Il consiglio comunale di Palermo vota no, all’unanimità, alla realizzazione di un hotspot nel quartiere Zen. Il parere contrario è arrivato durante la seduta di questa mattina alla quale era presente anche il sindaco Leoluca Orlando e che, per una volta, ha visto maggioranza e opposizione sullo stesso fronte. La decisione finale rimane comunque nelle mani della Regione che ha già nominato il commissario ad acta per il parere sullo studio di prefattibilità. Il voto di Sala delle Lapidi era infatti necessario ma non vincolante e lunedì 28 maggio i capogruppo del Consiglio comunale incontreranno l’assessore regionale al Territorio Toto Cordaro.
Sul tema migranti Sala delle Lapidi si è comunque mostrata compatta. “Abbiamo ribadito le grandi conquiste della città in questi ultimi anni, tra queste certamente la visione centrale del tema dell’accoglienza che ha trasformato Palermo in città dei diritti” hanno commentato i consiglieri del Pd. “L’hot spot è un non luogo che fabbrica non persone e ne elimina i diritti fondamentali, criminalizzando e privando della libertà chi ne varca la soglia – ha detto il capogruppo di Sinistra Comune Giusto Catania – La battaglia si sposta alla Regione e siamo sicuri che il sindaco Orlando si batterà con noi contro provvedimenti che non rispettano la volontà dei territori e negano i diritti umani”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Rifondazione comunista. “La presenza in aula del sindaco e il suo intervento – afferma il segretario provinciale Vincenzo Fumetta – dimostrano la continuità politica e programmatica su queste tematiche tra l’attuale e la passata amministrazione e ciò rende Palermo un punto resistente rispetto alla virata reazionaria e populista che sta avvenendo nel resto del Paese”.
“Un’opera invasiva e costosa, sbagliata nella concezione, nel metodo e nel progetto – sottolineano il gruppo del M5S – Per il Movimento i diritti umani vengono prima di tutto e per questo il nostro dovere istituzionale era di dire no all’istituzione di un hotspot a Palermo non riconoscendolo come strumento adatto per accogliere e aiutare i migranti”. Voto unanime dunque ma in aula non sono mancate le tensioni. Il leader dell’opposizione Fabrizio Ferrandelli, il
capogruppo de I Coraggiosi Cesare Mattaliano e il consigliere dell’Udc Sabrina Figuccia hanno deciso di lasciare l’aula, per poi rientrare al momento del voto, in segno di protesta contro il sindaco.
“Non ti vogliamo in aula su questioni su cui siamo tutti d’accordo, ma per parlare delle emergenze finanziarie e gestionali del Comune e delle sue aziende – ha detto Ferrandelli – Se vuoi fare passerella noi non siamo e non saremo mai complici”. “Non accetto l’atteggiamento di chi sciorina belle parole in aula all’insegna dell’accoglienza e dell’uguaglianza – sottolinea Figuccia – e non lo accetto ancor di più da parte di un sindaco che pur avendo in tasca la tessera del pd continua a dichiararsi del partito dei palermitani”.