Medico condannato per trasfusione a testimone di Geova, Amato: “Salvata una vita”

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“Fermo restando il diritto di non  curarsi costituzionalmente garantito e che, nel conflitto tra  coscienza e salute di un paziente che rifiuta una trasfusione di  sangue, il medico deve rispettare la scelta dell’ammalato, resta il  fatto che sui professionisti incombono i principi di scienza e  coscienza, ovvero fare tutto il possibile per salvare un ammalato  quando la sua vita è in pericolo”. Lo dice Toti Amato, presidente  dell’Ordine dei medici di Palermo, a proposito della sentenza emessa  dal Tribunale di Termini Imerese, che ha condannato per violenza  privata Giovanni Spinnato, un medico dell’ospedale di Termini Imerese, riconoscendo al dottore la responsabilità penale per avere  somministrato a una donna testimone di Geova una trasfusione di sangue contro la sua volontà.

“Nessuno vuole negare l’importanza morale e culturale, prima ancora  che giuridica – spiega il presidente dell’Omceo -, della questione  testimone di Geova e trasfusioni perché ciascuno è custode della  propria salute, fisica e spirituale, ma in mancanza di alternative  terapeutiche e tenendo conto di un quadro clinico grave, il rifiuto di sangue diventa un fatto drammatico per un medico perché entra in gioco la sua integrità etica. Un fatto non da poco, tanto grave quanto la  prima condanna penale emessa in Italia a un medico dopo avere salvato  una vita. Non conosciamo ancora gli atti processuali della vicenda –  conclude Amato -. L’Ordine si riserva di acquisire i documenti a  garanzia della paziente e del primario”.        (Loc/AdnKronos)

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