Dopo Nello Musumeci, Gaetano Armao è il secondo candidato alla Presidenza della Regione siciliana. La decisione è ufficiale, lo annuncia una nota che informa sulla prossima conferenza stampa di presentazione della candidatura.La cautela che Armao aveva mantenuto dopo la proposta che gli era stata fatta da una delle tre sigle indipendentista che lo sosterranno, è stata abbandonata, a quanto pare, e il professore ha scelto di gettare il cuore oltre l’ostacolo.
Non sarà certo il solo Musumeci il suo avversario. Partito Democratico e Forza Italia non hanno ancora scelto, mentre il M5S ha già scelto, ma deve attendere che si compia il rito della Rete, cui spetta di selezionare i candidati e decidere lo sfidante. Il terzo avversario di Armao, è scontato, sarà Giancarlo Cancelleri, nisseno, il primo dei coordinatori pentastellati di Palazzo dei Normanni.
I partiti hanno speso energie per le amministrative del capoluogo, perché l’appuntamento è più vicino, la primavera, mentre le regionali cadono in autunno, nel mese di ottobre, lo stesso mese in cui si svolsero nel 2012.
Nel Pd non è cambiato niente rispetto a qualche mese fa, i più quotati sono, sulla carta, Davide Faraone e Rosario Crocetta, ma il secondo ha perso qualche punto nella corsa a causa di una disavventura della quale non è direttamente colpevole. Un sondaggio lo inchioda nel posto del meno amato dei governatori italiani. I sondaggi non ci raccontano la verità rivelata, ma fanno “scrusciu” e regalano la testa della “vittima” sul piatto d’argento ai suoi avversari.
Ma torniamo ad Armao. Siccome fesso non è, tutt’altro, sa bene che l’indipendentismo sarà magari una gran cosa, ma non ha ancora appeal. L’indipendentismo entra nel ventaglio delle opposizioni, fra le più dure e risolute e quindi, deve competere con il Movimento 5 Stelle e, restando nel campo del centrodestra, con il drappello di “Noi con Salvini” guidato in Sicilia da Attaguile e Pagano. Il professore aspira, naturalmente, a diventare il candidato del centroidestra, area nella quale si schiera il soggetto politico che mette insieme autonomisti, sicilianisti e indipendentisti, nato dalla proposta di Sicilia Nazione, del Fronte Nazionale Siciliano e del Movimento per l’Indipendenza della Sicilia. Sa bene tuttavia che il cammino è irto di ostacoli. Il suo nome non è stato nemmeno sfiorato dai big del centrodestra. Gianfranco Miccichè ha gettato sul tavolo alcune carte (il trapanese D’alì, la siracusana Prestigiacomo e il catanese Pogliese). E’ un trittico valido. Il primo possiede le risorse necessarie, la seconda le relazioni altolocate e Pogliese i consensi: se queste “qualità li avesse uno solo di loro sarebbe fatta. Ma non è così.
C’è da fare i conti con Nello Musumeci, che non indietreggia di un passo con il suo Movimento (“Diventerà Bellissima”), dopo avere dato quel che poteva nel 2012, quando dovette affrontare Miccichè, fuoco amico, oltre che Crocetta. La coalizione di centrodestra avrebbe buone canches se riuscisse a trovare la quadra, presentando un solo candidato, ma allo stato attuale questa prospettiva appare ancora lontana.
Armao complica ulteriormente le cose? Non crediamo. Il professore è duttile, capisce fino a che punto può muoversi ed al momento giusto, ne siamo certi, assumerà la decisione per lui migliore. Di sicuro non rinuncerà a far correre la lista indipendentista, sulla quale tuttavia, si allarga l’ombra di Siciliani Liberi, dove c’è un altro professore, Massimo Costa, leader indipendentista anche lui, che ha fama di resilienza e risolutezza.
C’è infine da segnalare lam presenza, molto soft, di Roberto Lagalla. Indipendente, ma non indipendentista. Una mina vagante, che pur non essendo accreditato in alcuna area politica, come da copione viene inserito nella stretta cerchia dei finalisti nella corsa alla candidatura. Centrosinistra o centrodestra? Più centrosinistra che centrodestra, in data odierna.
Tra i vari nomi penso che l’unico che possa avere una certa credibilità sia il Prof. Lagalla, persona integerrima, di grande spessore culturale ed esperienza. L’unico che può contrapporsi al M5S seriamente sul punto critico del M5S che è, a mio avviso, la competenza. In caso contrario penso che l’ascesa al potere dei pentastellati sia già scritta.
Il progetto politico di Armao no mette insieme il fronte Nazionale Siciliano, il Movimento per l’indipendenza della Sicilia e Sicilia Nazione. Mette insieme solo i 3 presidenti dei 3 movimenti, che, con un atto di grillismo estremo, hanno deciso tutto guardandosi bene dal far conoscere e partecipare i militanti. Ora che il pacchetto è pronto, compreso, probabilmente, il percorso post primarie che Armao farà dopo averle perse, chiederanno ai militanti di trasformarsi in pecore elettrici.
Ancora una volta i sogni degli indipendentisti finiscono in mani malvagie.
Armao si candiderebbe con qualsiasi parrocchia, ha un ego sconfinato, ma con lombardo ha esaurito le sue ctances, ora che lo conosciamo…..
Carissimo Direttore Parlagreco, ex socialista, ex amico dell’on.le Salvo Andò, ex direttore del Cerisdi, adesso anche indipendentista? Ami Armao, che fesso non è, dici, che se ne fotte se giudico gli indipendentisti magari non fessi ma poco intelligenti, e questo lo dico io. Tutti, talmente intelligenti da non pensare, come te, alla Revisione dello Statuto che doveva essere al primo punto del loro programma. Nessuno lo fa, se è per questo, né Musumeci (perseverare è diabolico), né tantomeno Giancarlo Cancelleri (poverino) e di sicuro gli altri che verranno. Per la Sicilia, di sicuro, il successo è assicurato. Non penso che mi pubblicherai perché anche tu hai amato tanto la Sicilia, nonostante Andò. In fondo di socialismo non c’era un bel nulla. Cordiali saluti,salvomarino (mar6@live.it).