“Si doveva conoscerla come l’ho conosciuta io per sapere quanto vi era di femminile in questo grande uomo, per conoscere l’immensa tenerezza di questo genio”, scrisse di George Sand, Gustave Flaubert.
George Sand nasce e cresce a Nohant, un villaggio nel cuore del Berry, a ridosso del fiume Indre, che scorre, per raggiungere la Loira, nel centro della Francia; probabilmente sarebbe rimasto luogo sconosciuto e nell’ombra se quella che sarà la più influente scrittrice francese dell’Ottocento non ne avesse fatto il proprio regno, George, nome di “penna” maschile, come si usava allora per avere una qualche probabilità di veder pubblicate le proprie opere.
La sua è la storia appassionante di una donna libera, anticonformista, colta, curiosa, attiva nel dibattito politico in un momento di transizione, di drammatici mutamenti per la Francia. E’ una storia di grandi e tempestosi e mutevoli amori, come tradizione nella sua famiglia. E’ la storia di una “castellana” perfetta, amante della natura, della cucina con i sapori della campagna, della buona tavola alla quale collaborava fattivamente: lei si definiva una épicurienne. Fra i suoi scritti, anche centinaia di ricette.
Perché la tavola, da generazioni, fa da collante per gli ospiti noti (come Chopin) e meno noti, ma tutti con il tratto distintivo della cultura. Alla buona tavola si dedicano tempo e passione. Così era e così rimase fino all’ultima Signora di Nohant, cresciuta in campagna, in piena libertà, e perciò capace di apprezzare i sapori “veri”. Cibi semplici, sani, confezionati con i prodotti della “sua” terra, in una cucina super-attrezzata, ampia, luminosa, dove tutto è funzionale, dove tutto è importante come lo fu per il nonno paterno e per la nonna che crearono, anche materialmente, una grande cucina, acquistando Nohant.
Le sue ricette, nate anche da scambi con amici e conoscenti, saranno riprese, sistematizzate e trasformate in libri dagli eredi. Un ruolo speciale l’ha avuto, in questo percorso, la nipote Aurore con il figlio adottivo George e la moglie Christiane Sand. In ordine di tempo merita ben più di una citazione “George Sand – 80 recettes d’une épicurienne” edito nella collana “Le carnets de cuisine de…”, Editions du Chène – Hachette livre (2013), con la prefazione di Christiane Sand, cui si deve una bella raccolta di ricette, pubblicata quasi trent’anni fa e andata ben presto esaurita.
Per me che amo “leggere” la cucina, non è stato difficile ritrovarmi sotto gli occhi questa fantastica ricetta del Cucchiaio d’Argento, di fatto non ho saputo resistere al richiamo vagamente retrò di quest’ottima torta, che assomiglia alla classica “torta tenerina” e in qualche caso alla “torta caprese”, ma con qualche variante.
Innanzitutto da notare è il fatto che è stata omessa la classica farina: per questo dolce, infatti, si utilizzano solo mandorle finemente tritate (o farina di mandorle già pronta), una gran dose di cioccolato e, se posso darvi un piccolo consiglio, uno stampo per torte che abbia un diametro massimo di 22 cm in maniera tale che risulti bella alta e corposa, così come dovrebbe realmente essere. Da gustare ancora calda o comunque lievemente tiepida evitando per qualsiasi ragione di riporla in frigorifero o in luoghi particolarmente freddi, in quanto perderebbe la sua morbida caratteristica cioccolatosa. Può essere servita con una crema a base di cioccolato, del cioccolato fuso o una salsa fondente o al cioccolato bianco.
Una torta cioccolatosissima, morbida e tenera. George Sand era amante della buona cucina e assidua viaggiatrice. Pare che tra le varie ricette che la signora ha trascritto durante la sua vita e i suoi viaggi, ci fosse anche questa, la torta della scrittrice, la sua preferita, una torta che merita davvero di essere rifatta e condivisa con le amiche del cuore:
Ingredienti:
250 gr di cioccolato fondente amaro
100 gr di mandorle spelate finemente tritate o farina di mandorle
70 gr + 20 gr di zucchero
90 gr di burro ammorbidito
4 uova
1 cucchiaino di essenza di vaniglia
1 pizzico di sale
zucchero a velo (facoltativo per la decorazione)
Preparazione:
Tritate finemente le mandorle (o utilizzate della farina di mandorle), aggiungete 70 gr di zucchero. Mescolate bene insaporendo con un cucchiaino di essenza di vaniglia. Lasciate ammorbidire il burro a temperatura ambiente, senza utilizzare micronde e senza scaldarlo. Tagliate il cioccolato fondente in piccoli pezzi e fatelo fondere a bagnomaria, continuando a mescolare. Unire il burro ammorbidito tagliato a tocchetti e amalgamare il tutto alla perfezione fino ad ottenere una crema liscia ed omogenea. Ritirate dal fuoco e incorporate nel composto di cioccolato un tuorlo alla volta mescolando velocemente sempre nello stesso verso. Montate a neve gli albumi con i restanti 20 gr di zucchero e un pizzico di sale. Con delicatezza incorporate agli albumi il trito di mandorle e zucchero e poi la crema di cioccolato che nel frattempo avrete fatto raffreddare lievemente. Imburrate una piccola tortiera (20-22 cm di diametro andranno benissimo), versate il composto e livellatelo il più possibile con l’aiuto di una spatola. Disponetela in forno già caldo a 180°C per circa 35 minuti. Non appena sarà cotta, ritirate e lasciatela riposare per almeno 15 minuti direttamente nella tortiera. La torta sarà molto friabile, muovetela quindi il meno possibile. Trascorsi questi minuti potrete sformare il dolce su un piatto da portata, decorando con una spolverata di zucchero a velo.