Si sa nel nostro paese parlare liberamente di omosessualità è ancora un tabù. Quanti casi di ragazzi che scappano di casa perché i genitori li rinnegano oppure si tolgono la vita solo perché gay. L’ ultimo arriva da Milano, dove una ragazza di 23 anni di origine colombiane, ha tentato di suicidarsi gettandosi sui binari della metropolitana, perché la madre non accetta la sua omosessualità. Due passanti hanno notato sul volto della ragazza una certa agitazione e hanno deciso di raggiungerla. A quel punto la 23enne è scoppiata in lacrime e ha deciso di raccontare ai due sconosciuti ciò che accade con la madre in merito ai suoi orientamenti sessuali. Nel frattempo sono intervenuti la polizia e i sanitari del 118, che hanno trasportato la giovane all’ospedale per alcuni accertamenti.
Una storia che si lega a quella di Milano arriva da Palermo, dove un docente dell’Università del capoluogo siciliano della facoltà di Lingue, durante la sua lezione, ha indossato una maglietta con la scritta “Io sono omosessuale” e sulle spalle un’altra frase “Siamo tutti omosessuali”. Il professore Andrea Cozzo, 60 anni, ha voluto così esprimere il suo dissenso rispetto alla decisione dell’Università di Verona che ha annullato un convegno su “Richiedenti asilo orientamento sessuale e identità di genere“, previsto per oggi.
L’ uomo ha voluto metterci la faccia, spiegando di averlo fatto fatto per tutti i ragazzi e le ragazze che ancora oggi hanno difficoltà a essere se stessi in famiglia, con gli amici e negli ambienti di lavoro a causa del loro orientamento sessuale”. I suoi studenti sono rimasti sorpresi, ma si sono schierati subito dalla sua parte, appoggiando con sorrisi e applausi la forma di protesta silenziosa. “Soltanto pochi giorni fa – dice il professore – ho indossato la stessa maglietta in occasione di un convegno. E qualcosa mi dice che sarà necessario farlo ancora, purtroppo. Ma non mi tiro indietro”.