
Dal caso Aquarius alla nave Diciotti attraccata a Catania con a bordo due cadaveri e famiglie speranzose di un futuro migliore. E mentre il ministro del’Interno fa le sue scelte e il Paese si spacca in due ( favorevole e contrari agli sbarchi e a mettere a disposizione i nostri porti, per non parlare di richieste di modifica al trattato di Dublino), alcuni dati ci sono e rimangono incotrovertibile. A ricordarcelo ci pensa “Save the Children” da sempre impegnata nell’accoglienza e all’interno della macchina organizzativa e umanitaria.
I minori stranieri non accompagnati rappresentano una presenza costante e significativa sul totale degli arrivi dei migranti via mare in Italia, con una percentuale superiore al 13% nel 2016 e 2017, salita fino al 15% nel 2018 (2.171 su 14.330 persone sbarcate fino all’11 giugno 2018.
Spesso ci si dimentica che dietro questi numeri ci sono storie di violenze su donne e bambini, giorni in completo stato di digiuno prima che si intraveda quelli che per molti è la ” Terra Promessa”.
Una lotta per la sopravvivenza che non si limita solo al momento del viaggio ma anche quando si tocca terra è li che iniziano le difficoltà, controlli medici, paure, partenze verso i centri di accoglienza sempre più affollati e minori 18.303 nel 2017 censiti nel secondo Atlante a loro dedicato dal titolo significativo “Crescere lontano da casa” di Save the Children – che non sanno se avranno opportunità di studiare o costruirsi un futuro adeguato.
L’83,7% ha 16 e 17 anni, ma tra loro ci sono gruppi particolarmente vulnerabili come i piccolissimi, le ragazze e gli irreperibili. I minori sotto i 14 anni sono 1.229, pari al 6,7% dei presenti, di cui 116 (0,6%) hanno meno di 6 anni. Le ragazze presenti sono 1.247 (6,8% del totale) provenienti per il 60% da soli due Paesi, Nigeria ed Eritrea, esposte al rischio di tratta e violenza sessuale, 191 delle quali sono ancora bambine che raggiungono al massimo i 14 anni (15% del totale delle ragazze ospitate). Infine, ci sono le migliaia di minori soli che si rendono ‘irreperibili’ un’altra categoria fortemente a rischio tratta, in transito verso altre destinazioni europee, sfruttati nei cantieri o nei campi o, peggio, nel mercato della prostituzione, priva delle tutele e della protezione offerte dal sistema di accoglienza nazionale. Il loro numero totale, al 31 dicembre 2017, ammontava a 5.828 minori.
Quasi la metà dei 18.303 minori non accompagnati presenti in Italia al 31 dicembre 2017, 7.988 pari al 43,6% del totale, è ospitato in una sola regione, la Sicilia, seguono Calabria (1.443 pari al 7,9%), Lombardia (1.216 pari al 6,6%), Lazio (1.049 pari al 5,7%), Emilia Romagna (1.017 pari al 5,6%); 9 minori su 10 sono ospitati in strutture di accoglienza e solo una parte residuale (il 3,1%) presso privati (generalmente affidati a famiglie). Più specificamente, quasi 1 su 3 (il 30,6%, pari a 5.605 minori) si trova in strutture di prima accoglienza, mentre la maggioranza (il 60,2%, pari a 11.022) è ospitata in strutture di seconda accoglienza. Quasi la metà dei minori accolti (il 48,7%) proviene da soli 5 paesi: Gambia (2202, 12%), Egitto (1807, 9,9%), Guinea (1752, 9,6%), Albania (1677, 9,6%)ed Eritrea (1459, 8%).
Ma quanto è fondamentale il sistema di accoglienza nel nostro Paese. Per ora sembra aver parzialmente funzionato l’affido familiare ma non basta.
Al 31 dicembre 2017 risultano essere in affido familiare solo 567 minori stranieri non accompagnati sugli oltre 18.300 in accoglienza (il 3,1% del totale). Si tratta degli affidamenti tuttora in corso e tengono quindi in considerazione anche i provvedimenti emessi negli anni precedenti. Nel corso del solo 2017, al Ministero del Lavoro risultano essere stati emessi in Italia appena 306 provvedimenti di affido, di cui 236 ragazzi (77,1%) e 70 ragazze (22,9%), la metà dei quali di 17 anni (150, pari a 49%). La regione in cui questa buona prassi è più diffusa è l’Emilia Romagna .
Infine rimane la nuova legge sui tutori, approvata un anno fa. Si tratta di rappresentanti legali che fungono da raccordo con le istituzioni e rappresentano le persone di riferimento, con cui confidarsi e a cui chiedere aiuto o consiglio nel quotidiano. Il reclutamento, la formazione e l’inserimento dei nominativi degli aspiranti tutori nelle liste costituite presso i Tribunali per i Minorenni s. Al 7 maggio 2018, infatti, sono 4.110 le candidature dei cittadini che hanno dato la loro disponibilità a diventare tutore volontario e 1.070 i nominativi trasmessi ai Tribunali per i Minorenni di coloro che, avendo già terminato il corso di formazione, sono pronti ad assumere una tutela quasi tutti i Garanti regionali hanno attivato corsi di formazione sul territorio nazionale, mentre le difficoltà riguardano i tempi di nomina.