidando a Rino La Placa, ex DC e collaboratore di Piersanti Mattarella, al pari di Orlando, il coordinamento del “modello Palermo”. L’assemblea regionale dei Centristi per l’Europa ha lanciato “con un bagno di folla”, la candidatura di Gianpiero D’Alia, e Giovanni La Via ha mostrato i muscoli, nel nostro monitoraggio delle intenzioni di voto, con una poderosa manifestazione di forza.
In Sicilia Futura spunta la candidatura di Michele Cimino, deputato regionale e portavoce del partito, che non era messa nel conto, per iniziativa dei fan agrigentini (il partito has partecipato al summit di Orlando e non ha ufficializzato alcuna candidatura).
Un passo avanti tra le mille difficoltà lo fa il centrodestra.Nella mattinata di mercoledì dal conclave azzurro è uscito il nome di Barbara Cittadini,e presidente Aiop Sicilia e moglie del deputato di Alternativa Popolare e Nuovo Centro Destra, Dore Misuraca. E già da giorni Gianfranco Miccichè si era dato un gran da fare per cercare una compattezza nella possibile coalizione del centrodestra, impaludato da veti incrociati interni e, soprattutto, da una ribellione di quadri dirigenti, che gli chiedono di non “tradire” Forza Italia o, in subordine, le espressioni del centro destra non “colluse” con il governo Crocetta. Una levata di scudi che ha un bersaglio preciso, Angelino Alfano, e il suo candidato, Giovanni La Via, ed esprime un consenso, seppure a malincuore, per Nello Musumeci.Ora il problema sarà persuadere Nello Musumeci a fare l’ennesimo passo indietro.
Il quadro si è fatto, comunque più chiaro, anche se manca ancora il nome del candidato di centro sinistra, che con tutta probabilità, contenderà il successo al Movimento 5 Stelle, che il suo candidato l’ha scelto già cinque anni or sono, e non ha avuto ripensamenti (Giancarlo Cancelleri).
L’iniziativa di Orlando affronterà presto il nodo della scelta, a meno che non sia Pietro Grasso a togliere le castagne dal fuoco al centrosinistra siciliano. S’intravvedono sullo sfondo i volti di Giuseppe Lupo, legato da un contrato virtuale di mutuo soccorso con Orlando, e Caterina Chinnici, candidata acqua e sapone, con l’unico neo, se tale si può chiamare, di avere fatto parte del governo Lombardo. Non sono gli unici nomi che girano, ma sono quelli che provocano meno resistenze.
Il cerino comunque lo tiene in mano Miccichè, che vuole avere il conforto di Arcore prima di assumersi la responsabilità della scelta. Ma l’ex premier non ama sedere in prima fila in queste circostanze e toccherà a Miccichè, come altre volte, fare la parte del guastafeste, eventualmente.
Chi vivrà, vedrà. Ma dormiteci sopra, la vita non ve la cambiano…