Operazione Game Over, Cassazione implacabile su Bacchi, re delle scommesse: “Resta in carcere”

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La Quinta sezione della Corte di Cassazione ha respinto la richiesta di scarcerazione per Benedetto Bacchi e Antonio Lo Baido, i due principali indagati di “Game Over”, che dunque restano rispettivamente detenuti a Udine e Palermo. Era il 1 febbraio quando la Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo diede l’ordine di effettuare un blitz che portò all’arresto di 31 persone tra cui Bacchi e Lo Baido. Gli uomini guidati da Rodolfo Ruperti, capo della Squadra Mobile di Palermo, misero le manette ai polsi del re delle scommesse online. Era lui che negli anni avrebbe siglato un patto con la mafia  che gli avrebbe garantito il il monopolio nel settore, attraverso la gestione di 700 agenzie in tutta Italia – agenzie abusive – e a un giro d’affari di un milione di euro al mese. Parte degli introiti, fra i 300 e gli 800 mila euro all’anno, veniva poi distribuita all’organizzazione mafiosa.

 È tutto il denaro in contante veniva trasferito  a Malta  per poi rimpinguare le società, la Fenix, di Bacchi. Un meccanismo  che avrebbe portato anche a un’ingente di quantità di denaro da investire anche in settori diversi come alcune testate giornalistiche come il Giornale di Sicilia e Live Sicilia, poi non andate in porto e nel settore immobiliare. Fra tutti ebbero modo di sottolineare gli investigatori l’investimento di denaro in  un palazzo di via Del Bersagliere a Palermo, mediante una società creata ad hoc chiamata Delta, intestata alla moglie del Bacchi un modo per aggirare la norma sul riciclaggio.

Le accuse mosse dalla Procura, vanno dal concorso esterno in associazione mafiosa al riciclaggio, dalla concorrenza sleale alla truffa allo Stato. L’Avvocato Antonio Ingroia, che rappresenta i due imprenditori, dichiara ad Agipronews che “non sono stati riconosciuti i numerosi elementi presentati dalla difesa, che dimostrano l’assoluta estraneità dei due indagati. Nel corso della prossima settimana, presenteremo al Gip di Palermo una nuova istanza di scarcerazione per Lo Baido. Per Bacchi la situazione è diversa: chiederà di essere interrogato dalla Procura, al contrario di quanto deciso fin qui”. A Bacchi e alla sua famiglia sono stati sequestrati beni per oltre 4 milioni di euro. Sigilli anche alle quote sociali e all’intero patrimonio aziendale della Phoenix International Ltd, società di diritto maltese cui facevano capo le agenzie di scommesse distribuite su tutto il territorio nazionale.

 

 

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