“Il passato mi procura felicità. Ma ora faccio altro, sono contento di ciò che faccio, e non ho recriminazioni da fare per quanto è avvenuto. Franco Maresco? Fa parte della mia vita, conservo la stima di sempre per lui e non rivendico un bel nulla…”
Daniele Ciprì si è lasciato alle spalle tutto, non abiura, tutt’altro. La strana coppia , Ciprì&Maresco, non c’è più, e non tornerà, ma resta nella storia di entrambi. Del Cinema e della Sicilia.
“Ciò che rivendico è la mia parte nella collana di Cinico TV, non ho abbandonato l’underground per fare il “grande cinema”, ma ho scelto di fare altre esperienze professionali. Come ha osservato Franco Maresco, ci abbiamo guadagnato entrambi, scegliendo ognuno la propria strada. E’ una storia finita, ma non per questo dobbiamo cancellarla, tutt’altro”
La conversazione telefonica con Daniele Ciprì scorre attraverso le tappe degli inizi. Una carrellata lieve ed intensa, nella quale ci sono anche gli episodi meno felici. “Io non ho mai mollato, e non mollerò mai. E’0 la mia forza”.
Direttore della fotografia e regia: che cosa ti intriga di più?
“In entrambi c’è creatività, non c’è gerarchia. Lavorare alla fotografia con Bellocchio o fare una regia per un mio film, mi entusiasma allo stesso modo. Certo, il “mio” film, è una creatura che vedo nascere, crescere. Mi regala soddisfazioni, ci metto tutto me stesso, senza mediazioni”
Perché hai lasciato Palermo?
“Vivo a Roma da cinque anni, è un luogo strategico per chi vuole fare il mio mestiere. Mi trovo bene. E non mi manca il lavoro”

Roma-Svizzera 2013-2014
A che cosa stai lavorando?
“Stalin più bianca”, è il mio ultimo film. Vedrà presto la luce. Mi è stato ispirato da un bel libro, ma in corso d’opera ne ho fatto una storia completamente mia, ho raccontato la mia adolescenza, l’amore, e scopro il valore assoluto dell’immagine. Ci ho messo me stesso. Inseguo Bianca, una ragazza sedicenne cieca con la mia telecamera. Mi interrogo sulla immagine e sulla immaginazione. Mi intriga questo rapporto…”
Un po’ surreale…
Sì, forse. Ci sono i miei sogni da adolescente, la mia felice stupidità, la capacità di meravigliarmi di ogni scoperta. Siamo due ragazzi che scappano dalla loro città. C’è dentro la mia ossessione per il cinema e per l’amore. Ci lavoro da un anno e mezzo. Cerco il produttore…Sì, ho capovolto lo schema. Il produttore lo scelgo io….”
Il cinema italiano non attraversa un buon momento.
“E’ difficile trovare un budget adeguato, ma il cinema italiano ha la sua vitalità. In “Stalin più Bianca” ho potuto avere ancora Servillo, seppure per una breve sequenza. Ora verrò in Sicilia con Bellocchio”
Tutto bene, dunque. La strana coppia fa parte dell’altra vita.
“No, è la stessa vita. Solo che faccio altro. Non ho tradito l’underground. Sono impegnato con i miei colleghi qui a Roma e va bene così. Nostalgia? Sì, per il bigliardo, la carambola. Ma non l’ho persa la mia carambola, la utilizzo nel mio lavoro: la regia, gli attori, l’incidenza della luce, i calcoli estetici. La vita è un gioco difficile, bisogna saaper fare…carambola.
I tuoi film non hanno una location riconoscibile
I miei film vivono in un “non luogo”, è un modo per liberarmi dei lacci, senza però tagliare le radici. “
Vuoi dire qualcosa a Franco Maresco?
“Gli auguro tanta fortuna, lo stimo, merita il meglio”