Affaire rifiuti, dieci anni
nel porto delle nebbie

<i>Affaire</i> rifiuti, dieci anni <br /> nel porto delle nebbie

La Corte di cassazione ha messo la parola fine alla realizzazione del termovalorizzatori in Sicilia, voluti dal governo Cuffaro, ed osteggiati dal successore, Raffaele Lombardo. La Regione siciliana, secondo la Corte, fece bene a non dare seguito al piano di smaltimento dei rifiuti scelto dal governo Cuffaro, le irregolarità procedurali erano esistenti.

Ma il piano di smaltimento e raccolta dei rifiuti del governo Cuffaro, cancellato dall’autorità giudiziaria, a distanza di dieci anni sopravvive, nonostante gli innumerevoli aggiustamenti e l’introduzione di ambiti di raccolta, variamente denominati. Il piano regionale di gestione dei rifiuti, proposto dall’assessore pro-tempre, il prefetto Giosuè Marino – governo Lombardo – non ha ancora ottenuto la Via (la valutazione di impatto ambientale), e quindi è come se non esistesse. Di conseguenza la politica di smaltimento e raccolta si ispira ai mega-impianti, pensati dal governo Cuffaro.

Si opera, dunque, in regime di emergenza. Proprio nei giorni scorsi la giunta di governo ha commissariato “i rifiuti”, affidandosi all’assessore competente, Vania Contrafatto, che gode della fiducia di Palazzo Chigi. Una sorta di “enclave” renziana nell’esecutivo di Rosario Crocetta, accettata con qualche mal di pancia.

Non si è riusciti a venire fuori dalla provvisorietà, si rincorrono i problemi quotidiani, affannosamente in mancanza di una visione generale del problema, e cioè obiettivi, strumenti, tempi, strutture, impiantistica eccetera. L’Unione europea non vuol sentire parlare più di discariche, e pretende che il sistema di raccolta differenziata le sostituisca secondo una ragionevole road map.

La Regione siciliana si è di fatto commissariata per potere disporre di un finanziamento del governo nazionale, destinato all’emergenza, per evitare l’esplosione del problema con conseguenze drammatiche. Le discariche non reggono più, sono insufficienti, non sono gradite alle popolazioni che insistono nell’area e si trovano costantemente nel mirino dell’autorità giudiziaria, cui compete il controllo ambientale di legge. Ogni giorno, una pena.

L’assessore Contrafatto assicura che il piano ci sarà, ma la questione da affrontare, osserva, non è solo quella delle discariche, ma la lentezza della raccolta. I comuni, a suo avviso, “non sono in condizione di garantire il servizio di raccolta”.

Le cose stanno così perché i soldi non bastano, gli enti locali si sono impoveriti (per tante ragioni), e il sistema di raccolta è diventato un’idrovora mangiasoldi, soprattutto laddove ci si aspetterebbe di conseguire risparmi, cioè nella gestione pubblica sostenuta da corposi finanziamenti. Gli Ato si sono trasformati in carrozzoni, e quel che è nato sulle loro ceneri non hanno impresso una svolta virtuosa, tutt’altro.

Oggi lo smaltimento confida su Bellolampo (costosissima e inaffidabile), Siculiana (gestita da privati, in difficoltà per l’esagerata immissione di rifiuti, 150 camion al giorno), Motta Sant’Anastasia e Grotte San Giorgio, siti che potrebbero essere chiusi dall’oggi al domani perché ormai saturi. I tempi di sopravvivenza di Sciacca non superano i tre mesi, Ragusa ancora meno, mentre i nuovi siti, Gela, Enna e Messina, saranno agibili fra un anno bene che vada, non prima. Situazione drammatica, dunque. Più che il commissariamento, servirebbe la bacchetta magica.

Le tre città metropolitane – Messina, Palermo e Catania – sono quelle che danno il cattivo esempio: la differenziata raggiunge il 6 per cento a Messina, il 10 per cento circa a Palermo e Catania. Il 90 per cento degli scarti urbani, stando all’indagine condotta dalla Cisl siciliana, finisce in discarica, ben 2 milioni e duecentomila tonnellate di rifiuti, che altrove sono preziosa materia prima, business. La Cisl suggerisce misure di sostegno alle imprese che producono bioenergia, poco più che una decina nell’Isola (2400 in Italia, 636 nella sola Lombardia). Con la crescita della differenziata, ricorda la Cisl, diminuiscono i costi pro-capite della gestione dei rifiuti.

L’investimento in bioenergia, legato alla differenziata, è un buon affare e costituisce lo strumento essenziale e per uscire dal tunnel. Il piano regionale di gestione dei rifiuti, avverte Confindustria Sicilia in un dossier consegnato alla Commissione d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, è la chiave di volta: “La mancata adozione dello strumento principe, il Piano, e la redazione dei piani da parte delle competenti SRR, come strumenti conseguenti e attuativi – denuncia Confindustria – determina una regolamentazione tecnica ed economica non univoca nella gestione affidata agli ARO e fa registrare comportamento differenti da Comune a Comune, rendendo impossibile una gestione integrata efficiente e sostenibile tanto dal punto di vista ambientale quando da quello economico”.

Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, una settimana fa ha affidato ad un quotidiano il suo scoramento. “Non ho avuto in mano nulla di concreto”, si è lamentato, “da tempo chiedo di avere il piano rifiuti”. L’assessore Contrafatto l’ha rassicurato, con lo stesso mezzo, annunciando che arriverà presto a Palazzo d’Orleans. Dopo essere passato dalla sua scrivania, naturalmente. Ma è la prima tappa, la scrivania dell’assessore, ancora incerta. Fosse ancora al suo posto di lavoro – l’assessore Contrafatto è stata pm alla Procura di Palermo – avrebbe gli strumenti di persuasione adatti, ma è passata dall’altra parte della barricata, il porto delle nebbie, dove tutto è più complicato.

  1. certo e che se non si fa capire all uomo comune che siamo una comunita e non un individualita per cert problemi ,si continuera sempre a- chi mi ni futti-.fino a che ci sara quella differenza di loro e noi sara sempre un campo di contrasti e no di collaborazione. alla fine siamo noi individui a doverci rendere conto che ogni azione rivolta per il bene della comunita e un bene anche per noi stessi. Lü stato,le regioni le province,i comuni le famiglie e noi siamo alla fine un organizazzione che dovrebbe funzionare, non per leggi di obbligo ma per cognizione di esserne parte attive in tutte le sue sfaccettature. Non la pensiamo tutti allo stesso modo ma siamo tutti nella stessa barca e se non collaboriamo affoghiamo

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  2. una città come Palermo, con i “cittadini” vergognosamente individualisti e sprezzanti del bene comune, merita di affogare nei propri rifiuti e annegare nel proprio percolato! Ma è così difficile fare una Legge Nazionale INDEROGABILE che sncisca che ogni Comune DEVE differenziare o smaltire a proprie spese i propri rifiuti entro i confini del PROPRIO territorio comunale?

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  3. Altro che 10 anni di ritardo per la raccolta rifiuti!!! Modena e Reggio Emilia iniziarono la raccolta differenziata nel 1972 quindi QUASI MWZZO SECOLO FA’ e noi stiamo ancora col 93% dei rifiuti che vannno in discarica. VERGOGNIAMOCI TUTTI : politici e cittadini di nesssun senso civico.
    Altro che fare turismo in queste condizioni….. e i 70.ooo cani randagi li vogliamo dimenticarte?
    Paolo Gulinello

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  4. Arrivano notizie della differenziata a Messina con punte al 75%. Perchè i comuni non garantirebbero il servizio di raccolta? Non siamo fessi, ed abbiamo capito già da parecchio tempo che i termovalorizzatori sono un affare soprattutto per le lobby industriali del nord, la milanese falk per esempio, che già pregustava un appalto di 5 miliarducci di euro per bruciare qui da noi tutta la spazzatura indifferenziata (anche copertoni) di tutto il sud italia (grazie per averli bloccati presidente Lombardo). Diciamo che ci vogliono riprovare, ma la cosa da chiedersi è questa: chi saranno i traditori siciliani, quelli che svenderanno il nostro diritto alla salute?
    Contraffatto sembrerebbe l’ascaro di turno, manovrata da Faraone, a sua volta manovrato dal duo renzi-del rio. Poi? Crocetta è già a disposizione degli interessi nazionali. Poi? La stampa: repubblica e il giornale di sicilia manco a dirlo…siciliainformazioni? già da un pò vedo il direttore Parlagreco tiepidino su temi infuocati e fondamentali per noi siciliani (vedi muos)…vedremo. La truppa berlusconiana manco a dirlo. Gli ambientalisti? tutti in silenzio qui in Sicilia, eccetto che per la sorte sventurata dei pesci all’ombra del ponte sullo stretto.
    Beh, la battaglia sarà ardua, ed il segnale dei nemici è stato chiaro: chi si mette di traverso pure questa volta farà la fine di Lombardo, subissato dalle informative dei ROS, quelli comandati dal generale Mori fino a qualche anno fa.

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