La legge del pudore: macché inventario, negozi chiusi per crisi

La legge del pudore: macché inventario, negozi chiusi per crisi

“Chiuso per inventario”. Leggi il cartello affisso alla vetrina dell’esercizio commerciale la prima volta passando nella via – una delle principali, nel centro della città – e non ci fai nemmeno caso. Sono talmente tanti gli esercizi commerciali chiusi!… Ripassi dopo diversi giorni. Stesso cartello. Stavolta lanci un’occhiata. Guardi dentro. Ma se gli scaffali sono vuoti che inventario c’è da fare? Trascorrono le settimane. Il cartello è sempre lì, il negozio sempre vuoto. Ha chiuso definitivamente, altro che inventario. Uno dei tanti di Palermo, di tutti i settori merceologici. E’ la strage di esercizi commerciali che nelle nostre città e nei nostri paesi si è trascinata appresso un Pil regionale crollato del 13 per cento in sette anni di crisi inarrestabile, feroce.

“Chiuso per inventario”. Era una finzione. Una bugia. “Chiuso per crisi” la triste realtà. Ma quel cartello “Chiuso per inventario” sa tanto di pudore. Quasi a non voler dichiarare e a non voler ammettere una sconfitta. Una prospettiva che per titolare e commessi si è interrotta bruscamente (chi poteva prevedere che andasse a finire così?). Incubo disoccupazione e altre strade – difficilissime e lastricate di “no” – da percorrere. “Chiuso per inventario”: il cartello è rimasto lì, il negozio è sempre vuoto.

Chissà se ci sarà speranza, un briciolo di speranza, che i locali siano riutilizzati e un nuovo esercizio commerciale riapra.

  1. crisi? si crisi di pagare le tasse. moltissimi esercenti chiudono perche’ adesso sono piu’ controllati e devono pagare le tasse che non hanno mai pagato o pagato solo in parte. siamo seri e diciamo la verita’ per quello che e’.

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