IL candidato sindaco di Messina per il centrodestra, Dino Bramanti h preso cappello e ha annunciato la carta bollata. La campagna elettorale si è già animata, al di là di ogni aspettativa. “Domattina mi rechero’ dal Procuratore del Tribunale di Messina, ha comunicato Bramanti, perche’ non intendo trascorrere il resto della campagna elettorale come bersaglio di calunnie ed illazioni che offendono me e l’istituzione che ho avuto l’onore di guidare in tutti questi anni e di portarla all’eccellenza. Quando ho scelto di candidarmi sindaco per continuare ad essere al servizio della mia citta’, in modo diverso rispetto a quanto fatto nel corso della mia lunga ed onoratissima carriera, mai avrei pensato di finire oggetto di menzogne che infangano la mia reputazione e quella di uno dei migliori presidi sanitari a livello nazionale”.. “Si e’ scatenata tra i miei competitor alla carica di sindaco, una gara di attacchi a Bramanti e questo mi fa ritenere che sono il candidato da abbattere con quei sistemi che ancora a Messina esistono: la maldicenza, la cultura del sospetto. Piu’ cresce il consenso dei messinesi verso di me – continua – piu’ si alza il tiro contro un presidio sanitario che ha garantito e garantira’ assistenza a pazienti di tutta Italia e posti di lavoro. Evidentemente per qualcuno applicare la legge Madia sulle stabilizzazioni e’ reato. Dare lavoro in trasparenza e non lasciare i precari attaccati al bisogno e’ reato. Io mi sono autosospeso ormai da settimane eppure c’e’ chi continua a dire che l’Irccs e’ parte in causa nell’agone elettorale”.
“Faccio paura probabilmente perche’ c’e’ chi paventa che i traguardi che sono riuscito a conseguire con umilta’ e tenacia per la sanita’ potrei raggiungerli per la mia citta’ – continua Bramanti -. Faccio paura perche’ la mia vita professionale e’ la prova che si puo’ restare a Messina e creare posti di lavoro, creare sviluppo ed eccellenze. Ebbene, questo fuoco incrociato contro di me mi ha convinto che sono sulla strada giusta e ho toccato tasti dolenti, quelli di chi non vuole cambiare niente. Non ho nulla da temere ma non voglio che l’Irccs a causa mia sia esposto a quotidiani attacchi strumentali, a veleni che s’insinuano appositamente per beceri secondi fini. E’ una vile campagna contro un’istituzione che non merita di diventare strumento di giochi di potere di bassa lega. Per questo domani chiedero’ alla Procura di essere ascoltato, non faro’ oltre da bersaglio vivente”, conclude Bramanti. (ITALPRESS).