Quando Rita Dalla Chiesa ha chiesto alla piccola folla di giovani radunatasi nella piazza di Mezzojuso che cosa rischiassero partecipando all’evento organizzato da Massimo Giletti per La7 (“Non è l’Arena”), gli animi si sono scaldati ed un giovanotto di buona famiglia e dalle idee chiare ha risposto che nessuno rischiava niente e avevano paura solo di essere accostati a persone senza scrupoli. “Noi non siamo omertosi”, ha aggiunto il giovanotto, “ma la mafia non la viviamo…”.
Le sorelle Napoli, protagoniste di “Non è L’Arena” non hanno nascosto la loro incredulità. Una di loro ha detto che il Paese non si è dato affatto pena di quel che succedeva nei loro poderi da molti anni. Frequenti sconfinamenti di greggi e di maiali, che rovinavano tutto quanto. Una vita di vessazione per fronteggiare le quali, hanno ricordato, si sono trovate accanto solo i Carabinieri di Mezzojuso.
Il programma di Giletti, affezionato alla Sicilia più di ogni altro, era partito con la storia dei portaborse dell’Assemblea regionale siciliana, durante la quale si è discettato, con l’aiuto di due illustri ospiti (il deputato Cateno De Luca e l’ex Presidente della Regione, Rosario Crocetta), su stabilizzati e nuovi arrivati e sulle spese del Parlamento regionale, di gran lunga più costoso di ogni altro consiglio regionale. Nessun cenno alla diversità siciliana, nemmeno al fatto – determinante – che i vitalizi l’Ars se li paga con il suo bilancio, mentre altrove vengono assegnati all’erario, e quindi il tetto dei costi è più alto. Le facce di bronzo siciliane non hanno eguali, privilegi insopportabili, intendiamoci, ma qualche informazione in più avrebbero potuto darla per far capire al popolo dei telespettatori l’entità reale degli “sconfinamenti” dell’Ars.
Parentesi chiusa. La Sicilia fa notizia, altrimenti Giletti non ci tornerebbe con tanta frequenza. Stavolta ha però rappresentato una condizione esemplare, quella di Mezzojuso e dei Nebrodi, grazie anche alla presenza di una giovane concessionaria di terreni, Gilda Scalici, angariata dai prepotenti e spaventata dai mafiosi della zona.
Le sorelle Napoli, la piazza di Mezzojuso, guidata da un microfono speciale (la deputata Nunzia De Girolamo), l’ex Presidente del Parco dei Nebrodi, Antoci (scampato ad un agguato dei boss), il sindaco di Sanfratello (Salvatore Giardina), e Rita Dalla Chiesa, hanno garantito un parterre di prim’ordine.
Antoci ha raccontato la ferocia della mafia dei pascoli, che non si limita a far danni con gli sconfinamenti di animali, ma crea le condizioni per sottrarre i terreni ai legittimi proprietari (con la forza) in modo da lucrare sui fondi europei. Un business importante, dunque, e non solo pascoli dannosi.
Torniamo alle tre sorelle Napoli. Il loro j’accuse, ripetuto fino all’esasperazione da Giletti – “Siamo state sole contro i mafiosi, 28 denunce ai carabinieri non sono bastate perché tutti sapessero…”- è stato accolto e meditato dalla piazza, desiderosa di pacificare gli animi e non mostrare ai telespettatori un Paese impaurito e omertoso.
Possibile che non sapessero niente gli abitanti di Mezzojiuso di quel che accadeva alle sorelle Napoli? La incredulità di Massimo Giletti ha contagiato anche la piazza. E qualcuno ha cercato di spiegare che sì, è possibile vivere una vita normale Mezzojiuso, senza avere nulla a che fare con i prepotenti ed i mafiosi.
Rita Dalla Chiesa li ha incoraggiati a ribellarsi, ad interessarsi delle cose del mondo, specie quando accadono nelle vicinanze. “Vi preoccupate molto dell’immagine”, ha osservato, “e vi arrabbiate quando venite denigrati, è comprensibile, ma non potete voltare le spalle alla realtà, schieratevi…”.
I giovani in Piazza non si sono messi di traverso, pur affrontando la questione – che non riguarda solo Mezzojuso – con il cuore diviso, da una parte la difesa del paese e della sua gente per bene, e dall’altra, la militanza civile, la necessità di isolare mafiosi e prepotenti.
Giletti ha mostrato un filmato nel quale vengono intervistati dei cittadini di Mezzojuso, che sulle sorelle Napoli hanno opinioni non proprio esaltanti. Pare che avessero un atteggiamento altero, si tenessero lontane dal popolo, non “salutassero” i compaesani. Qualcuno ha sospettato che avessero fatto un gran casino per rimettere in sesto i bilanci familiari. I consueti sospetti, insomma, che vengono in superficie quando qualcuno reagisce alle sopraffazioni. Le sorelle Napoli sarebbero “amiche degli sbirri”, da non frequentare.
“Siamo orgogliose delle 28 denunce presentate”, ha detto una delle sorelle Napoli, gli occhi fuori dalle orbite, aggiungendo: “Voi siete giovani, potreste non sapere, ma i vostri genitori, i vostri nonni non vi hanno mai informato che dalle nostre parti ci sono prepotenti e mafiosi?”.
Che i giovani in piazza fossero, tutto sommato, in buona fede, appare possibile, che il Paese non vivesse le vessazioni subite dalle sorelle Napoli altrettanto credibile. Come far quadrare i conti? Ricorrendo a Pirandello. Uno dei suoi personaggi, interrogato dal giudice, se avesse coscienza di avere premeditato il delitto, risponde che non lo sapeva di volere ammazzare la moglie, ma era come se lo sapesse in cuor suo.