Butera: depuratore mai entrato in funzione, danno erariale per 8mln

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La Guardia di Finanza di Gela, su delega della Procura regionale della Corte dei Conti di Palermo, ha condotto un’indagine sul depuratore del comune di Butera, interamente finanziato dalla Regione siciliana ma mai messo in funzione. Accertato un danno erariale che ammonta ad oltre 8 milioni di euro. Alla luce delle “tante anomalie riscontrate e della rilevata mancata utilizzazione dell’impianto”, le Fiamme gialle hanno segnalato alla Procura regionale della Corte dei Conti, per responsabilita’ erariale i Rup pro tempore, il Progettista e Direttore dei Lavori, i Legali rappresentanti delle imprese riunitesi nell’Ati esecutrice dei lavori, il Collaudatore tecnico-amministrativo dei lavori, il Responsabile del Settore Tecnico pro tempore del Comune di Butera, i sindaci pro tempore del Comune di Butera, i funzionari della Regione Siciliana pro tempore ed in particolare, il Dirigente dell’Ispettorato Regionale Tecnico e i Dirigenti del Dipartimento Regionale dell’Acqua e dei Rifiuti. Il progetto, approvato dal Commissario delegato per l’Emergenza Rifiuti e la Tutela delle Acque in Sicilia, aveva ottenuto il finanziamento da parte dell’Agenzia Regionale per i Rifiuti e le Acque nel mese di ottobre 2006, per la somma di 4.046.310,82 euro da gravare sui fondi di cui alla delibera Cipe 84/2000. I lavori, iniziati nel maggio 2007, dovevano essere conclusi entro 18 mesi, e cioe’ entro il 7 novembre 2008. A causa di una lunga serie di motivazioni (tra cui diverse sospensioni, mancanza di autorizzazioni, impossibilita’ di accesso ai luoghi, perizie di variante ed altro ancora) i lavori si sono protratti fino al 19 agosto 2013 (giorno in cui veniva accertata la loro ultimazione) e le opere collaudate con esito positivo, il 10 giugno 2014, nonostante nell’ultima visita effettuata, il collaudatore avesse attestato il mancato collegamento alla rete elettrica. Da quella data, trascorsi ormai quasi quattro anni, l’impianto di depurazione non e’ ancora funzionante.

I Finanzieri hanno potuto accertare come la progettazione dell’opera, risalente al lontano 1989, abbia avuto diverse correzioni e rielaborazioni per essere adeguata alle prescrizioni di volta in volta imposte dall’Ente Regionale, e ritenute necessarie per poter eccedere al finanziamento finale. A seguito dell’aggiudicazione dei lavori, la somma finanziata era stata rideterminata in 3.812.446,58 euro a causa del ribasso d’asta offerto dall’Ati aggiudicataria. Il danno erariale causato alla Regione Siciliana e’ stato quantificato in 4.621.324,40 euro rappresentati dal totale delle somme effettivamente erogate in favore del Comune di Butera (3.729.896,85 euro) incrementate della rivalutazione in base agli indici Istat e dei relativi interessi legali. Inoltre, e’ stata calcolata l’entita’ del mancato introito alle casse comunali dei ricavi derivanti dalla vendita, per fini irrigui, dell’acqua trattata dal depuratore, in base alla stima effettuata dallo stesso Comune di Butera nella convenzione stipulata con il Consorzio Sviluppo delle Produzioni Agricole con sede in San Cataldo (CL). Prendendo a base tale stima, e’ stato calcolato che dalla data di ultimazione dei lavori prevista dal contratto di appalto stipulato fra il Comune di Butera e l’impresa, fino alla data del 31 dicembre 2017, il Comune di Butera a causa della mancata funzionalita’ dell’opera, non ha introitato al proprio bilancio la somma di 3.700.725,47 euro. Il danno erariale accertato e segnalato alla Procura Regionale della Corte dei Conti, ammonta pertanto a complessivi 8.322.049,95 euro.

(ITALPRESS)

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