Utili idioti o mercanti diligenti? Blitz nei meandri di Palazzo dei Normanni

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Se Roberto Di Mauro, autonomista, ha ricevuto 37 voti, due più della maggioranza, e Gianfranco Cancelleri, pentastellato, ne ha ricevuto 27, sette in più del suo gruppo parlamentare, vuol dire che il centrosinistra, ancora una volta, ha votato per l’uno e l’altro, e cioè Sicilia Futura ha omaggiato dei suoi consensi, non indispensabili, il deputato autonomista, mentre il gruppo Pd in prevalenza ha fatto confluire i suoi voti su Cancelleri.

Questo episodio conferma ciò che sapevamo, che il centrosinistra non è affatto compatto, che Salvatore Cardinale, leader futurista, ha deciso di svolgere un ruolo di sostegno nei confronti del centrodestra, e che fra il M5S e PD c’è stato una specie di gentlemen’s agreement. Non chiamiamolo accordo di scopo, sia perché, come si sa, i grillini non vogliono nemmeno che si pronunci questa parola, sia perché si tratta di un episodio che potrebbe non avere storia. Non è affatto il caso di enfatizzarlo, dunque, anche in considerazione di un celebre precedemte di cinque anni or sono, quando l’intesa sul vice presidente vicario, Venturino, allora grillino, fece scrivere a tanti cronisti che la Sicilia aveva dato sfogo alle alchimie del suo laboratorio politico.

Nei giorni scorsi, tuttavia, è stata data notizia, confermata da entrambe le parti, che Fausto Raciti e Gianfranco Cancelleri si fossero incontrati, alla vigilia della seduta dedicata all’elezione del Presidente dell’Ars e del consiglio di presidenza. Quindi il pour parler c’è stato.

L’esito del voto per l’elezione dei due vice presidenti ha lasciato però fuori il gruppo parlamentare PD. Un risultato che non deve sorprendere perché il PD viene dopo la maggioranza, pur essendo il secondo gruppo dell’Ars, e dopo il M5S. Inoltre il centrodestra non ha posto deroghe alla scelta di offrire la vicepresidenza vicaria agli autonomisti di Raffaele Lombardo, che escono da questo partito – consensi, governo, consiglio di presidenza – certamente con un brillante risultato. Si sono fatti valere, eccome. Segno che fra Miccichè e Lombardo l’asse è molto saldo, e potrebbe costituire anche una spina al fianco di Musumeci nel caso in cui il Presidente esagerasse con le sue “rigidità”. E’ un’altra arma in mano a Miccichè, per contenere Musumeci, accanto a quella, robusta, dello scanno più alto dell’Ars.

Sapremo qualcosa di più mercoledì prossimo quando si completerà l’organigramma dell’Assemblea con l’elezione dei tre deputati questori e dei tre deputati segretar. In questa occasione avremo alcune risposte sulla dislocazione dei consensi assembleari.

Le vicepresidenze, è bene ricordarlo, erano disancorate dalla norma regolamentare che impone una presenza in consiglio di presideanza, se non in termini percentuali stretti almeno rispetosi della consistenza dei gruppi parlamentari. Il PD deve dunque necessariamente entrare nell’organismo di “governo” del Parlamento regionale, con due deputati, e altrettanti ne spettano al M5S (che però hanno già Cancelleri). Il gruppo pentastellato dovrebbe restituire la cortesia al PD, ad evitare sorprese.

E’ assai probabile che Sicilia Futura, forte (si fa per dire), di due deputati, conquisti un posto nel consiglio, magari nel collegio dei questori (addirittura la presidenza del collegio, ruolo di rilievo). Ove dovessero spuntare altri nomi, non concordati né sovrapponibili alle rappresentanze parlamentari, si potrebbero identificare i franchi tiratori dem, che tanta tensione e sconcerto hanno provocato nel partito di Matteo Renzi.

Ma è proprio questa circostanza a suggerire cautela sulle previsioni. Se il premio del “tradimento” fosse consegnato platealmente, ci troveremmo difronte ad una vera e propria scisssione nel PD, o comunque ad una stagione assai complicata nel già difficile contesto dem.

La sinistra, con il solo deputato Claudio Fava, potrebbe infine ritenersi più che soddisfatta ove il suo rappresentante, in solitudine, guadagnasse la presidenza della Commissione antimafia, che – stante alle volontà anticipate da Miccichè – dovrebbe abbandonare l’antimafia e acquisire l’Anticorruzione. La maggioranza potrebbe decidere di trattare con i guanti gialli Fava, riconoscendolo come contraltare politico del PD. Per evitare questo abbrivio, dunque, il PD dovrebbe decidere di dismettere una opposizione non dialogante. Cattiverie e pragmatismo vanno a braccetto in politica.

Mentre l’attività della Commissione, nata parecchi anni or sono, non è apparsa in grado di incidere sulle consuetudini di illegalità, il ruolo ha finora avuto il pregio di fare uscire dall’anonimato il suo presidente.

 

 

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