Quest’anno, per la prima volta, alla “Marina di Libri” è presente la Polizia di Stato con un suo stand e con tante iniziative fortemente volute dal Questore di Palermo, Renato Cortese, oggi presente al dibattito sul tema della violenza di genere.
Si è tenuto infatti nell’area “ Bambù” dell’Orto Botanico di Palermo, l’incontro moderato dalla giornalista della Adnkronos, Elvira Terranova, dal titolo ” Donne in Polizia tra fiction e realtà” al quale hanno partecipato due Vice Questori della P.S. di Palermo, Rosaria Maida e Lisa Iovanna.
L’incontro si è aperto con l’intervento dell’attrice Clotilde Sabatino, nota al pubblico per il suo ruolo di commissario all’interno della soap “Un Posto al Sole”, anche se la sua carriera è di lungo corso, ha partecipato anche alla fiction di successo di RaiTre “La Squadra” e interpretato ruoli importanti come quello di Anna Spina.
“ Giovanna Landolfi, la donna che interpreto nella fiction di RaiTre, è una donna di oggi- sottolinea Sabatino- con tutte le difficoltà del caso ma con l’obiettivo di portare nella casa degli italiani un forte senso di giustizia. Non ne faccio un mistero ovvero che se non avessi fatta l’attrice avrei fatto il poliziotto, che ritengo sia uno dei mestieri più difficili ma fondamentale”.
Spesso nelle fiction e anche in un “Posto al Sole” si parla di violenza di genere e ecco come l’attrice ha spiegato al pubblico come si rapporta da attrice e anche da donna con questo tipo di problematica.
“ Nella fiction devo dire che recito dei testi ben scritti tenuto conto dei temi delicati- racconta Clotilde Sabatino- e nel momento in cui leggo il testo mi compenetro e mi chiedo che tipo di messaggio sto mandando indipendentemente dalla mia volontà. Io cerco di trovare delle ragioni dentro di me, anche se spesso mi scontro con la paura e il dolore, emozioni forti ma altrettanto li esamino anche come donna. Devo dire che sono soddisfatta nel sentire come ormai le denunce siano aumentate. Voglio dirlo a chiare lettere: l’ amore non è violenza, è sorriso. Quando un uomo picchia una donna non è amore”.
E passando dalla fiction appunto alla realtà o meglio a cogliere quanto accade all’interno dei commissariati di Polizia e delle sezioni della mobile specializzate, sono intervenute i vice questori Rosaria Maida-dirigente Sezione Reati a sfondo sessuale e sui minori- e Lisa Iovanna. Questa, da 5 anni guida il commissariato del Politeama e con un’esperienza ventennale nella Polizia.
“Da noi arriva di tutto devo dire, non solo le vittime di violenza. Ma quando una donna arriva per denunciare questi fatti, preferisco personalmente svolgere il primo colloquio, perchè magari ci può essere una sensibilità maggiore, senza nulla togliere ai colleghi uomini, cerco di infonderle fiducia anche se proprio la parte dell’accoglienza nei nostri uffici è fondamentale. L’aiutiamo in un percorso che poi lei farà senza lasciarla sola. Poi devo dire nel momento in cui ci sono dei casi particolari, ci interfacciamo anche con una sezione della Mobile. come quella diretta dalla collega Maida. Nella mia esperienza mi è capitato di donne che sono tornate e mi hanno ringraziato e questo per il nostro lavoro è una risposta bellissima che ti ripaga di tanti sacrifici, vuol dire che l’abbiamo aiutata a superare una paura, un ostacolo, a rompere gli argini dell’indifferenza, certo poi diventa sempre un lavoro di squadra. Ho potuto anche constatare e questo mi colpisce molto è che la paura paralizza un pò tutti ecco perchè noi andiamo nelle scuole a cercare di parlare con ragazzi e ragazze, per informarli e per aiutare a coltivare una cultura dell’amore e della non violenza“.
E tra le iniziative portate avanti dalla Questura di Palermo e dalle donne della polizia di Stato vi è quella intitolata “Questo non è amore”. Un camper informativo che per ben due anni ha girato le piazze della città di Palermo, le scuole del capoluogo e della provincia per incontrare donne e studenti.
“ Miriamo a dare una corretta informazione con questa nostra attività- sottolinea Rosaria Maida- Dirigente IV sezione della Squadra Mobile di Palermo, reati a sfondo sessuale e dei minori- perché molto spesso la materia è sconosciuta. Oltre a questo nei casi di violenza subita subentra inevitabilmente la paura di non poter reagire davanti a un uomo che diventa manipolatore.Uomini che non per forza devono provenire da ambienti critici o modesti, spesso anche dietro un professionista si celano dei comportamenti violenti. Anzi questo si considera protetto dal tessuto sociale e familiare in cui vive.Ribadisco sempre che se non sia ha il coraggio di venire in commissariato ci si può rivolgere ai centri antiviolenza. Noi dobbiamo informare la vittima di tutto anche del possibile procedimento penale, ma ci sono anche altri strumenti non necessariamente inquadrabili nel giudizio, come richiedere l’ammonimento del Questore. Insomma gli strumenti ci sono e noi siamo disponibili a aiutare tutte le donne .Dobbiamo spronare le donne che subiscono violenza a denunciare, a a parlare e più elementi si raccolgono più è facile che il pm possa chiedere al gip la misura dell’allontanamento, spesso sfociata e trasformata, dipende dai casi, nei domiciliari o nella custodia cautelare in carcere. C’è sempre la paura di non essere creduta e contestualmente ritengo che imparare a gestire una vittima minore o adulta richiede una professionalità, ma noli ci siamo e siamo formati è per questo.Per concludere mi piace lanciare un messaggio, ovvero l’esistenza di una rete antiviolenza collegata con gli ospedali in modo che le prove legate a un referto ad esempio , non vengano disperse, ricordiamo che il reato di stalking è procedibile a querela della persona offesa entro sei mesi dal fatto, ciò significa che ogni elemento è determinante e soprattutto alla prima avvisaglia di violenza, voglio ribadire care donne, non aspettate ma sappiate che noi ci siamo pronte a tutelarvi e ad aiutare”.