Dopo il successo all’Expo di Milano la Fondazione Salonia, ha deciso di rendere itinerante la mostra su ‘I mercati siciliani e l’Arte: tradizioni della cultura culinaria del cibo da strada’, realizzata dal maestro Dimitri Salonia e da altri artisti della ‘Scuola Coloristica Siciliana’. L’esposizione, che ha preso il via nel mese di giugno all’Expo di Milano, proseguirà nei prossimi mesi toccando città in tutto il mondo come Dubai, Mosca, Pechino, e Tokyo.
La mostra è stata esposta ieri anche all’hotel Ravesi di Malfa a Salina durante il Mare Festival nella splendida cornice delle Eolie. Salonia, artista messinese conosciuto in ambito internazionale, insieme agli altri artisti della Scuola Coloristica Siciliana, tra i quali Lidia Monachino e Tanja Di Pietro, ha spiegato, davanti agli attori Matt Dillon, Mariagrazia Cucinotta, Serena Autieri e Sergio Castellitto che hanno apprezzato le sue opere nei giorni scorsi, la tradizione artistica che ritrae i mercati siciliani a partire da Guttuso elencando le peculiarità del cibo da strada siciliano.
Il figlio dell’artista il registra Eros Salonia che già ha realizzato per il ventennale della morte di Troisi un film sugli ultimi giorni dell’attore a Salina ha annunciato la realizzazione di un corto sul rapporto tra il cinema e le isole Eolie. Molto apprezzato anche il corto sui mercati siciliani e sulle opere di Dimitri Salonia trasmesso durante il Marefestival che ha fatto rivivere con colori, suoni e immagini le tradizionali scene dei mercati siciliani.
Parlando dei suoi mercati Salonia ha sottolineato: ”Nella culla protettiva del quartiere ai tempi dell’antica memoria, c’erano i mercati rionali, pieni di vita, di voci e di colori, prima di essere uccisi dall’accetta della bonifica e del restauro, della distruzione del bello e del buono. Quei personaggi, incastonati in angusti spazi di relazione, degradati e persi, con le loro voci e le loro antiche lingue, hanno tentato di presidiare ancora, fino alla fine, quei mitici luoghi, agonizzanti, che non vogliono morire, nel paradosso della loro fisica dissoluzione, e tuttavia vivono ancora nelle indistruttibili fortezze del nostro ricordo”.
“E ti sembra che gli allegri personaggi di questo palcoscenico incantato – ha aggiunto- pittori immaginosi di questo sbadiglio dell’umanità, si risvegliano da un sonno millenario, per cantare con te un coro, che si sbriciola tra le dita”.
Evidenziato anche il ruolo del cibo da strada, che riesce a tramandare importanti valori culturali, identitari ed etnici. I mercati siciliani più famosi da Ballarò alla Vucciria, sono difatti luoghi di socializzazione per Salonia in quei posti per lui ‘grida, sguardi, la gestualità’, assumono significati particolari, esaltando il senso arcaico dei gesti.
Le opere di Salonia sono state molto apprezzate dall’attore americano Matt Dillon e da Sergio Castellitto presenti a Salina, Salonia durante la presentazione ha ricordato gli antichi mercati sottolienando che “C’era tanto amore per il cibo e la libidine dei sensi, si diffonde l’odore delle ciliegie, delle sarde e le acciughe che risalgono la corrente dello stretto, nella loro inutile lotta contro la sorte e le reti del consumo. Mi manca tanto il sorriso rassicurante della massaia carica di spesa, che corre perché i suoi pulcini la chiamano e soffrono la fame, beccandosi gioiosi. Il colore e la bellezza dei toni, la lussuria della Scuola Coloristica Siciliana, si sviluppa e si espande in arcobaleni di luce – ha concluso- colmando il vuoto dei buchi neri, implosi nella civiltà mediterranea, quest’angolo di mare racchiuso nelle colonne di Gibilterra, sfidate da Ulisse”.











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