1/ Rifiuti, ultimatum Corte dei Conti, i comuni e Regione inadempienti

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La Sezione di controllo per la Regione siciliana nella camera di consiglio del 20 dicembre 2017 (Maurizio Graffeo, Presidente e relatore) ha deliberato “di approvare le “Osservazioni sull’attuazione della legge regionale n. 9 del 2010 in tema di gestione integrata dei rifiuti”, fissando il termine di sei mesi dalla data di ricevimento della presente deliberazione affinché le Amministrazioni interessate comunichino a questa Sezione le misure correttive conseguenzialmente adottate.”

La situazione della raccolta differenziata

Tra le finalità espressamente indicate dalla legge regionale n. 9 del 2010 assumono notevole rilevanza le attività (devolute prioritariamente alla Regione) di promozione sia del riutilizzo, del riciclaggio e del recupero dei rifiuti urbani, che della raccolta differenziata (in prosieguo RD) dei rifiuti solidi urbani e di quelli assimilati agli urbani, unitamente ai compiti di promozione e agevolazione della riduzione dello smaltimento in discarica.

Al “Piano regionale di gestione dei rifiuti”, in particolare, l’articolo 9 della legge n.9 del 2010 assegna il compito di definire le modalità per il raggiungimento degli obiettivi di RD e di recupero di materia (per ognuno degli ambiti territoriali ottimali) attraverso la elaborazione di un documento di indirizzo denominato” Linee guida operative sulla raccolta differenziata”.

Tale documento ha il compito di supportare e guidare gli enti attuatori nella progettazione di dettaglio ed ottimizzazione dei sistemi di RD, privilegiando la raccolta domiciliare integrata, per il raggiungimento di livelli minimi così di seguito normativamente fissati:

  • –  Anno 2010: R.D. 20 %, con recupero materia del 15 %;
  • –  Anno 2012: R.D. 40 %, con recupero materia del 30 %;
  • –  Anno 2015: R.D. 65 %, con recupero materia del 50 %.

    Ciò nel rispetto delle direttive comunitarie formulate in materia di rifiuti, oltre che delle disposizioni contenute nel decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e successive modifiche ed integrazioni, che già fissa gli obiettivi di RD, disponendo che spetta alla Pubblica Amministrazione “organizzare adeguati sistemi di raccolta differenziata in modo da favorire il conferimento di rifiuti selezionati, secondo criteri di efficacia, efficienza ed economicità.”

    Gli obiettivi di accrescimento della RD indicati nella legge regionale n. 9 del 2010 vengono richiamati e ribaditi, di volta in volta, tra le premesse delle ordinanze emesse 5 tra giugno 2016 e dicembre 2017 dal Presidente della Regione d’intesa con il MATTM, ed il loro conseguimento diventa oggetto di prescrizioni ministeriali precise ed articolate, dalla cui osservanza dipende, tra l’altro, il mantenimento dell’intesa rilasciata.

    A cominciare infatti da quella concessa sull’ordinanza n. 5 del 7 giugno 2016, l’intesa ministeriale viene risolutivamente condizionata alla realizzazione di tutta una serie di adempimenti posti a carico dell’Amministrazione regionale, tra i quali l’adozione di un piano operativo, comprensivo di un cronoprogramma, che indichi azioni ed obiettivi intermedi di RD e il raggiungimento, allo scadere del primo trimestre di vigenza dell’ordinanza, di un incremento della RD di almeno tre punti percentuali rispetto al dato ISPRA relativo all’anno 2015, incremento, che, allo scadere del secondo trimestre, deve raggiungere ulteriori tre punti percentuali.

Alle richieste ministeriali di riscontro su tali prescrizioni, il DRAR comunica 6 di aver già svolto attività inerenti e propedeutiche al trasporto transregionale dei rifiuti prodotti in Sicilia, di avere in corso il monitoraggio dell’approvazione, da parte dei comuni, del Regolamento per la raccolta differenziata 7 e di avere attivato ogni iniziativa utile per ampliare la capacità di biostabilizzazione dei rifiuti urbani indifferenziati da parte degli impianti esistenti nel territorio regionale, provvedendo a fare installare, peraltro, anche alcuni impianti mobili.

Circa il monitoraggio presso i comuni il Dipartimento precisa altresì di essere stato affiancato nei propri compiti da un “Ufficio speciale” (per il monitoraggio e l’attuazione delle azioni previste nelle ordinanze n 5 del 7 giugno 2016 e n.6 del 30 giugno 2016 per l’incremento della raccolta differenziata presso i comuni della Sicilia), istituito presso la Presidenza della Regione poco dopo l’adozione di dette ordinanze (in data 22 luglio 2016) e coordinato funzionalmente dal Dipartimento.

Lo stesso Dipartimento lamenta però nel contempo “un comportamento omissivo della maggior parte degli enti locali siciliani ad attuare le direttive emesse dalla Regione siciliana ai fini dell’incremento della raccolta differenziata”, nonché “l’assenza di una banca dati regionale in materia di rifiuti urbani” 8.

In particolare fa presente che ”alla data del 25 maggio 2016 non esistevano, né presso l’ARPA Sicilia, né presso lo stesso Dipartimento, banche dati relative alla raccolta differenziata o sistemi di acquisizione di tali dati su base mensile”, per cui, al fine di superare tali criticità, riferisce di avere adottato, con decorrenza 1 luglio 2016, una scheda di rilevamento con le modalità di calcolo della RD (predisposta dalla Segreteria tecnica dell’ARPA Sicilia) che i comuni devono compilare e trasmettere on line.

Sempre lo stesso Dipartimento riferisce che in effetti “solamente 160 comuni su 390 avevano alimentato la base informativa 2015, mentre per il 2016, addirittura, si erano attivati solo 92 comuni per il mese di giugno, 36 per quello di luglio ed appena 7 per quello di agosto”.

l fine pertanto di monitorare, anche indirettamente, gli incrementi della raccolta differenziata dell’anno 2016, il Dipartimento comunica di avere creato “un’ulteriore data base dei conferimenti giornalieri in discarica da parte dei comuni” al fine di fare emergere, con riferimento al trimestre giugno-agosto 2016, l’eventuale riduzione del conferimento dei rifiuti indifferenziati rispetto al dato 2015.

Alla scadenza dell’ordinanza (fine novembre 2016) non si registra tuttavia nessun risultato positivo rilevante in ordine all’incremento della raccolta, anzi lo stesso Dipartimento continua a lamentare il “comportamento omissivo della maggior parte degli enti locali siciliani ad attuare le direttive emesse dalla Regione siciliana ai fini dell’incremento della raccolta differenziata” 9.

La seconda ordinanza emessa d’intesa con il Ministero, la n.26 in data 1 dicembre 2016, reitera sostanzialmente gli stessi contenuti della precedente tenendo conto delle azioni già poste in essere dalla Regione. Il rilascio dell’intesa per quanto attiene all’incremento della RD, però, viene ulteriormente condizionato “all’implementazione, entro 30 giorni dall’adozione dell’ordinanza, della raccolta differenziata quale almeno la carta, la plastica, il vetro ed i metalli”, nonché all’istituzione di un tavolo tecnico 10, composto dall’Arpa Sicilia, dalla Regione e dai responsabili degli impianti, al fine di definire le procedure standard per il monitoraggio e lo svolgimento dei controlli, oltre che per l’avvio di procedure di gara per inviare i rifiuti in impianti di trattamento fuori dal territorio regionale.

Ai riscontri richiesti dal MATTM in ordine all’attuazione della seconda ordinanza il DRAR risponde 11 richiamando la recente istituzione dell’Ufficio speciale per la raccolta differenziata, oltre che del tavolo tecnico di cui sopra e aggiungendo laconicamente che sono stati programmati anche una serie di incontri con il CONAI al fine di incrementare le attività di riciclaggio e recupero di imballaggi.

Con la terza intesa rilasciata, quella relativa all’ordinanza n. 4 del 1° giugno 2017, scaduta il 30 novembre 2017, le prescrizioni ministeriali concernenti l’incremento della RD, reiterate peraltro, con le necessarie integrazioni, anche con l’ultima intesa rilasciata sull’ordinanza n. 13 del 1° dicembre 2017, si fanno ancora più articolate. Viene, infatti, richiesto alla Regione un cronoprogramma per la raccolta di carta, vetro, plastica e metalli, che dia ragione anche dei comuni coinvolti, dei risultati attesi e dei relativi tempi di conseguimento, nonché il dato, certificato da parte di ARPA Sicilia, della percentuale di raccolta differenziata per l’anno 2016.

Relativamente al monitoraggio condotto dal Ministero sulle azioni previste in questa penultima ordinanza in ordine alla RD, il Dipartimento risponde 12 che l’intesa ha consentito di sottoporre i rifiuti urbani indifferenziati al trattamento meccanico di biostabilizzazione (in prosieguo TMB), avvalendosi anche dell’utilizzo di impianti mobili autorizzati in via straordinaria; precisa inoltre che, pur nelle difficoltà dovute, tra l’altro, alla “mancanza di una governance strutturata dei soggetti che operano nel settore dei rifiuti”, sulla base degli elementi forniti dall’Ufficio speciale si evidenzierebbe un incremento della raccolta differenziata di più di 6 punti percentuali rispetto ai dati del 2014 .13

Di fatto però, dai dati ufficiali pubblicati recentemente da ISPRA, risulta che la RD in Sicilia è passata da un valore del 12,50 % del 2014 ad uno di circa il 12,80 % del 2015 per arrivare al 15,43 % del 2016, ancora ben lontano dai 22 punti percentuali del mese di luglio 2017, recentemente dichiarati dal DRAR 14 e ribaditi tra le premesse dell’ultima ordinanza del 1° dicembre 2017.

I dati, secondo quanto precisato 15 dal Dipartimento, sono forniti dall’Ufficio Speciale per la raccolta differenziata che, oltre ad avere specifiche competenze proprio in materia di monitoraggio costante dell’andamento della RD nei comuni della Sicilia, di verifica degli obiettivi imposti e dell’accertamento di indizi di eventuali anomalie nel servizio di raccolta, dovrebbe svolgere anche un ruolo di assistenza tecnica e di proposizione al Presidente della Regione di interventi correttivi.

Sui dati forniti il Ministero esprime talune perplessità, 16 atteso che “da informazioni informali avute dall’ISPRA il dato medio per l’anno 2016 non dovrebbe superare il 16 % ” 17, per cui segnala nuovamente “la necessità di avere un dato certificato che fornisca anche il dato mensile di raccolta differenziata sia per l’anno 2016 che per l’anno 2017”.

Il MATTM cita pure al riguardo un recente protocollo operativo per la validazione dei dati di RD, definito a seguito di un tavolo tecnico tenutosi il 6 settembre 2017 tra l’ARPA Sicilia (sezione regionale del Catasto dei rifiuti) e l’Ufficio speciale per l’incremento della raccolta differenziata ed attuativo della convenzione “per l’aggiornamento continuo del quadro conoscitivo sullo stato della raccolta differenziata dei rifiuti urbani prodotti in Sicilia”, stipulata tra le stesse parti pochi mesi prima, e più esattamente il 2 maggio 2017.

Da tale protocollo risulterebbe che ARPA Sicilia non è in condizione di operare, per il 2016, il riscontro dei dati attraverso i Modelli di Dichiarazione Unica Ambientale (in prosieguo MUD) “in considerazione del fatto che l’Ufficio speciale dispone dei dati raccolti a partire dal mese di giugno 2016 18, e che i MUD raccolgono i dati aggregati per l’intero anno; per il 2017, ed a regime, la validazione sarà effettuata da ARPA Sicilia sulla scorta del controllo incrociato tra i moduli di autodichiarazione che l’Ufficio speciale avrà cura di trasmettere entro dicembre dell’anno successivo a quello di riferimento per la validazione ed i MUD prodotti dai Comuni (entro il 30 aprile dell’anno successivo all’esercizio di riferimento). Pertanto la validazione potrà essere effettuata nel secondo semestre 2018.”

Dal protocollo operativo in questione risulterebbe peraltro, osserva sempre il MATTM, che il Catasto dei rifiuti regionale, previsto dall’art. 189 del decreto legislativo n. 152/2006 – e di cui lo stesso Ministero chiedeva l’attivazione, citandolo espressamente tra le prescrizioni dettate nel rilascio dell’intesa all’ordinanza n. 26 del 1° dicembre 2016 (lett. e) – di fatto è stato istituito con decreto dell’Assessore al territorio e all’ambiente del 4 ottobre 2005 presso l’ARPA Sicilia, con il preciso obiettivo di “raccogliere, in un sistema unitario, tutti i dati relativi alle quantità e qualità dei rifiuti prodotti, raccolti, smaltiti e recuperati, sulla base dei dati ricavati dai MUD”, nonché di “qualificare e validare i dati raccolti”, oltre che di “costituire supporto informativo qualificato agli enti locali ed a tutti gli enti e soggetti pubblici interessati alle problematiche connesse ai rifiuti”.

Lo stesso Ministero pertanto si chiede quali attività abbia realizzato ad oggi il Catasto e se lo stesso abbia mai operato.
Richieste del tutto legittime, atteso peraltro che dal sito dell’ARPA Sicilia la sezione regionale del Catasto rifiuti risulta in attività ed avente tra le competenze, come principale obiettivo, “la costituzione di una base conoscitiva informatizzata utile alle attività di monitoraggio, pianificazione e controllo ambientale nel settore dei rifiuti”.

Quanto ai dati concernenti l’anno 2017, cui fa riferimento il MATTM, va evidenziato che quelli relativi al periodo gennaio – agosto, aggiornati al 13 novembre, sono stati trasmessi a questa Sezione dall’Ufficio speciale in data 16 novembre 2017.
Il quadro fornito appare completo (in base alla popolazione dei comuni) in una percentuale che oscilla tra i 98,3 punti di gennaio e gli 89,8 di luglio, con un range di 8,5 punti percentuali. Analizzando comparativamente i dati relativi ai mesi di gennaio e maggio 2017 19 si nota, da un lato, un aumento del numero dei comuni che non effettuano alcuna comunicazione (da 8 a 30), dall’altro una diminuzione del numero degli enti che dichiarano una percentuale di RD pari a zero (da 27 a 9).

Dall’acquisizione dei dati regionali concernenti il 2017, il Ministero trae la considerazione che “le città metropolitane e le città medio – grandi della Regione sono ancora molto indietro, mentre i piccoli centri cominciano ad attuare modelli di raccolta efficienti”.
Ed in effetti, dagli ultimi riscontri forniti dal Dipartimento al MATTM nel mese di ottobre 2017 20 (riferiti al periodo gennaio-agosto 2017) l’avvio della RD domiciliare nelle quattro grandi città della Regione, e cioè Palermo, Catania, Messina ed Agrigento (che producono il 30 % dei rifiuti dell’Isola e incidono nella media regionale per almeno 5 punti percentuali), si attesterebbe su valori rispettivamente del 14 %, 7,7 %, 12 % e 7,8 %.

Tali valori, tuttavia, si rivelano poco congruenti, in particolare per il Comune di Palermo, se raffrontati con i dati ufficiali 2016 pubblicati recentemente sul sito ISPRA21, i quali riportano per Palermo, Catania, Messina ed Agrigento indici di RD pari, rispettivamente, al 7,16 %, 10,34 %, 11,24 % e 9,34 %22.

(Continua) 

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