Cielo senza uccelli, mare senza pesci e uomini senza parola: l’ingiuria ha attraversato i secoli e Gela l’ha sopportata. Era una menzogna, bastava alzare gli occhi verso l’alto e vedere stormi di rondini compiere le loro vertiginose giravolte nel cielo.
O osservare il golfo nelle notti d’estate per scoprire centinaia di “lampare” intente a pescare sarde nel mare generoso di pesci. La parola? I gelesi l’hanno rispettata quanto gli altri: molto, poco e niente.
L’ingiuria blasfema si è trasformata, tuttavia, in anatema negli anni Sessanta, quando l’Agip ha realizzato la piccola raffineria al porto rifugio. È cambiata lentamente, ma inesorabilmente, ogni cosa. Il porto-isola ha “imbracato” una fetta del golfo, il boschetto di Bulala è stato raso al suolo per ospitare il grande stabilimento petrolchimico. Le torri per le emissioni degli scarichi sono state innalzate al cielo facendo fuggire gli uccelli, l’acqua del lago Biviere e del fiume Gela è stata per un lungo tempo prosciugata per “raffreddare” gli impianti. Il mare ha accolto quel che arrivava dal mostro di acciaio e gli scarichi delle petroliere che lavavano le loro taniche in rada sversando ogni cosa nel golfo.
La spiaggia, con il suo arenile, lungo centinaia di metri, è scomparsa in poco tempo. E con la spiaggia gli alberi che accompagnavano le strade di accesso alla città, scheletriti dai gas di scarico. Inutile alzare gli occhi verso l’alto, e le rondini non volteggiavano più in cielo.
Mare senza pesci, cielo senza uccelli, dunque.
Anche gli uomini sono diventati senza parola. Non i nativi, però. Gli altri, venuti con il vento del Nord, che hanno rubato: dicono una cosa e ne fanno un’altra, promettono e non mantengono, annunciano e deludono.
E dopo avere cambiato tutto – la natura delle cose e i pensieri degli uomini – credono di potersene andare come gli ospiti di un party. Salutando chi resta con un cenno della mano.











Non e’ vero come l’intercettazione di Crocetta, vero e’ che e’ stato permmesso che tutto cio’ accadesse.
Dimenticate: politici senza palle, corrotti e venduti
quanto amaramente vero!! quanta delusione, io che ho conosciuto Gela quando ancora era un ridente paesino di pescatori e contadini!! Quante speranze, quanta delusione, l’anelito di un futuro migliore, la speranza di affrancarsi dalla povertà, anche se dignitosa, invece delinquenza, malattie, soprusi, droga, sfruttamento senza freni e senza scrupoli ed ora…… un calcio in culo e la rovina, l’avverarsi della maledizione “cielo senza uccelli, mare senza pisci, omini senza parola e senza dignità.
Dove sono state le Istituzioni e la politica in questo mezzo secolo?