Anita Lo Piano, figlia di Serafino Lo Piano, poeta nisseno molto amato a Gela, ha lanciato una petizione con una raccolta di firme su FB. Il Santa Barbara Hospital di Gela, struttura privata accreditata con il SSR, il 28 febbraio vuol chiudere l’eccellente reparto di Neurologia senza che l’OVE di Gela ne sia ancora fornito.
“La Cittadinanza tutta, stimando indispensabile il servizio finora effettuato, scrive nel suo appello Anitra Lo Piano, “reclama il Sacrosanto Diritto alla Salute e chiede di non permetterne la chiusura prima che l’Ospedale di Gela sia fornito di un reparto di Neurologia. “
Il reparto di neurologia presso la clinica Santa Barbara di Gela ha servito più di duemila cittadini l’anno tra consulenze, ricoveri e visite ambulatoriali. Dopo 50 anni ha chiuso da 3 giorni chirurgia generale che ha assistito più di mille pazienti l’anno (visite e interventi, dai tumori cutanei, ernie, colecisti, varici agli arti inferiori).
Per Carlo Romano, “Gela è terra di conquista e sfruttamento. Dopo l’ENI anche la Casa di Cura Santa Barbara,che a Gela ha avuto grandi profitti, decide di chiudere alcuni reparti necessari alla tutela della salute della popolazione. Quale sarà il destino di pazienti con patologie cerebrovascolari acute e neurologiche in generale?”
Giuseppe Nibali, il medico che dirige il reparto, è intervenuto su FB. “Non ci eravamo accorti di essere così vicini al bisogno della gente, dichiara il neurologo, “Se è vero che siamo stati vicini al bisogno della gente e se il venir meno del nostro apporto affligge una comunità, e tutto ciò non basta per far sì che si continui il nostro lavoro, qualunque sia la motivazione, allora significa che il bene non ha più un senso non è più un valore. Perdere stavolta significa far perdere di significato ogni valore buono, dimostrerebbe che non vale la pena di lottare per niente e per nessuno.Mi chiedo con quale stato d’animo tra qualche giorno concluderemo la nostra vicenda professionale?Quali motivazioni possiamo trovare e dove? Mi chiedo può la lungimiranza economica di una struttura anteporre l’etica del far del bene? Avrebbe più senso mollare tutto dimettersi e ricominciare Ma non stiamo parlando di un lavoro. Stiamo parlando di valori.”