Bonito Oliva difende l’arte orgiastica
di Nitsch, le carnezzerie pure

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L’arte orgiastica di Hermann Nitsch spacca Palermo. La città che va alle mostre e quella che ama gli animali, in verità, ma è un bacino piuttosto ampio, perciò la polemica non conosce pause e le parti affilano le spade per il duello finale, il debutto della mostra, previsto il 10 luglio presso i Cantieri Culturali alla Zisa. Il dissenso è proiettato verso l’abiura della mostra “Das Orgien Mysterien Theater”, una personale di Nitsch, che si compone di 40 enormi tele e fotografie che ritraggono le azioni dell’autore, cioè gli squartamenti degli animali e il pubblico insanguinato.

Nistch non si esibirà nelle sue “performance”, ma è proprio grazie a queste che l’artista viene tenuto sul palmo della mano anche da grandi critici d’arte, come Achille Bonito Oliva, che sulla sua arte giura e spergiura.

Quando l’assessore comunale alla cultura Andrea Cusumano ha annunciato la mostra dedicata ai riti parareligiosi con vittime sacrificali animali da macello dal destino segnato, c’è stata a Palermo una sollevazione generale degli animalisti e non solo. Antonio Leto ha promosso una petizione popolare al grido di “cancellate la mostra di Hermann Nitsch”. L’appello di Leto riporta per intero la “Dichiarazione universale dei diritti degli animali”. Nel giro di pochi giorni Leto ha raccolto una valanga di firme, ma questo non ha scoraggiato affatto Cusumano, che è uno dei più convinti sostenitori di Nitsch.

Se la mostra non verrà cancellata dal calendario delle iniziative del comune di Palermo, dovremo attenderci delle contestazioni, che ci auguriamo comunque, civili e rispettose delle idee altrui.

I sostenitori di Nitsch da alcuni giorni cercano di aumentare la fascia di consenso. E ricordano, per esempio, che mostrare brandelli di animali talvolta sanguinolenti, ai ceppi, sia all’interno che all’esterno delle carnezzerie, sia un costume collaudato contro il quale nessuno ha avuto alcunché da dire. Al gancio dei “negozi” ci sono teste di cavallo, conigli spellati, agnelli, pecore, cosce di vitello ed ogni altra fetta di animale domestico da mostrare agli acquirenti.

Se questa consuetudine è stata tollerata senza alcuna insofferenza dai palermitani, perché mai si dovrebbe protestare al punto da chiedere la cancellazione della mostra dedicata agli animali squartati, tanto più che Nitsch è un artista, il macellaio no…

Ma c’è di più: uno dei dipinti più apprezzati e noti di Renato Guttuso è la Vucciria, che mostra brandelli di animali in primo piano. Non è uno squartamento, è vero, ma si tratta pur sempre di un vitello appeso al gancio. Insomma, non si possono fare due pesi e due misure.

Stanno così le cose? Non proprio. Una mostra dedicata agli squartamenti con tanto di sangue ben in vista è ben altro che una tela dedicata alla Vucciria. E i carnezzieri non squartano e fotografano, ma vendono la loro merce. Non se lo sognano nemmeno di pensare che mettere in mostra gli animali sgozzati e tagliati a pezzi sia bello da vedersi se non addirittura arte.

Ma il dissenso esercita la sua funzione solo nella sfera personale, non si può, e non si deve, imporre la propria scelta agli altri. Chi vuole, ed ha lo stomaco, per andare a vedere Hermann Nitsch e il suo “Das Orgien Mysterien Theater” faccia pure, si accomodi. Noi preferiamo la Pinacoteca di Villa Zito o Palazzo Branciforte, tanto per citare due santuari dell’arte che hanno recentemente impreziosito Palermo.

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1 commento

  1. Si ma bisogna stabilire chi sta pagando questa mostra? Di chi sono i soldi? Perché l’amministrazione comunale di Palermo non patrocina più alcun tipo di mostra non vorrei che lo strappo fosse fatto proprio per la mostra di Nitsch. O forse c’è qualcosa che i palermitani dovrebbero sapere e invece non sanno?

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