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(da Facebook) Che poi tutti a parlare e straparlare, da dieci anni, del PD, dei suoi leader, delle sue politiche. E nessuno, dico nessuno, che dica mezza parola, anche a monosillabi, pure con i segnali di fumo o un’alzata di sopracciglia, su una sinistra esterna al PD, come lo era al PDS e ai DS, che in 25 anni è scomparsa completamente dalla scena. E che in questi ultimi decenni ha avuto come unico obiettivo quello di colpire il partito riformista e favorire in tutti i modi le destre.
Almeno gli eredi del PCI che si sono spesi dentro il PDS, i DS e il PD, con i diversi leader, abbattuti uno dietro l’altro con il supporto fondamentale di questa supponente e poco utile sinistra, sono stati protagonisti dell’agenda politica italiana vincendo tre tornate elettorali su sei e portando il partito riformista sopra il 40 per cento.
Ma questa sinistra, che comprende i partiti e l’elettorato di riferimento, che caspita ha fatto negli ultimi 25 anni se non distruggere e via via scomparire dallo scenario politico italiano? Nulla al di fuori di ciò. E mai un’analisi seria, un aggiustamento di tiro, una svolta, un mettersi in discussione. Riescono solo ad emergere dal letargo soltanto quando c’è da colpire il riformismo italiano. E la stessa cosa hanno fatto pure nella prima repubblica. Dal 4 marzo non hanno più detto una parola che sia una sul dopo elezioni. Altro che doppia cifra. Altro che recuperare i voti in uscita dal PD. Dissolti, scomparsi, irrilevanti.
Almeno il PD, sia che prenda il 40, il 32, il 25 o il 19 è protagonista della politica di questo paese. Questa molto presunta sinistra, che critica le sconfitte degli altri ma non proferisce parola sui suoi numeri da prefisso telefonico, non ha nulla da dire a questo paese da tanti decenni. Eppure si ostina a guardare le pagliuzze negli occhi degli altri e non le travi che le impediscono di vedere e di vedersi.
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