Possiamo affermare senza tema di smentite che la sinistra, in tutte le sue componenti ed ognuno per la sua parte, ha reso un servizio completo ai suoi avversari d’antan. Si è prima spacchettata, come gli capita sovente dopo avere guadagnato la vetta, e reso impossibile competere con il centrodestra in Sicilia, e poi in Aula, in occasione della elezione del Presidente dell’Ars, ha evitati che i franchi tiratori del centrodestra, che avevano il dente avvelenato nei confronti del candidato Presidente, portassero a termine il loro proposito, sostituendoli.
Ha ben ragione Miccichè quando, tirato un sospiro di sollievo, dopo avere raggiunto quota 39, una vetta pari al K2 per come si erano messe le cose, ha commentato, con un sorriso un po’ tirato invero, che si è divertito molto grazie ai franchi tiratori. Con loro ha giocato come il gatto con il topo. Invece che farse un boccone, seppur prelibato, lo ha compiaciuto ed adottato ogni espediente per evitare che potesse sfuggire.
E pensare che Nello Musumeci si era appena pronunciato, a proposito del voto segreto, a favore della sua abolizione. Se l’Assemblea l’avesse cancellato dal regolamento, Gianfranco non si sarebbe potuto affatto divertire. Forse. A viso aperto, infatti, ai franchi tiratori s’inceppano i fucili. Anzi, preferiscono lasciare le armi a casa, temendo le rappresaglie. In più, lo stesso Musumeci, compiaciuto del risultato ottenuto, più voti rispetto alla maggioranza, non avrebbe potuto godersi il momento di gioia che l’immediata crescita della platea di voti gli ha regalato.
Certo, avrà pure cercato nei ricordi ancora freschi, la generosa conversione dei deputati del centrodestra all’indomani dell’inopinato successo di Rosario Crocetta, propiziato dalla strambata di Miccichè e della sua lista votata all’insuccesso.
Tutto quello che è accaduto a distanza di cinque anni è il bis del 2012, né più nemmeno. Solo che stavolta a bere la cicuta dei mercenari di turno è stata una opposizione di colore diverso. O meglio, una parte dell’opposizione, perché l’altra, quella grillina, è rimasta salda e inattaccabile. Sono attrezzati Cancelleri e gli altri: non hanno la tuta mimetica, né lo sguardo fiero dei marines, ma si comportano come truppe da sbarco, pronte in assetto da guerra. E poi li chiamano dilettanti allo sbaraglio…E’ un fortino, dotato di mezzi e risorse agli altri sconosciuti. Un fortino che, contrariamente ad ogni logica, assedia gli assalitori, li respinge e li spaventa, mandando avanti condottieri animosi, affidabili e felici come chi ha ricevuto un miracolo insperato dalla sorte.
Se dismettessero le armi e provassero a vincere anche in tempo di pace, nelle stanze dei bottoni, sarebbero imbattibili. Ma non si può pretendere tutto dalle truppe da sbarco.