Con questo tempo così che non c’è di andare scaminiando tanto assai, mi capita nello spesso che ci conto cose a Diego. Non mi prendete per pazzo. Chi lo conosce sa che si può fare. Ora stamatina ci cuntai di quando mi feci un viaggio nella barca a vela per andare infino a Malta. Andata e ritorno prendendo dalla latata di Lipari, passando lo Stretto e scendendo sino a Malta. Ritorno lo stesso. Certo, allora avevo 26 anni e satariava come un grillo. Nella varca di mio compare Marcello Sorgi mi nominarono addetto allo sgraniggio, quello che quelli fini chiamano il “cambusiere”. Naturalmente sapevo fare pure altre cose e, pignate a parte, non ero una cosa inutile che magari era d’impaccio. Mi facevo pure i turni di timone di notte e propria questo ci contai a Diego.
Il mare di notte, quando non si vedono le luci della terra, d’estate è stranissimo. Mi ricordo una nottata senza luna che il mare pareva che stava bollendo e c’erano una poco di cose piccole piccole che straluccicavano. Capivi che quello era il mangiare delle balene che sono armaluzzi microscopici, gli unici che possono passare attraverso i denti stretti stretti di certi cetacei. Iddi vanno caminando e se ne ammuccano tonnellate e tonnellate.
Ma quello che vedevo io era come un campo di terra nera seminato a lucciole. Non c’era vento, non c’era onda ma solo una brezzolina che era sufficiente ad alzare la tela per navigare col motore spento. Non potete capire che cosa è il silenzio a mare quando non c’è onda, non potete capire com’è guardare le stelle e infilarle nello spazio tra la vela principale e quella di davanti. La testa se ne va e lascia solo un occhio a controllare la bussola per la rotta. Ma per il resto il viaggio diventa incredibile perché a uno ci viene il desiderio di guardare il cielo come se fosse uno specchio. E anche il mare. A quel tempo ero “signorino” e mi addisiavo una fidanzata. E pensavo che doveva essere bellissimo corteggiare una ragazza in quella situazione. Quante cose ti possono uscire dal cuore? Quanto dolcezza puoi pescare dal mare nero? E quanti pensieri leggeri leggeri puoi mandare a volare nella Galassia che hai sopra la testa? Considerate che la pellicola del Titanic ancora non l’avevano fatta se no ci avrebbe levato mano. Ma mi piaceva farci vedere alla candidata fidanzata quanti disegni si potevano fare nel cielo unendo i punti delle stelle come si fa con le costellazioni. E l’alba? Per come la vedevo io quello sarebbe stato il momento della tirata delle somme, di un abbraccio senza vastaseria, di una carezzata di capelli, di una quariata. E quando la luce avrebbe cancellato le stelle, magari ci potevo dire: ecco, lo vedi? Nel cielo sono restate solo due stelle, quelle dei tuoi occhi. Ma non c’era nessuno se non il resto dell’equipaggio che si svegliava. Quattro masculazzi troppo simpatici ma maschi. La fidanzata arrivò, anzi, se è per questo arrivò pure la moglie. La prima… Ma quellòe notti tra Alicudi e Cefalù non me le scordo più: zum zum zù!
Ma penso pure che tragedia se ora fossi in menzo al mar. Altro che camin che fumano. Per ora il mare è veramente troppo incazzato e non è cosa.
Come infatti, cari meteobillini, il malotempo che ci angustia c’è ancora e non se ne vuole andare. Un minimo di bassa pressione è diventato ospite fisso della Sicilia e si muove molto lentamente verso Levante. Di cui non sono previste allargate di tempo se non intermittenti. Un po’ com’è stato oggi. E poi acqua a lassa e pigghia e così è previsto per tutta la simanata. Ma vi do un consiglio: non fate crescere i mali pensieri. Se fuori non c’è il sole, addumatelo nella testa. Funziona. Tante belle cose. Sognanti.











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