Le violenze e gli abusi sarebbero iniziati quando la piccola aveva appena 6 anni. Con l’accusa di violenza sessuale aggravata e reiterata nel tempo la Squadra mobile di Ragusa ha eseguito la misura cautelare dell’allontanamento da casa e del divieto di avvicinamento alla vittima per il patrigno della piccola. Il provvedimento è stato disposto dal gip su richiesta della Procura al termine delle indagini scattate dopo la denuncia di un dirigente scolastico. Agli investigatori l’uomo si è rivolto dopo la segnalazione delle professoresse che hanno raccolto la confessione della ragazzina che, dopo anni di violenze inaudite, ha trovato il coraggio di raccontare tutto. Il racconto particolarmente duro della bambina è stato raccolto in un verbale e la piccola è stata assistita da una psicologa. Le indagini si sono protratte per mesi e hanno permesso di raccogliere, tramite intercettazioni e audizioni di persone informate sui fatti, gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato. Le violenze denunciate sarebbero iniziate quando la piccola aveva solo 6 anni, proseguendo per diversi anni fino al giorno in cui la minore ha trovato la forza di chiedere aiuto. “Sono emersi fatti gravissimi – spiegano gli investigatori – con proposte di consumare rapporti sessuali di ogni tipo e minacce di violenze finalizzate all’appagamento delle pulsioni dell’indagato che aveva sostituito la madre della bambina con quest’ultima”. L’indagato, convocato negli uffici della Squadra mobile, in presenza dei familiari che lo spalleggiavano, ha inveito contro i poliziotti che gli hanno notificato la misura cautelare emessa a sui carico.
“La Polizia di Stato di Ragusa, grazie al consolidato rapporto di collaborazione reciproca con le scuole, ha potuto eliminare il pericolo di reiterazione del reato ai danni di una bambina – dice il capo della Mobile Antonino Ciavola -. Per la Squadra Mobile questa tipologia di reati rientra tra i più difficili da investigare: da un lato bisogna immediatamente interrompere l’iter criminis denunciato e dall’altro bisogna raccogliere fonti di prova per assicurare alla giustizia i peggiori criminali. La Sezione reati contro la persona, altamente specializzata per assistere minori vittime di violenza, in questa occasione e in ogni altra che si ripresenterà, ha fornito e fornirà il massimo supporto a chi subisce reati, accompagnando le vittime nel percorso di denuncia”.