Zampa ha lo Stellone dalla sua. Basterà? Il Barbera avaro quest’anno

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Roberto Stellone. Nomen omen. Come facciamo a trascurare il segnale che viene dal cielo? Magari Maurizio Zamparini ha subito il fascino del nome, fortunato per antonomasia nell’anno giusto. Gli alberghi e i ristoranti stellati a Palermo e nel resto della Sicilia vanno alla grande, i candidati a Cinque Stelle vengono eletti anche quando non fanno campagna elettorale. Insomma, se le stelle ci stanno a guardare figuriamoci lo Stellone…, cui è stato affidata l’immane responsabilità di caricarsi sulle spalle una squadra che non conosce e che è stata messa in piedi da altri. Dovrà tenerla per mano ad occhi chiusi almeno nelle prime ore della sua avventura palermitana. E’ una situazione illogica, ma che c’è di logico nel pallone? Quasi niente.

Appena messo piedi a Punta Raisi, Stellone ha detto di avere accolto con favore l’opportunità che gli era stata offerta da Maurizio Zamparini. Confidando, naturalmente, anche lui…sulla buona stella. E Jaialo, Nestorovski, Coronado? Stelle di prima grandezza non sono. Iachini riportò il Palermo in A con cinque giornate di anticipio, perché aveva Dybala, Belotti, Lafferty. Fuoriclasse.

Stellone non dispone di star. E ha fatto un ragionamento spiccio del tipo: se mi va bene, entro nella storia del Palermo e torno in serie A, perché compio il mircolo; se mi va male, nessuno può rimproverarmi di nulla, visto che sono stato chiamato a consulto quando la malattia aveva fatto tali danni da rendere impossibile la salvezza. Ragionamento troppo cinico, che non ha niente a che spartire con le stelle e con lo stesso Stellone, il quale ha dato un saggio inequivocabile della sua filosofia calcistica. A me, ha detto Stellone, non importa niente che si faccia il possesso palla, voglio che si tiri in porta. Il Palermo tocchetta ma non tira in porta. Lo fa con parsimonia, e le percentuali di successo, quindi, sono basse.

Lo Stellone, dunque, da solo non basta. E’ vero che senza il favore delle stelle il successo non arride mai, ma una mano alla fortuna bisogna pur concederla. Forse il coach dovrebbe impartire lezioni di arrembaggio ai rosanero. Non hanno mostrato alcuna attitudine a resistere agli arrembaggi altrui, né ad organizzarne di propri. Possesso palla, e basta. Ai punti potrebbero vincere qualche round, ma  le partite sono decise dai palloni che s’infilano in rete, non c’è niente da fare.

Il Bari, battuto all’andata con un punteggio…stellare, è forse l’ultima spiaggia per la promozione diretta. Il Barbera finora è stato avaro di soddisfazioni per i tifosi rosanero.

 

 

 

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