DI GIOVANNI BURGIO
I giovani ragazzi egiziani che si prostituiscono la sera alla stazione centrale di Palermo. E’ il nuovo fenomeno legato all’immigrazione, è il recente allarme lanciato da chi ha cuore la sorte di questi minorenni. In realtà è l’ultima conseguenza del sistema dell’accoglienza in Italia. Un complicato e burocratico modo di affrontare il gravissimo problema umanitario. La causa, infatti, di quest’ultimo tipo di devianza sociale sta nell’interruzione dei pagamenti che il Comune fa alle comunità d’accoglienza dei minori. A spiegare cosa esattamente è successo nel recente periodo è Farhid, che conosce bene la condizione di questi ragazzi, che, è bene precisare, non sono solo egiziani, ma anche senegalesi, gambiani, tunisini “Prima, quando i soldi arrivavano regolarmente nelle casse delle associazioni che ospitano i minori stranieri, a ciascun minorenne si davano 60 euro mensili per le spese personali: sigarette, telefono, ecc. Ma in realtà i ragazzi, la maggior parte di questi 60 euro, risparmiando, li spedivano a casa. Nei paesi d’origine con un euro si può vivere un intero giorno. E poi c’è chi ha una madre malata, una sorella da mantenere agli studi, un padre disoccupato. Le somme che mandavano da qui, servivano alle famiglie per tutti questi bisogni”. Ma da più di un anno, i fondi dall’amministrazione comunale non arrivano più. La conseguenza immediata è che i 60 euro mensili non vengono più dati ai giovani; che quindi non hanno più nulla, non si ritrovano in tasca neanche un euro. Continua Farhid “Ma loro vogliono continuare a mandare i soldi a casa. Allora che fanno? Mattina e sera vagano per strada, alla ricerca di aiuto e piccoli lavori. Al Foro italico, in via Oreto, alla stazione centrale. E quindi può capitare che qualcuno gli parla, gli offre le sigarette, gli compra un panino. Ma qualche altro può invitarli a casa per un the. E da qui comincia un rapporto, un contatto, che purtroppo può anche finire con il pagamento di una prestazione sessuale. E questo succede prevalentemente con uomini anziani. Ma anche con donne che cercano compagnia”. Ma Farhid, che sa qual è la dignità e la cultura di questi giovani immigrati, chiarisce lo stato d’animo di amarezza in cui si trovano “Lo fanno perché costretti. I 30-50 euro che guadagnano, gli servono. Ma molti si vergognano, e non lo vogliono dire. E’ contro la loro religione. E appena possono, non lo fanno più. E infatti neanche uno prosegue su questa strada”. Farhid fornisce ulteriori notizie “Non c’è solo la prostituzione, ma anche lo spaccio. Lo stato di necessità è forte. La polizia fa controlli continui, frequenti. Ma loro, ogni mattina che devono fare? E’ da più di un anno che vivono in questa situazione”. Conclude “Da quando la nuova legge dice che compiuti diciotto anni questi ragazzi devono essere mandati fuori dalle comunità, il dramma si è aggravato. Dormono in strada, non hanno un lavoro, non possono studiare. Che scelte hanno? Ripeto: nessuno di loro vorrebbe fare questa vita. Se il Comune non manderà i soldi, questo problema peggiorerà”.