70 anni Corte dei Conti con Mattarella. Musumeci:” Mancano controlli preventivi”

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Giornata di celebrazioni dei 70anni della Corte dei Conti ma anche di attesa del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che da rituale non ha parlato. Ad accoglierlo il prefetto Antonella De Miro, il Presidente della Regione, Nello Musumeci e Leoluca Orlando. Questo fermato dai cronisti: “La Corte dei conti celebra i suoi anni e di fatto torna a Palermo. L’organo costituzionale è ritornato al suo ruolo dopo la Seconda Guerra con le competenze attribuite dall’ Autonomia Siciliana e per forte volere di Enrico La Loggia.Ricordiamo che 40anni fa fu la Corte dei Conti a interloquire con il Presidente della Regione Mattarella. la Corte ha il compito fondamentale di controllare la regolarità contabile e amministrativa, soprattutto in un oeriodo di confusione e in alcuni settori spesso lasciati ai Comuni come acque e rifiuti”.

Ad aprire i lavoro il Presidente della Corte dei Conti, Angelo Buscema. Presenti   anche le alte cariche civili, militari e istituzionali nella sala della Storia Patria di Palermo. Il grande assente è invece il Presidente dell’ Ars, Gianfranco Miccichè .

“Assolutamente nessuna polemica nei confronti della Corte dei conti. Gia’ da venti giorni sapevo di non essere stato invitato alla cerimonia per festeggiare i 70 anni della istituzione della Corte dei conti in Sicilia. Il motivo? Chiedetelo a loro”. Con queste parole il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gianfranco Micciche’, ha voluto mettere fine alle immotivate polemiche che erano state sollevate sulla sua assenza, questa mattina, presso la Societa’ siciliana per la Storia patria, dove, appunto si e’ tenuta la manifestazione alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Mi dispiace soltanto – ha aggiunto Micciche’ – che la Corte dei conti pur sapendo che la Presidenza dell’Ars non fosse stata invitata, abbia fatto sedere in prima fila Giancarlo Cancelleri. Sulla mia assenza di questa mattina, gia’ ieri sera avevo avvertito il Quirinale chiedendo di scusarmi, per la mia assenza, con il Presidente Mattarella, che spero di incontrare in altre occasioni. Tutto normale, dunque, nessuna polemica”.

L’intervento di saluti è arrivato dal presidente della Storia Patria, Gianni Puglisi: “ 70anni una meta importante e lo sono per le istituzioni e la Corte ha voluto sottolineare il senso e la portata della presenza di Lei, Capo dello Stato. Questo luogo a lei cari, come studioso del diritto. il 1 gennaio del 1948 entrata in vigore la Costituzione, 70anni di studi e di messe appunto anche attraverso le sentenze della Corte Costituzionale e la sua presenza racchiude tutto questo non dimenticando le tradizioni e i suoi affetti. 70 anni li ricorderemo con una lapide che Lei scoperchierà nel chiostro di San Domenico, non è tempo di commiserarci ma di guardare al futuro”.

A seguire il Presidente della Regione, Musumeci: “ Ripercorrere i 70 anni significa anche verificare il processo evolutivo e involutivo della classe dirigente siciliana e non solo quella politica. Non si può comorendere l’attuale crisi della politica e della crisi di sitema se non si analizza tutta l’esperienza autonomistica e la Corte costituisce il termometro per aiutarci a comprendere cosa è accaduto nella Regione. Voglio rassicurare il presidente Graffeo che la Regione finanzierà uno studio sulla Corte dei caonti e decideremo se affidarlo all’università o al bando pubblico. Ritornando alla questione primcipale, devo sottolineare che mancano organismi di confrollo oreventivo, oggi affidati a dirigenti interni che lasciano pareri a volte non vincolanti. La Sicilia non ha bisogno di lentezza, rimane il controllo collaborativo delle sezioni della Corte dei Conti, anche se spesso la pasienza dei suoi magistrati va oltre il ruolo. Ne può considerarsi come prevenzione il ruolo de segretario comunale, la cui nomina e revoca è affidata al sindaco e di fatto il segretario dovrebbe controllare colui che l’ha scelto. Spero che il legislatore restituisca autonomia al segretario comunale e bisogna ripensare a controlli esterni e interni. Mi rendonconto che il ripristino del Coreco sarebbe impossibile ma una soluzione va trovata per porre un argine alla degenerazione di una oare della classe dirigente”.

A chiudere la giornata, il presidente Buscema:” È tempo di intensificare i principi della contabilità pubblica. Occorre un homo caber, un uomo che agisce.  Nel 1975 è stata inserita la disciplina nel piano di studi dei giovani universitari”.

“ Abbiamo voluto avviare una collaborazione con l’università ha continuato Buscema. E ora che non ci resta di metterci in viaggio con grande motivazione”.

 

 

 

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