L’oro rosso, meglio conosciuto come rame ormai sembra essere la nuova frontiera del guadagno facile e soprattutto rapido. L’ultima notizia di cronaca risale allo scorso 30 maggio quando è stata condotta una vasta operazione di Interforze a livello europeo. I dati in Italia sono allarmanti.
Nel nostro Paese, sono state tratte in arresto 24 persone e altre 150 sono state denunciate in stato di libertà; sono stati scoperti 212 reati (33 furti, 54 ricettazioni, 106 crimini ambientali e 19 altri reati) e sono state contestate 232 violazioni amministrative (ambientali, fiscali, violazione al codice della strada etc). Sono, inoltre, stati sequestrati circa 270.461 kg. di metalli dal controvalore totale di € 449.690 circa (di cui 70.673 kg. di rame, per un valore di circa € 409.906), 983 pannelli solari e 103 veicoli.
Invece dati risultati complessivi conseguiti a livello europeo, emerge che sono state controllate 54.846 persone, 42.237 veicoli, 7.986 gestori ambientali, 589 aree di confine, 2.572 altri hot spots (tra cui porti e siti di trasporto su rotaia, siti di infrastrutture elettriche e di telecomunicazione nelle numerose aree doganali). L’attività ha permesso di trarre in arresto, 117 persone e altre 1.331 sono state denunciate in stato di libertà; sono stati, altresì, scoperti 1.659 reati e contestate 2.763 violazioni amministrative. Sono stati sequestrati 357.874 kg. di metalli dal controvalore totale stimato di € 889.674 circa (di cui 92.982 kg. di rame, per un valore stimato di circa €.539.299), 983 pannelli solari e 140 veicoli. In particolare, solo in Italia hanno preso parte all’action day, coordinato dal Servizio Analisi Criminale, 10.427 operatori (suddivisi in circa 5.200 pattuglie) della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza nonché 100 funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Sono state controllate circa 25.000 persone, 16.730 veicoli, 2.015 gestori ambientali, migliaia di obiettivi ritenuti “sensibili” (461 aree di confine, 542 porti e scali delle Ferrovie dello Stato Italiane S.p.a., 712 altri hot spot riconducibili anche infrastrutture gestite da società elettriche e di telecomunicazioni tra le quali Enel, Telecom Italia, Vodafone Italia e Wind-Tre) e 30 spedizioni doganali internazionali (che hanno interessato oltre 1.050.000 Kg. tra rottami e cascame di rame, ferro, acciaio, ottone e zinco).
Un modo per monitorare continuamente il fenomeno che orai ha ripercussioni economiche ma anche sociali, nel momento in cui a causa del furto posso venir meno dei servii pubblici essenziali, viene monitorato costantemente dall’Osservatorio nazionale sui furti istituito dal Ministero dell’Interno.
L’Osservatorio nazionale sui furti di rame è presieduto dal vice direttore generale della Pubblica sicurezza, direttore centrale della Polizia criminale. Ne fanno parte il direttore del Servizio analisi criminale, un dirigente dello stesso Servizio e i rappresentanti di:
- Comando generale dell’Arma dei carabinieri;
- Comando generale della Guardia di finanza;
- Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato;
- Direzione centrale per la Polizia stradale, ferroviaria, delle comunicazioni e i reparti speciali della Polizia di Stato;
- Agenzia delle dogane;
- Confindustria;
- Ferrovie dello Stato italiane s.p.a.;
- Enel s.p.a.;
- Telecom Italia s.p.a.;
- Vodafone Italia s.p.a.;
- Wind-Tre s.p.a;
- Anie (Federazione nazionale imprese elettrotecniche e elettroniche).
Ad essi spetta il compito di fare rete e mettere in atto strategie preventive. Fondamentale per il contrasto a questo tipo di reati è la collaborazione tra pubblico e privato che ha portato nel 2016 a un lieve calo nei furti, del 41,7%, tutto questo possibile attraverso la tracciabilità finanziaria.