L’ex presidente degli imprenditori siciliani, Antonello Montante è finito agli arresti domiciliari. Classe 63′, imprenditore nel settore delle costruzioni di biciclette è stato delegato per la legalità dell’associazione degli industriali sotto la presidenza Squinzi. Insieme al presidente Lo Bello, lanciò anche una battaglia contro il racket. Oggi su di lui è arrivata un’accusa pesante, associazione a delinquere finalizzata alla corruzione di esponenti delle Forze dell’Ordine. Secondo gli inquirenti, l’imprenditore, con regali costosi e soldi, avrebbe pagato alcuni investigatori per avere notizie sull’indagine della Dda a suo carico. Tra le persone coinvolte nell’inchiesta ci sono anche esponenti delle forze.
La Procura di Caltanissetta aveva chiesto l’arresto per l’imprenditore Antonello Montante contestando anche il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Ma il gip ha negato la richiesta, scegliendo i domiciliari perché, a suo avviso, l’ex Presidente degli industriali ha sì “intrattenuto qualificati rapporti con esponenti di spicco di Cosa nostra”, ma non ci sono elementi a sufficienza per configurare il reato di mafia.
Secondo gli inquirenti e gli uomini della mobile di Caltanissetta, Montante avrebbe creato un giro di contatti per ottenere informazioni riguardo l’inchiesta che lo vedeva protagonista.
I domiciliari sono scattati per altre cinque persone, a una sesta è stato notificato un provvedimento di interdizione dal lavoro. Si tratta del colonnello Giuseppe D’Agata, ex capocentro della Dia di Palermo poi passato ai servizi segreti, Diego Di Simone, ex sostituto commissario della squadra mobile di Palermo, diventato responsabile della sicurezza di Montante; Marco De Angelis, sostituto commissario in servizio prima alla questura di Palermo poi alla prefettura di Milano; Ettore Orfanello, ex comandante del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Caltanissetta; l’imprenditore Massimo Romano titolare di una catena di supermercati .
Un sesto provvedimento, di sospensione dal servizio per un anno, riguarda Giuseppe Graceffa, vice sovrintendente della polizia in servizio a Palermo.
Indagati eccellenti nell’ambito dell’arresto dell’imprenditore Antonello Montante, ai domiciliari per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione. La Procura ha
iscritto nel registro degli indagati una ventina di persone, tra cui politici, generali, dirigenti di Polizia ma anche docenti
universitari. Indagato, tra gli altri, l’ex Presidente del Senato Renato Schifani. Ma anche il generale Arturo Esposito, ex direttore del servizio segreto civile oggi in pensione. E ancora Andrea Grassi, ex dirigente in della Polizia in servizio presso il Servizio centrale operativo, il professor Angelo Cuva, molto conosciuto a Palermo.
“Io indagato? Cado dalle nuvole… Non ne so niente”. Lo ha detto all’Adnkronos l’ex Presidente del Senato Renato Schifani, commentando la notizia dell’inchiesta a suo carico
nell’ambito dell’operazione che all’alba ha portato all’arresto
dell’imprenditore Antonello Montante. Secondo la Procura, Schifani avrebbe fatto parte, con un generale dell’Arma in pensione, dirigenti di Polizia, un colonnello dei Carabinieri, di una fitta rete di spionaggio per avere notizie sull’inchiesta della Dda di Caltanissetta su Montante.