’68 Terremoto in Sicilia”,torna l’istant book di Marino

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Pochi giorni dopo il sisma che nel gennaio del ’68 rase al suolo interi paesi della valle del Belìce, fu pubblicato un istant book contenente toccanti testimonianze fotografiche in bianco e nero accompagnate da partecipi scritti sul terremoto. Quel libro fu curato da un non ancora trentenne Giuseppe Carlo Marino (che si sarebbe poi affermato nel mondo accademico come storico di sensibile impegno civile) e da Nicola Adelfi, pseudonimo di Nicola De Feo, apprezzato inviato speciale di diverse testate di rilievo. L’istant book s’intitolò “’68 Terremoto in Sicilia”, ebbe particolare diffusione e successo, anche per il suo modico prezzo.

A distanza di cinquant’anni dal terremoto, un editore del bacino territoriale belicino, Angelo Mazzotta, ripropone quel libro. Nella rinnovata edizione, il testo è arricchito da una nuova prefazione di Giuseppe Carlo Marino che, oltre a riflettere su che cosa ha significato il tragico evento per la valle del Belìce e sulle reazioni sia delle comunità colpite sia dello Stato, svela (leggasi il post scriptum) la genesi della pubblicazione, per diversi aspetti emblematica di come vanno le cose in Sicilia.

La nuova edizione s’intitola “68 Terremoto in Sicilia: 50 anni dopo” e, per chi considera la memoria un valore da preservare, merita un posto nelle librerie.

Lo merita non solo perché il libro ci ricorda, con la cruda potenza delle fotografie, una catastrofe naturale che mise a nudo la povertà di una Sicilia contadina allora lontana –per condizione sociale e retroterra culturale – dal resto della penisola, non solo perché testimonia lo sradicamento di comunità derubate – prima dalla violenza della natura, poi da gravi inadempimenti, ritardi, insensibilità istituzionali – della loro anima, ma anche perché, tramite la coinvolgente espressività dei testi, la pubblicazione rimane, dopo mezzo secolo, uno strumento indispensabile per comprendere la tragicità di quel terremoto.

I testi compresi nel libro sul terremoto del Belìce – così vogliamo chiamarlo, considerando sia la prima che la seconda edizione – sono firmati da alcuni dei migliori talenti del giornalismo siciliano. Roberto Ciuni –poi divenuto direttore del Giornale di Sicilia, del Mattino e della Nazione -, Anselmo Calaciura – dopo una lunga militanza al “Sicilia”, direttore dell’Ora -, Giuseppe Quatriglio – giornalista culturale coltissimo, autore di diversi saggi storici – sono solo alcuni dei giornalisti che vissero in prima persona, sul campo, la sciagura di quel terremoto e a essa diedero vibrante voce; come pure Leonardo Sciascia, presente in questo libro con un polemico intervento.

Dalle loro penne vennero immortalati i piccoli-grandi drammi di una popolazione, quella belicina, ferita a sangue dal terremoto e da tutto ciò che ne conseguì. Se volete conservarne indelebile traccia, accogliete tra i vostri libri “68 Terremoto in sicilia: 50 anni dopo”.

 

Antonino Cangemi

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