I cognomi come brand: Cavallaro, Paci, Catalfo, Padua, di Francesco Miranda
Cavallaro
(come Nicola Cavallaro, ex parlamentare nazionale catanese)
Cavallaro, alterato di Cavallo, proviene dal tardo latino “caballarius”, con il quale termine si intendeva il ‘guardiano di cavalli’, ma anche il ‘sensale di cavalli’ o il ‘capo di una carovana di cavalli’, ma anche il ‘corriere o portatore di messaggi a cavallo’. Non ci sembra praticabile l’ipotesi che considera Cavallaro derivato dalla località in cui risiedeva o possedeva del terreno il capostipite in quanto non esiste una ‘città’ che si chiama Cavallaro bensì piccole località che contengono ‘cavallaro’ o ‘cavallari’ che difficilmente avrebbero potuto dare il nome a qualcuno. Il cognome è diffuso in tutte le regioni italiane, con nuclei più consistenti in Sicilia, Veneto (Rovigo, Verona, Padova, ecc.), Lombardia (province di Milano, Pavia, Monza e della Brianza, ecc.), Campania (nel salernitano, napoletano, ecc.), Piemonte, Calabria, Lazio, ecc. Nella nostra isola è presente in particolare nel catanese (Catania, Acireale, Zafferana Etnea, Paternò, ecc.), nel messinese (Messina, Milazzo, Rometta, Cesarò, ecc.), nel palermitano (Palermo, Villabate, Montemaggiore Belsito, ecc.), nel siracusano (Siracusa, Augusta, Sortino, Francofonte, ecc.), nell’ennese (Calascibetta, Agira, Enna, Barrafranca, ecc.)
Riferimenti storici e personaggi. Anticamente in Calabria esistevano le ‘torri cavallare’ (altrove dette ‘saracene’) dalle quali si scrutava il mare per avvistare le flotte saracene, all’apparire delle quali, la sentinella (detta ‘cavallaro’) montava a cavallo e galoppava per avvertire le popolazioni dell’imminente pericolo. (cfr. Vocabolario Lingua Italiana, Ist. dell’Encicl. Italiana). Una famiglia Cavallaro o De Cavallariis godette di Nobiltà in Messina, Palermo, Randazzo: molti suoi esponenti ebbero prestigiose cariche pubbliche nelle tre città dalla fine del secolo XVI alla prima decina del secolo XIX. NICOLA CAVALLARO (Catania 4/1/1915 – 17/7/2015), laurea in economia e commercio, fu deputato nazionale per la D.C. nella 2^ legislatura (1953/1958) e nella 4^ legislatura (1963/1968), collaborò con Alcide e De Gasperi e Giulio Andreotti e conobbe di persona i pontefici Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II; fu molto noto all’interno del partito della DC quando presidenti del Gruppo parlamentare erano Aldo Moro, Attilio Piccioni, Benigno Zaccagnini. Era stato presidente diocesano di Azione Cattolica per circa un ventennio, dal 1934 al 1953, e presidente provinciale delle ACLI. Partecipò alla vita consiliare del consiglio comunale di Catania dal 1946 al 1964 impegnandosi attivamente su temi sociali e del lavoro. E’ morto all’età di cento anni a Catania il 17 luglio scorso. MARIO CAVALLARO (Messina 19/7/1951), politico, senatore della Repubblica nella XIV legislatura, gruppo “La Margherita”, deputato nazionale nella XVI legislatura, gruppo PD. Siciliano di nascita vive da sempre nella Marche; si è formato politicamente nell’Azione Cattolica locale e nel Movimento giovanile della DC. Laureato in giurisprudenza, si è specializzato in diritto romano nelle università di Camerino, Salisburgo e Linz; avvocato con particolari interessi al diritto amministrativo e penale, è revisore contabile e giornalista pubblicista e collabora con testate locali e nazionali. Nel settembre 2013 è stato eletto dal Senato membro del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria e, dal gennaio 2014, ne è diventato presidente. CLAUDIO CAVALLARO (Verona 27/7/1934 – Milano 3/3/2003), compositore e cantante: ha composto le musiche di canzoni come “Applausi” (incisa dai Camaleonti), “Lisa dagli occhi blu” (Mario Tessuto), “Eternità” (Ornella Vanoni). Partecipò come compositore a varie edizioni del Festival di Sanremo e fu attivo anche nella radio. ANNA CAVALLARO (Belfiore 25/1/1986), amazzone, specialista nel volteggio a cavallo, prima italiana a vincere una “Word Cup” nell’equitazione. Per i suoi meriti sportivi, quest’anno ha ricevuto la medaglia d’oro al valore atletico.
Paci
(come Salvatore Paci, programmatore e scrittore di Caltanissetta)
Paci ha varianti (Pace, Pasi, Pase, Pasio) e molti alterati e derivati (Pacelli, Pacino, Pacini, Paciotti, Pacinotti, Paciullo, Pacenti, ecc.): tutti provengono, direttamente o tramite accrescitivi, dal nome augurale medioevale Pace (etimologicamente dal latino pax-pacis), dato al figlio a cui si augura che porti, a sé e agli altri, pace e tranquillità: era nome amato dai cristiani per il suo significato ma anche per il culto di alcuni santi.
Paci è un cognome noto in tutta la penisola e diffuso soprattutto nelle Marche (Pesaro-Urbino, Ascoli Piceno, Fermo, Ancona), in Toscana (Firenze, Arezzo, Pistoia, Prato, ecc.), in Emilia-Romagna (Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna), Lazio, Umbria, Lombardia; in Sicilia è presente in particolare nell’agrigentino (Canicattì, Agrigento, Campobello di Licata, Sant’Angelo Muxaro, ecc.), nel nisseno (Gela, Mazzarino, Caltanissetta, ecc.), nel trapanese (Trapani, Marsala, ecc.), nel catanese (Catania, Caltagirone, San Giovanni La Punta, ecc.), nel palermitano (Palermo, Ficarazzi, ecc.)
Riferimenti storici e personaggi. SALVATORE PACI (48 anni, vive a Caltanissetta), scrittore siciliano, programmatore, lavora presso una Pubblica Amministrazione come Istruttore Programmatore di Sistema. Prima di dedicarsi alla narrativa, aveva collaborato con diverse testate giornalistiche nazionali specializzate in statistiche legate ai giochi e aveva composto testi e musiche di genere pop con discreto successo; si è piazzato ai primi posti in alcuni festival di musica leggera a livello regionale. E’ noto al pubblico nazionale per aver scritto diversi romanzi gialli ambientati nella sua città, Caltanissetta, a Londra, Budapest, Barcellona, ecc. Le sue opere: “Biglietto di andata e ritorno”(2010), “2012”, “Il codice Moncada”(2011), “La collezionista”(2011), “Legami”(2012), “Io dormo da sola”(2013), scritto in collaborazione con Emanuela Baldo. ENZO PACI (Monterado, Ancona 18/9/1911 – Milano 21/7/1976), filosofo italiano, uno dei più noti rappresentanti dell’Esistenzialismo in Italia; fu allievo di Antonio Banfi. Insegnò filosofia teoretica a Pavia, poi, nel 1958, all’Università statale di Milano. Fondò nel1951, e diresse la rivista “Aut Aut”. ENZO PACI (Genova 27/1/1973), attore teatrale e cabarettista: ha lavorato per la radio del quotidiano genovese “Secolo XIX”, Radio19; ha lavorato per Mediaset (Colorado Cafè, Zelig, ecc.)
Catalfo
(come Nunzia Catalfo, politica, senatrice della Repubblica del M5S)
Catalfo è cognome raro, presente solo in una trentina di comuni di alcune regioni italiane: Sicilia, Piemonte, Lombardia, Veneto, Toscana, Lazio, Campania. Nella nostra regione è diffuso nel catanese (Biancavilla, Catania, San Giovanni La Punta, Adrano, Sant’Agata Li Battiati, Nicolosi), nel trapanese (Calatafimi, Erice, Vita, Marsala, Trapani), ma anche nell’ennese (Leonforte) e nel siracusano (Augusta). Le origini e il significato di Catalfo sono sconosciute: probabilmente il cognome nasce da un troncamento finale del cognome Catalfamo, soprannome grecanico derivato dai termini greci katà (contro) e phamà (grido, voce, che parla), composto che assume il significato di “antagonista”, “ribelle”; non si può escludere, inoltre, che si tratti di un’alterazione del termine greco “katafaino” (καταφαινω) che significa “mostrare, evidenziare”, ma anche “rappresentare”, forse riferito a capostipite specie di oracolo o uomo di religione.
Riferimenti storici e personaggi. NUNZIA CATALFO (Catania 29/7/1967), politica, senatrice della Repubblica componente, nell’attuale XVII legislatura, del Gruppo Movimento 5 Stelle; in Senato è membro dell’11^ Commissione permanente (Lavoro e previdenza sociale), della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza e della Delegazione parlamentare italiana presso l’Assemblea del Consiglio d’Europa; dal 16 ottobre del 2014 al 15 gennaio 2015 è stata vicepresidente del Gruppo Movimento 5 Stelle al Senato. Responsabile dei processi di promozione, orientatrice e selezionatrice del personale, tutor e progettista di piattaforme e-learning, è stata socio fondatore dell’Associazione Rifiuti Zero di Catania, ha collaborato con l’ANPVI (Associazione Nazionale Privi di Vista e Ipovedenti) e con l’Unione Ciechi di Caltanissetta. Nel 2008 è stata candidata all’amministrazione del Comune di Catania con gli “Amici di Beppe Grìllo”. PIER LUIGI CATALFO (Catania 2/8/1968), professore aggregato e ricercatore di Economia Aziendale dell’Università di Catania; è stato “visiting scholar” alla New York University (USA) e si interessa dei temi che riguardano le risorse immateriali, le aziende culturali e sanitarie e i sistemi informativo-contabili correlati al controllo strategico, alle attività di pianificazione e alla valutazione delle performance aziendali con particolare attenzione a quelle di carattere socio-ambientale. Tra le sue opere ricordiamo: “Dalla contabilità ambientale al bilancio di sostenibilità”(2012), “L’esperienza nel controllo delle reti sociali delle associazioni di volontariato”(2014)
Padua
(come Venera Padua, politica, senatrice dalla Repubblica del PD)
Padua e le sue numerose varianti, Padoa, Padoan, Padoani, Padoano, Paduani, ecc., dovrebbero derivare dal toponimo Padova, capoluogo di provincia del Veneto o dal suo etnico “paduano”, per indicare la provenienza dei capostipiti. Padova fu inizialmente “Patavium”, nome probabilmente tratto dal volgare latino “Pataua”, poi, per monottongazione di “au” in “o”, diventato “Patoa”, (in Veneto “Padoa”). Nel volgare toscano e, di conseguenza, nell’italiano, per labializzazione della “u” della voce classica si ottenne la forma ibrida Padova, in assonanza con la voce veneta. La forma Padua è diffusa soprattutto in Sicilia e, con piccoli nuclei, anche in Lazio, Emilia-Romagna, Sardegna, Lombardia, Liguria. In Sicilia è nota in particolare nel siracusano (Pachino, Siracusa, Solarino, Augusta, Noto), nel ragusano (Scicli, Ragusa, Modica, Pozzallo,), nel catanese (Giarre, Catania), nel messinese (Gioiosa Marea).
Riferimenti storici e personaggi. Tracce di questa cognominizzazione si trovano a Roma nel 1380, dove si tratta di una “…Domina Ioanna uxor Aleonti Ypoliti, dicti, alias Paduani de parochia sancti Laurentii de piscibus…”. VENERA PADUA (Scicli, RG, 17/4/1957), politica, senatrice della Repubblica del Partito Democratico. In Senato è membro della 12^ Commissione permanente (Igiene e Sanità), della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza. Medico dipendente dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Ragusa, è stata eletta al Senato nel marzo 2013 (XVII Legislatura); era stata consigliere della Provincia di Ragusa per due legislature dal 2002 al 2012. MASSIMO PADUA (Ravenna 1972), scrittore, ha compiuto studi in campo artistico, è stato cantante di piano bar e attore teatrale. Ha esordito come scrittore nel 2006, con il romanzo “La luce blu delle margherite”(Premio Opera Prima Città di Ravenna), poi sono venuti “Lo sguardo nascosto”(2007), “L’eco delle conchiglie di vetro”(2008, Premio Tammorra d’Argento), “L’ipotetica assenza delle ombre”(2009), “Si sta facendo buio”(2011), “A un passo dalla luna piena”(2014). E’ redattore di un inserto del settimanale “Sabato Sera”.