Quello di un centro dedicato allo studio e alla promozione della fotografia è un discorso che Letizia Battaglia coltivava da anni, tra attese, trattative e dibattiti con la Pubblica Amministrazione. Più di un anno fa è stata la stessa fotografa, attraverso un post su Facebook, ad ad annunciare l’apertura del tanto desiderato Centro, un sogno che oggi è diventato realtà all’interno del padiglione 18 dei Cantieri Culturali alla Zisa. Uno spazio di 600 metri quadrati fino a qualche tempo fa inutilizzabile, e oggi riconvertito a sede espositiva grazie al progetto che l’architetto Antonietta Iolanda Lima ha realizzato e donato all’amministrazione comunale. Il Centro oggi si presenta come uno spazio polifunzionale, suddiviso in diverse sale espositive che, oltre alle mostre, ospiteranno workshop, progetti ed eventi che si susseguiranno a ritmo incalzante, coinvolgendo protagonisti del panorama nazionale e internazionale. E non solo: come anticipato da Letizia Battaglia, il Centro ospiterà anche l’archivio fotografico della città. Sono già 150 i fotografi che hanno donato un loro scatto che immortala Palermo, la sua storia e i suoi abitanti, e il numero delle donazioni è destinato a crescere velocemente. “Potrebbe sembrare esagerato, ma la nascita del Centro rappresenta la realizzazione del sogno di questi ultimi 40 anni”, scrive su fb Letizia Battaglia, “Io amo molto lavorare con gli altri e oggi, all’età di 82 anni, come artista e fotografa, sono arrivata a non voler più guardare le mie foto perché sono più interessata ad accogliere e sostenere il pensiero – non solo fotografico – degli altri, giovani e meno giovani. È un sogno che si realizza, ancora più ambizioso rispetto all’avere successo personale. È un sogno collettivo. Io considero il Centro come una piccola ‘cattedrale’: è meraviglioso, sembra di essere a Berlino, Tokyo o New York. E sapere che questa ‘cattedrale’ si trovi a Palermo mi rende felice”. Il Centro si propone dunque come una realtà culturale dinamica, nella quale potranno agire, in sintonia, esperienze e saperi differenti, in cui all’azione fotografica potranno relazionarsi discipline artistiche diverse, quali la poesia, la musica, la danza, il teatro e le arti visive. Un tassello che va ad arricchire il programma culturale promosso dall’amministrazione della città per Palermo Capitale della Cultura 2018.
Il Centro fotografico, il 31 maggio prossimo inaugurerà due mostre: The Human Landscape di Catherine Opie e Àmor dell’italiano Roberto Timperi. Si tratta di due artisti molto diversi fra loro, ma uniti dalla stessa capacità di mettere a fuoco e raccontare le relazioni fra gli esseri umani.
The Human Landscape, è la personale dell’artista americana Catherine Opie, al debutto con il suo primo film The Modernist e in mostra con una selezione di lavori dalla serie “Portraits”. La mostra, curata da Antonio Leone e Andrea Ruggieri, è ospitata dal Centro Internazionale di Fotografia, e promossa insieme al Sicilia Queer – International New Visions Filmfest e dal Coordinamento Palermo Pride, in collaborazione con ruber.contemporanea. Attraverso la fotografia, Catherine Opie intende registrare le modalità per mezzo delle quali si instaurano le relazioni umane e con le quali uomini e donne si inseriscono nel proprio contesto di riferimento. L’artista americana si concentra, quindi, sin dai primi approcci su questioni ancora aperte inerenti i rapporti che vengono analizzati da un canto con sguardo intimo, privato, dall’altro con spirito politico e collettivo. Con un approccio a metà tra il concettuale e il documentario, Opie utilizza strumenti a lei familiari – quali il ritratto, la foto di paesaggio o gli scatti in studio – per produrre fotogrammi, immagini seriali o articolate composizioni formali. In tal modo l’artista intende catturare le singole identità, siano pur ritratte all’interno di una coppia, di una famiglia o di aggregazioni sociali più complesse (squadre, folle, etc.), rivelandone in punta di piedi le biografie, che diventano tessere di una stratificata rappresentazione della società del nostro tempo. Sia che documenti istanze politiche della cultura LGBTQI, la cultura queer o le trasformazioni del paesaggio urbano e naturale, il lavoro di Opie si pone dunque in opposizione ad una visione consolidata del mondo e si concentra sul “modo in cui le cose dovrebbero essere viste”, prova questa dell’influenza che la storia dell’arte e della pittura hanno avuto sulla sua formazione”. Realizzata dal Centro internazionale di Fotografia “Àmor è un’esplorazione. Lo sguardo di Roberto Timperi ci guida all’interno di un misterioso mondo sotterraneo, dove si sopravvive nonostante la maledizione che sembra abbia colpito tutto, oggi come sempre. Un mondo dove nuove forme di bellezza senza filtri sono possibili, dove ogni “corruzione” è sacra. Un mondo la cui vita scorre accanto alla nostra. Ancora Àmor è anche un diario intimo fatto di relazioni fra corpi, di momenti di rivelazioni, di esistenze al limite che non sono in cerca di salvezza e le cui identità, fatte di carne ed ossa, persistono in un eterno e irrisolvibile conflitto, con la crudezza dell’estetica dominante. Àmor è un ritratto infernale di un’umanità furiosa e bastonata nel cuore più profondo della città”.
Le due mostre, saranno inaugurate contemporaneamente giovedì 31 maggio alle ore 18 e resteranno aperte fino al mese di luglio.
Calendario eventi fino al mese di giugno:
26 Maggio Presentazione libro Mondadori di Carolina Orlandi – Se tu potessi vedermi ora
31 Maggio – 15 Luglio 2018 Mostra fotografica Caterine Opie – The Human Landscape
31 Maggio – 28 Luglio 2018 Mostra fotografica Roberto Timperi – Amor
13 Giugno – 20 settembre 2018 Mostra fotografica Alterazioni Video – Incompiuto la nascita di uno stile
13 Giugno – 20 Settembre 2018 Mostra fotografica collettiva Autori vari – The Street in watching
28 Giugno – 28 Luglio 2018 Mostra fotografica Massimo Verdastro – Sguardo da attore.