Catania, boss “ballerino” mette in piedi cartello di imprese nel settore degli imballaggi, scatta maxi sequestro

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Un patrimonio da circa 45 milioni di euro quello sequestrato  a Giombattista Puccio, e che presto sarà oggetto di confisca. Il provvedimento emesso dal dal Tribunale etneo, Sezione Misure di Prevenzione è stato eseguito dalla Guardia di Finanza.

Sigilli sono scattati per  le societa’ commerciali: M.P. TRADE S.R.L.; SOCIETÀ COOPERATIVA GIZA A R.L. (già M.P. TRADE); INTERNATIONAL PACKING S.R.L.; G.Z.G. S.R.L. in liquidazione; GR TRADE S.R.L.; SOCIETÀ COOPERATIVA AGRO BIO SERVICE A R.L.; ALBA SOCIETA’ COOPERATIVA AGRICOLA a r.l.– tutte con sede in Vittoria (RG) – aventi quale oggetto sociale la “commercializzazione all’ingrosso e al dettaglio di prodotti per l’agricoltura” nonché la “fabbricazione di imballaggi per prodotti ortofrutticoli”. Le  ditte individuali: PUCCIO Giombattista; PUCCIO Luigi; l’impresa agricola di ASTA Salvatore. Le  Soc. Coop. DECAPLAST a r.l. e ECOLINE S.R.L. in liquidazione volontaria, entrambe aventi sede a Vittoria (RG) e con attività prevalente nel settore della “raccolta di rifiuti non pericolosi in plastica e imballaggi usati”.

Ma anche

  • eni mobili registrati: due autovetture e un motoveicolo;
  • –  titoli e rapporti finanziari: 15 conti corrente e 2 conti deposito;
  • –  immobili: 11 fabbricati e 50 terreni situati nel territorio di Vittoria.

Puccio, soprannominato Titta U Ballerinu” per via della sua accertata appartenenza sia alla “Stidda” che al clan di “Cosa Nostra”, attualmente si trova rinchiuso nel carcere di Siracusa ma la sua caratura criminale negli anni non è mai venuta meno.

Era il 2017 quando nell’operazione  Operazione “Ghost Trash” emergeva il suo ruolo dopo gli arresti di otto persone indagate per associazione a delinquere di stampo mafioso – finalizzata all’acquisizione di posizioni dominanti nel settore economico della realizzazione di imballaggi destinati alle produzioni ortofrutticole di Vittoria (RG) -, intestazione fittizia di imprese e traffico illecito di rifiuti. Da questo settore l’intento di Puccio era la scalata per l’acquisizione del controllo .

. Tale controllo del settore nei territori di Ragusa e Vittoria avveniva mediante l’utilizzo della forza e della intimidazioni. Lee aziende di Puccio, poi,divenute leader nel settore della produzione degli imballaggi per prodotti ortofrutticoli grazie alla riconosciuta appartenenza dei loro titolari all’organizzazione mafiosa, hanno estromesso le aziende concorrenti che non si piegavano alle condizioni imposte, assumendo in tal modo il controllo dell’intera filiera commerciale.

Un meccanismo confermato anche dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, da decenni il mercato degli imballaggi di Vittoria è in mano a imprese mafiose che, attraverso l’opera diretta degli affiliati al clan Dominante-Carbonaro, impongono agli operatori del settore – con la forza dell’intimidazione e senza ricorrere, quasi mai, all’uso della violenza – l’acquisto di cassette di plastica per l’ortofrutta da aziende conniventi a loro riconducibili; le aziende che non accettano tali condizioni vengono tagliate fuori dal mercato. Proprio in tale sistema affaristico, che ha asfissiato ogni libera iniziativa economica, Giombattista Puccio  stabiliva i prezzi di vendita ripartendosi gli utili con gli altri sodali.

La caratura criminale di “Titta” è altresì evidenziata dalle sue precedenti condanne con sentenze definitive intervenute, nel 1999, “per aver offerto assistenza a diversi latitanti appartenenti alla Stidda” e, nel 2003, “per aver fatto parte del clan di Cosa Nostra Mammasantissima negli anni 1997 e 1998”.

Nelle sue imprese mafiose, operanti da anni nella produzione di imballaggi per i prodotti ortofrutticoli e nella gestione dei rifiuti, formalmente amministrate da prestanome (tra i quali, i due figli Giovanni e Luigi, la figlia Giuseppina, le nuore Zaira Scribano e Floriana Guarnera ma anche persone di fiducia quali  Salvatore  Asta e  Gianluca Sanzone)  Puccio non appariva quale titolare di cariche sociali.

Inoltre i Finanzieri hanno notato una sproporzione tra il reddito personale e quello dichiarato di oltre 2milioni di euro.

 

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