“Sospiro di carciofi”: una ricetta afrodisiaca di Isabel Allende

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I confini tra l’amore e l’appetito sono a volte talmente labili da confondersi completamente. Così a tal proposito scrive Isabel Allende:

“Dopo aver fatto un paio di giri completi nel mondo degli afrodisiaci, scopro che l’unica cosa che davvero mi eccita è l’amore. (…) Mi pento delle diete, dei piatti prelibati rifiutati per vanità, come mi rammarico di tutte le occasioni di fare l’amore che ho lasciato correre.. Non posso separare l’erotismo dal cibo e non vedo nessun buon motivo per farlo; al contrario, ho intenzione di continuare a godere di entrambi fino a quando le forze e il buonumore me lo consentiranno.”

Sin dai tempi del simposio greco e dei convivi romani, luoghi di consumo condiviso del vino, del cibo e di piaceri multisensoriali, la dimensione conviviale si configura come un’attività sociale che coniuga al mangiare e al bere in comune un’atmosfera impregnata di gioia (euphrosyne) e di piacere (hedoné), dove ogni senso è coinvolto in un grande spettacolo nel quale entrano in scena odori, sapori, profumi, suoni, visioni, con l’immancabile condimento della parola. “I profumi della buona cucina – scrive Isabel Allende – non solo ci fanno venire l’acquolina in bocca, ma ci fanno anche palpitare di un desiderio che se non è quello erotico gli assomiglia comunque molto. Chiudi gli occhi e cerca di ricordare il profumo preciso di una padella con olio di oliva in cui stanno friggendo delicate cipolle, nobili spicchi d’aglio, stoici peperoncini e teneri pomodori. Adesso cerca di immaginare come cambia quell’odore quando lasci cadere nella padella tre pistilli di zafferano e subito dopo del pesce fresco marinato con erbe aromatiche e alla fine uno spruzzo di vino e il succo di un limone… Il risultato è eccitante quanto il più sensuale degli effluvi e lo è mille volte più di un profumo in bottiglia. A volte, quando evoco l’aroma di un piatto gustoso, la nostalgia e il piacere mi commuovono fino alle lacrime”.

Il cibo, come l’erotismo, si gode anzitutto con gli occhi. Poi è la volta dell’olfatto: come i piaceri del palato vengono anticipati dai profumi inebrianti del cibo, tali da renderlo irresistibile, così nell’attrazione amorosa gli odori indiscreti sono un ingrediente essenziale che rende inconfondibili, suscitando estasi e rapimento, e nell’uno come nell’altro caso stimolando il ‘consumo’ oppure suscitando repulsione e fastidio. Se l’odore di un corpo è eccitante, lo è altrettanto quello di un piatto preparato sapientemente.

Il tatto, decisivo annullamento delle distanze tra due corpi, tenerezza delle carezze e degli abbracci, sensazione voluttuosa del calore della pelle dell’altro, è il luogo di convergenza del piacere di toccare e di quello di gustare, di tastare cioè con la lingua e con il palato le innumerevoli varietà delle forme della pasta fino alle diverse consistenze di pietanze cotte e crude.

E come lo scrocchio di un buon cioccolato, la croccantezza di una frittura, lo sfrigolio della cipolla che frigge nell’olio, il sobbollire di una pentola o il suono di un vino che scende nel bicchiere, e nei banchetti, la conversazione che accompagna e insaporisce il rito del bere e del mangiare insieme contribuiscono a fare di un pasto un’esperienza sensuale anche grazie al concorso dell’udito, nei conviti amorosi i sospiri, gli affanni, i toni lievi e insinuanti, i sussurri maliziosi e carezzevoli, le parole mormorate e i silenzi sapientemente cercati alimentano la passione e favoriscono l’abbandono, configurandosi come un potente afrodisiaco.

Com’è naturale e anche un po’ scontato, anche il gusto fa la sua parte nella sfera dell’eros. La bocca, sua sede elettiva, è del resto la porta di ogni emozione a tavola come a letto: la usiamo per gustare ogni sorta di prelibatezze gastronomiche, per bisbigliare parole dolci, per cantare, per accarezzare, per baciare, per apprezzare i sapori e gli odori più intimi. Anche per questa ragione, mangiare e fare l’amore, vengono spessissimo accomunati. Perché l’atto di mangiare, come l’atto sessuale, sono atti di assimilazione e di riunificazione per eccellenza: si spiega così il frequente ricorso a metafore culinarie quando parliamo di sesso.

Per non parlare del ruolo del cibo come scorta sicura della seduzione e rito preparatorio di intimi piaceri: cucinare è già un atto d’amore, un prendersi cura dell’altro. Se per di più si assaporano dei cibi durante un incontro amoroso il piacere dei sensi raggiunge il massimo.

“Credo sia inutile complicarsi la vita preparando dolci, avrai già i tuoi grattacapi con le tasse quindi risparmia energia per fare l’amore. In fondo, non è quello lo scopo di una cena afrodisiaca?” scrive ancora Isabel Allende, “(…) ricordati allora che in questo caso l’abito fa il monaco: l’aspetto del dolce è più importante del suo sapore. Qualsiasi cosa migliora se bagnata nel liquore, meglio ancora se fiammmeggiata o servita in una coppa da champagne con un po’ di crema chantilly. Se cerchi un effetto più audace, fatti venire in mente qualche forma evocativa, come una banana con due palline di gelato disposte strategicamente. (…) Alla fine di una cena erotica che, boccone dopo boccone, ha condotto gli amanti tra preliminari e giochi amorosi fino alla camera da letto, non può certo mancare un lieto fine: il dolce. Il dolce ha il compito di coronare l’orgia intima: pensa al mago flambè al rum o ai profiteroles ripieni di lamponi e ricoperti di un vellutato strato di cioccolato..”

Lasciamoci trasportare dall’Afrodite sudamericana di Isabel Allende e proviamo a preparare una ricetta delle sue: “Sospiro di carciofi”, una delle poche mousse, sostiene, che non richiede besciamella. Viene leggera e ha un gusto originale.

Ingredienti:

2 carciofi

1/2 tazza panna da montare

1 cucchiaio e ½ di gelatina

sale e pepe

Preparazione:

In abbondante acqua salata fate bollire i carciofi per 30 minuti. Scolateli bene e fateli raffreddare all’aria aperta. Con l’aiuto di un cucchiaino, raschiate via la polpa dalle foglie, pulite i cuori e tritate tutto e condite con sale e pepe.

Nel frattempo fate sciogliere la colla di pesce in poca acqua tiepida. Montate la panna a neve finché diventa soffice. Mettete tutti gli ingredienti nel frullatore e attivatelo per qualche secondo fino ad ottenere un impasto omogeneo. Dividete ora l’impasto in due stampini imburrati, metteteli in frigorifero per 2 ore.

Rovesciateli su di un piatto di portata e servite.

Accompagnate questa mousse con una maionese fatta in casa o con una salsa delicata.

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