2.600 vitalizi per 190 milioni l’anno, in consiglio presidenza Camera i tagli

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L’asse tra il Movimento 5 Stelle e la Lega  che ha portato all’elezione dei due nuovi presidenti di Camera e  Senato, sulla sfondo della difficile (e probabilmente lunga) partita  che si gioca per la formazione del nuovo governo, potrebbe replicarsi  in sede di Ufficio di presidenza a Montecitorio, luogo scelto dai  pentastellati come teatro della battaglia per l’abolizione dei  vitalizi e dei costi della politica, punto cardine del programma di  governo del Movimento guidato da Luigi Di Maio.        Non a caso, il primo pensiero del candidato premier grillino è andato  proprio agli sprechi della politica, subito dopo la votazione che ha  portato alla formazione della ‘squadra di comando’ di Montecitorio.  Con Roberto Fico alla presidenza della Camera e Riccardo Fraccaro  questore anziano, “per i vitalizi non c’è più scampo”, ha avvertito Di Maio.

Eppure, l’en plein realizzato dai 5 Stelle nell’Ufficio di  presidenza non basta ad avere la certezza del risultato. Oltre a Fico  e Fraccaro, infatti, il M5S può contare su una vicepresidente (Maria  Edera Spadoni) e quattro segretari.

In tutto, sette voti che scendono a sei perché il presidente della  Camera per prassi non vota. Ecco che il blitz per occupare le caselle  chiave potrebbe non bastare. Da qui la necessità di guardare fuori  casa. E dove, se non a quella Lega con la quale si sta intavolando la  partita delle partite per Palazzo Chigi? Per ora, si apprende da fonti parlamentari pentastellate, non ci sarebbero state ancora risposte da  parte dei leghisti. Eppure, lo stesso Matteo Salvini non ha fatto  mistero di puntare a una riduzione dei privilegi.

Già il 14 marzo Salvini, dopo un colloquio telefonico  con Di Maio, aveva aperto a un taglio dei vitalizi e delle spese  inutili: sarà una “nostra priorità”, aveva promesso il leader della  Lega. Non solo. Salvini ha anche paventato un taglio dei vitalizi  “retroattivo”. Solo indizi, che però lasciano intendere che  sull’argomento ci potrebbe essere una convergenza tra le due forze  premiate dalle urne.

Il percorso del ddl Richetti che aveva come obiettivo proprio il  taglio dei vitalizi (e sul quale c’era stato un accordo con il Pd) si  è arenato al Senato alla fine della scorsa legislatura dopo aver  superato il vaglio della Camera. Questa volta però il M5S non vuole  incagliarsi in un accidentato percorso parlamentare, ma vorrebbe  affrontare il tema direttamente con una delibera in Ufficio di  presidenza.

“D’altronde – ha sottolineato lo stesso Fraccaro in un’intervista al  Sole24Ore – è questa la sede prescelta già dal 2012 con la riforma del sistema contributivo. Ad oggi sono in pagamento 2.600 vitalizi per un  totale di 190 milioni l’anno

“per i vitalizi non c’è più scampo”,  Fraccaro ha annunciato: “Come questore anziano  sottoporrò da subito al collegio la necessità di intervenire di  concerto con l’Ufficio di presidenza. Tutte le forze politiche si sono impegnate in tal senso: confidiamo che si passi subito ai fatti”.  Nell’Udp di Montecitorio la Lega schiera quattro ‘pedine’: il  vicepresidente Lorenzo Fontana e tre segretari. Si lavora quindi a un  asse che potrebbe diventare il banco di prova in vista di un’eventuale intesa di governo.

Ma l’abolizione dei vitalizi non è l’unico obiettivo del Movimento.  “Da sempre il M5S sostiene che vadano anzitutto ridimensionate le  spese per i deputati – ha ricordato sempre Fraccaro – che in totale,  tra indennità, benefit e rimborsi, ammontano a circa 280 milioni”.

Anche “le spese generali di funzionamento della Camera, che superano i 200 milioni, andranno vagliate con attenzione per eliminare ogni  possibile spreco”, ha sottolineato il questore anziano di  Montecitorio. Sul fonte dei costi dei dipendenti, “sarà necessario  intervenire per ridurre le voci di spesa che, peraltro, già erano  state individuate su nostro impulso dall’Ufficio di presidenza  uscente”.        (Ant/AdnKronos

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1 commento

  1. E continua la campagna elettorale.
    Sanno che la legge non può essere retroattiva (è incostituzionale), e insistono per far vedere ai polli che loro sono i “puri”

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