E’ probabile che sia il separatismo geologico ad allontanare la Sicilia dall’Italia e siano gli esperti del CNR che hanno scoperto la faglia nella profondità del mare Ionio a passare alla storia come precursori della lenta, ma inesorabile fuga dell’Isola dal Continente europeo.
Nonostante il prolificare degli indipendentismi e una inarrestabile tendenza alla nascita di simboli di partiti e movimenti che si riconoscono nella voglia di fare a meno dell’Italia, o comunque, di una amministrazione molto decentrata ed autonoma, il cordone olbelicale, politico ed economico, con il Paese è molto saldo, ed alla resa dei conti, la Sicilia resta fortemente ancorata a Roma, nel bene e nel male.
E’ quindi plausibile che sia la faglia scoperta negli abissi del Mare Ionio, la causa dell’allontanamento dell’Isola dalla madrepatria – una causa certa e ineliminabile, che potrebbe nel tempo provocare guai inenarrabile soprattutto sulla costa orientale della Sicilia, lungo la linea che va dalla Calabria e dal Messinese, fino a Siracusa ed ancora più giù.
Finora le attenzioni degli esperti di movimenti tellurici si erano concentrate sul Tirreno e, segnatamente, nell’ampia fetta di mare al largo dello Stretto di Messina, mentre a far mancare il terreno sotto i piedi sarebbe la spaccatura in fondo al mare Ionio.
La scoperta, secondo gli scienziati, è assai utile per prevedere, su grandi numeri, di prevedere un evento tellurico in un’ampia area costiera.
Se proprio deve esserci un distacco, sarebbe preferibile il separatismo politico a quello geologico, ma alla natura non si comanda. Ciò che si può fare è un monitoraggio attendo della faglia ed una previsione sempre più puntuali di eventuali calamità.