Il cognome tradisce in maniera chiara un’origine ragusana, e nel ragusano Simone La Terra aveva amicizie, contatti, il papà Lorenzo, 72enne professore e preside oggi in pensione, è infatti vittoriese. L’alpinista mantovano, 37 anni, è stato travolto da una raffica di vento che ha letteralmente sradicato la tenda che aveva montato a 6 mila metri di quota sul Dhaulagiri, uno dei quattordici ottomila sulla catena impervia tra Nepal, India e Cina.
Simone aveva scritto un libro: «Attimi al fil di cielo», che parla di vette e scalate. Ricorda di lui il padre: «Simone era un puro, un ragazzo semplice che stando in Italia era in costante contatto con gli sherpa, erano i suoi amici. Per lui la montagna era una regola, una disciplina. Aveva scalato 5 ottomila dell’Himalaya senza bombole d’ossigeno. “Per stare più vicino alla natura”, diceva. So che il suo corpo lo hanno recuperato con difficoltà. Siamo stati contattati dall’ambasciata, non è ancora chiaro cosa sia successo…».
Simone La Terra, alpinista, tra pochi giorni avrebbe compiuto 37 anni: ha perso la vita domenica sull’Himalaya, sul monte Dhaulagiri (8.167 metri d’altezza, nel Nepal, che ne fanno la settima vetta più alta al mondo). Il giovane e coraggioso alpinista aveva tanti amici e contatti, che oggi lo piangono, tra Vittoria e Ragusa.
Il suo corpo è stato recuperato sabato e inviato a Kathmandu per l’autopsia. Simone era un appassionato ed esperto scalatore. Sul suo blog (Simonelaterra.it) ci sono i racconti delle sue scalate in giro per il mondo: Islamabad, Skardu, Askole. Conosceva la montagna ed i suoi rischi, tanto che in alcune spedizioni raccontava di campi base difficili e viaggi a cui aveva dovuto rinunciare per le avverse condizioni: «Non bisogna ignorare i segnali che ci sono dentro e intorno a noi – raccontava – Le montagne restano, le troverò qui alla prossima occasione». E invece la montagna l’ha tradito.