Se ci rifiutassimo di fare acquisti il 25 aprile e il 1 maggio?

0
2
Condividi su Facebook
Tweet su Twitter


Want create site? Find Free WordPress Themes and plugins.

Quanti saranno gli ipermercati, i negozi, le aziende che rispetteranno la pausa di riposo dei dipendenti il 25 aprile e l’1 maggio ? Speriamo tutti, temiamo nessuno, prevediamo alcuni. I sindacati (abbandonati, un po’ a torto e un po’ a ragione dalla maggior parte dei lavoratori) tacciono. E i consumatori? Sanno – anzi: sappiamo – di essere, potenzialmente, dei consum-attori? Di poter influenzare le scelte strategiche di grandi, medie e piccole imprese quanto – o forse più – delle stesse decisioni legislative e amministrative? Che cosa succederebbe se milioni di cittadini domani (Festa della Liberazione dal dominio nazi-fascista) e il Primo Maggio (Festa dei lavoratori) si astenessero – come abbiamo deciso mia moglie, io e alcuni amici – dall’acquistare nei negozi aperti? Se anticipassimo alla vigilia, o posticipassimo al giorno successivo delle festività, le nostre compere non strettamente e urgentemente necessarie? Forse, l’anno prossimo (o negli anni prossimi), qualcosa muterebbe. E si avrebbe la riprova che la consapevolezza critica negli acquisti è – insieme al voto nella cabina elettorale – l’altra arma democratica a difesa delle nostre convinzioni.

Già, le nostre convinzioni. Ma siamo davvero convinti che questa ipertrofia dei consumi (e, a monte, della produzione industriale) sia un danno non soltanto, immediato, per gli addetti alla distribuzione e alla vendita, ma, nella lunga distanza, per tutta la società? Che, secondo le teorie di economisti di tutto rispetto come Serge Latouche e Maurizio Pallanti, abbiamo bisogno di “de-crescere” dal punto di vista produttivo per poter crescere in servizi alla persona, tempo libero, occasioni di formazione culturale, relazioni umane significative?

Probabilmente il 90% degli Occidentali – e del pianeta occidentalizzato – non arriva neppure a porsi questo genere di domande. Lo stile dei comportamenti abituali è dettato da motivazioni molto più elementari, basilari: la domenica e i giorni festivi vado a fare shopping (anche solo a mimare lo shopping dei benestanti) perché non trovo nulla di meglio da fare. Non sono appassionato di sport (né da vedere né ancor meno da praticare); mi stanca passeggiare in mezzo alla natura; non ho amici disposti a conversare con me intorno a una teiera o ascoltando musica classica; libri non ne tocco da quando ho smesso di studiarli per la laurea o per il concorso di carabiniere…Che c’è di più accessibile e gratificante di una giornata al Mega Centro Commerciale dove si possono persino posteggiare i bambini nell’angolo dei giochi e i nonni, se proprio non vogliono restare a casa incollati come gli altri santi giorni davanti alla Tv, a un tavolino del bar con un gelato in mano?

Pascal lo aveva spiegato nel XVII secolo, Schopenhauer e Leopardi lo hanno ribadito nel XIX: la noia è una brutta bestia e, pur di evitarla, siamo disposti a farci del male. Come soggetti individuali e come collettività. L’unico conforto è che ogni perversione, estremizzata, perviene alla propria stessa dissoluzione: dunque anche l’umanità, se non opera un’inversione a U tanto radicale quanto improbabile, sta preparando la fossa in cui scomparirà definitivamente dalla faccia dell’universo.

Did you find apk for android? You can find new Free Android Games and apps.


LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento!
Inserisci il tuo nome:

Time limit is exhausted. Please reload the CAPTCHA.