Cosa lega Roberto Helg, Silvana Saguto e da oggi Antonello Montante. Sono stati per anni in prima linea sul fronte del contrasto alla mafia, occupando posizioni dominanti. Scalate più o meno rapide per raggiungere posti di potere.
Era il 2 marzo del 2015, quando l’ex Presidente di Confcommercio veniva arrestato per concussione. Centinaia di volte telegiornali e giornali hanno raccontato di quella famosa mazzetta da 100.000 euro richiesta al pasticcere Santi Palazzolo per il posto all’interno dell’aeroporto Falcone e Borsellino. Fu Palazzolo stanco delle vessazioni e dietro consiglio dei figli a rivolgersi ai carabinieri facendo scattare l’operazione. Dopo un processo nel quale Helg scelse il rito abbreviato, è arrivata la condanna a 4 anni e 8 mesi.
L’opinione pubblica aveva gridato allo scandalo. Un anno nefasto il 2015 per alte cariche dell’imprenditoria siciliana. Subito dopo la nomina di Antonello Montante a membro del direttivo dell’Agenzia per i Beni Confiscati gli venne notificato il primo avviso di garanzia, indagato per concorso esterno. A tirarlo in ballo ben cinque pentiti che lo accusavano di avere rapporti con esponenti mafiosi. Anni di silenzio, un archivio segreto rintracciato solo nel 2016 e oggi tornato alla ribalta contenente rapporti e notizie relative a carabinieri, inquirenti, giornalisti. Elementi preziosi per quello che è stato già chiamato “Sistema Montante”. Regali e soldi per ottenere informazioni sulla sua inchiesta. Un terremoto giudiziario che ha chiamato in causa persino l’ex presidente del Senato Schifani.
Ancora una volta la Sicilia e in particolare l’antimafia di facciata è tornata alla ribalta. Ma cosa è potuto mancare a un imprenditore del settore delle biciclette, con una scalata invidiabile e stimato da Squinzi e da diversi esponenti politici siciliani? E’ stata la continua brama di potere? Un uomo che ha intavolato discussioni e tessuto rapporti anche con i diversi governi regionali.
E sul legame fra governo regionale e l’ex numero uno degli industriali siciliani finito ai domiciliari per associazione a delinquere e corruzione è il sindaco di Palermo Leoluca Orlando: “Confidando nel lavoro della magistratura su questa ed altre vicende che riguardano l’ex presidente di Confindustria Sicilia, non posso che ribadire l’anomalia, da me più volte denunciata in diverse sedi, di un sistema Confindustriale che ha determinato per almeno sei, sette anni le politiche dei precedenti governi della Regione in settori strategici dell’economia e della vita delle nostre comunità”.
Montante per anni ha rappresentato il volto nuovo della lotta del mondo industriale alla mafia, ha fatto il bello e il cattivo tempo all’interno di Palazzo d’Orleans, posizionando pedine fondamentali come . Un sistema di potere costruito passo dopo passo e franato all’indomani della prima inchiesta e adesso spazzato via dalla procura di Caltanissetta.
Ed è sempre la procura nissena protagonista di un altro caso di corruzione e abuso d’ufficio sfociato in ben tre processi, ovvero il caso Saguto. Questa volta protagonista della vicenda di mala gestio è una donna magistrato, per anni questa ha guidato la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo. Saguto per la quale il pg del Csm lo scorso mese di marzo ha chiesto la sanzione della rimozione, ha messo in piedi un sistema ben collaudato di gestione dei beni affidandolo a amici e parenti. Nel processo iniziato lo scorso 22 gennaio, ci sono coinvolti lo stesso marito della giudice, Lorenzo Caramanna, l’avvocato Cappellano Seminara e l’ex prefetto di Palermo, Francesca Cannizzo. Ma non solo nel “cerchio magico” ne facevano parte l’ex giudice della stessa sezione della Saguto, Lorenzo Chiaramonte, e due docenti universitari della Kore di Enna: Carmelo Provenzano, che aveva dato una mano di aiuto negli studi al figlio della Saguto, e Roberto Di Maria.
A giudizio anche la moglie di Provenzano, Maria Ingrao, e la collaboratrice Calogera Manta mentre e’ stata stralciata e trasmessa a Palermo la posizione di un altro docente, Luca Nivarra. Quest’ultimo finito agli onori delle cronache con l’accusa di essersi appropriato dei soldi di una fondazione, attualmente è stato rimesso in libertà ma resta interdetto dalle funzioni amministrative.
Si chiamerà “cerchio magico”, ” sistema Montante o Helg”, un dato e certo Sciascia con i suoi “protagonisti dell’antimafia” , l’articolo pubblicato nel 1987, sulle colonne del Corriere della Sera, ci aveva visto lungo seppur chiamando in causa l’allora procuratore di Marsala, Paolo Borsellino, un’analisi a dir poco profetica.