Università: Palermo, età media laureati 26 anni, il 43% termina in corso

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L’eta’ media alla laurea, presso l’Universita’ di Palermo, e’ di 26,5 anni per il complesso dei laureati, nello specifico di 25,0 anni per i laureati di primo livello e di 28,3 anni per i magistrali biennali. Un dato su cui incide il ritardo nell’iscrizione al percorso universitario: non tutti i diplomati, infatti, si immatricolano subito dopo aver ottenuto il titolo di scuola secondaria superiore. E’ uno dei passaggi del Rapporto Almalaurea per gli studenti Unipa. Il 43,8% dei laureati termina l’universita’ in corso: in particolare e’ il 38,0% tra i triennali e il 63,2% tra i magistrali biennali. Il voto medio di laurea e’ 105,4 su 110: 102,0 per i laureati di primo livello e 110,1 per i magistrali biennali. Il 61,3% dei laureati ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi: e’ il 69,0% tra i laureati di primo livello e il 54,9% tra i magistrali biennali (valore che cresce al 73,6% considerando anche coloro che l’hanno svolto solo nel triennio). Ha compiuto un’esperienza di studio all’estero riconosciuta dal corso di laurea (Erasmus in primo luogo) l’11,7% dei laureati: il 7,9% per i triennali e l’11,4% per magistrali biennali (quota che sale al 13,5% considerando anche coloro che le hanno compiute solo nel triennio).

l 45,3% dei laureati ha svolto un’attivita’ lavorativa durante gli studi universitari: e’ il 45,5% tra i laureati di primo livello e il 50,0% tra i magistrali biennali. L’84,0% dei laureati e’ soddisfatto del rapporto con il corpo docente e il 78,9% ritiene il carico di studio adeguato alla durata del corso. In merito alle infrastrutture messe a disposizione dall’Ateneo, il 58,1% dei laureati considera le aule adeguate. Piu’ in generale, l’85,9% dei laureati si dichiara soddisfatto dell’esperienza universitaria nel suo complesso. E quanti si iscriverebbero di nuovo all’Universita’? Il 61,4% dei laureati sceglierebbe nuovamente lo stesso corso e lo stesso Ateneo, mentre il 6,8% si riscriverebbe allo stesso Ateneo, ma cambiando corso. Il 64,8% dei laureati di primo livello, dopo il conseguimento del titolo, decide di proseguire il percorso formativo iscrivendosi ad un corso di secondo livello (marginale la quota di chi si iscrive a un corso triennale). Dopo un anno il 64,0% risulta ancora iscritto. A un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione e’ del 55,1%, mentre quello di disoccupazione (calcolato sulle forze di lavoro, cioe’ su coloro che sono gia’ inseriti o intenzionati a inserirsi nel mercato del lavoro) e’ pari al 29,0%.

Tra gli occupati, il 23,2% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, il 12,4% ha invece cambiato lavoro; il 64,2% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo. Il 23,2% degli occupati puo’ contare su un lavoro alle dipendenze a tempo indeterminato, mentre il 32,0% su un lavoro non standard (in particolare su un contratto alle dipendenze a tempo determinato). Il 13,9% svolge un’attivita’ autonoma (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore). Il lavoro part-time coinvolge il 40,7% degli occupati. La retribuzione e’ in media di 988 euro mensili netti. Ma quanti fanno quello per cui hanno studiato? Sono il 48,9% gli occupati che considerano il titolo molto efficace o efficace per il lavoro che svolgono. Piu’ nel dettaglio, il 39,5% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’universita’. Tra i laureati magistrali biennali del 2016 intervistati a un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione (si considerano occupati quanti sono impegnati in un’attivita’ retribuita, di lavoro o di formazione) e’ pari al 59,7%. Il tasso di disoccupazione, calcolato sulle forze di lavoro, e’ pari al 28,3%. Il 26,7% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, l’11,7% ha invece cambiato lavoro; il 61,6% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo.

Il 24,8% degli occupati puo’ contare su un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato mentre il 40,0% su un lavoro non standard (in particolare su un contratto alle dipendenze a tempo determinato). Il 6,4% svolge un’attivita’ autonoma (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore). Il lavoro part-time coinvolge il 37,9% degli occupati. La retribuzione e’ in media di 1.039 euro mensili netti. Il 48,6% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro che sta svolgendo; inoltre, il 39,2% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite durante il percorso di studi. Il tasso di occupazione dei laureati magistrali biennali del 2012, intervistati a cinque anni dal conseguimento del titolo, era pari al 78,0%. Il tasso di disoccupazione e’ pari al 13,2%. Gli occupati assunti con contratto a tempo indeterminato sono il 48,1%, mentre gli occupati che svolgono un lavoro non standard sono il 28,8%. Svolge un lavoro autonomo l’11,5%. Il lavoro part-time coinvolge il 29,1% degli occupati. Le retribuzioni arrivano in media a 1.223 euro mensili netti. Il 55,2% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro che sta svolgendo; il 41,8% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’universita’. Ma dove vanno a lavorare? Il 62,2% dei laureati e’ inserito nel settore privato, mentre il 30,9% nel pubblico.

La restante quota lavora nel non-profit (6,5%). L’ambito dei servizi assorbe l’82,4%, mentre l’industria accoglie il 13,9% degli occupati. Marginale la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.

Italpress

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