(da Giovanni Burgio)
Martedì 8 maggio, al Noviziato dei Crociferi alla Kalsa, Palermo ha conosciuto il piano che nei prossimi anni regolerà il trasporto pubblico urbano. Un grande sistema tranviario che collegherà alcune periferie al centro città, sfiorando, e in alcuni punti attraversando, i quattro vecchi mandamenti del Centro Storico. Un progetto pensato, concepito e fortemente voluto dal sindaco Leoluca Orlando e dalle sue passate e attuali giunte comunali.
Le linee progettate sono sette. La A, che in qualche modo è la prosecuzione di quella già esistente dalla Bandita alla Stazione Centrale; continuerà lungo via Roma fino allo Stadio. Da qui partirà la E, che attraversando viale Strasburgo e lo ZEN arriverà a Mondello. Mentre in via Lanza di Scalea i binari si divideranno per raggiungere Sferracavallo con la linea G. La B, già costruita da Borgo Nuovo-CEP a Notarbartolo, proseguirà fino al mare a piazza Giachery. La C, anche questa per metà già esistente, dalla Circonvallazione scenderà fino a Orleans, per proseguire fino alla Stazione Centrale. La D, partendo da Orleans, attraverserà Falsomiele per arrivare a Bonagia. L’ultima, la F, da piazza Giachery farà tutto il lungomare fino in via Lincoln, dove risalirà alla Stazione Centrale.
I soldi subito disponibili sono 200 milioni, e serviranno a completare le due linee già esistenti B e C, e a costruire per intero quella nuova A che dalla Stazione Centrale arriverà allo Stadio. Ma è proprio quest’ultima tratta che ha dato fuoco alle polveri di chi è contrario al sistema tramviario. La A, partendo da una via Roma pedonalizzata, avrà due rotaie che si biforcheranno all’altezza di via Cavour, dove un solo binario proseguirà verso piazza Sturzo, via Marchese di Villabianca, piazza don Bosco, piazza Leoni, viale del Fante, per arrivare alla rotonda di piazza Giovanni Paolo II. Quì s’inverte il senso di marcia e si torna da via Croce rossa, via Libertà, via Ruggero Settimo; si gira in via Cavour, e all’incrocio con via Roma si riprende il doppio binario verso la Stazione Centrale. Su questo percorso di ritorno, via Libertà, nell’asse centrale che da piazza Croci va al Politeama sarà pedonale; ma anche via Ruggero Settimo sarà libera dalle auto. Via Libertà solcata dal tram, già da tempo ha fatto gridare allo scandalo, allo scempio, al “viale più bello del mondo” definitivamente rovinato da un sindaco testardo e presuntuoso. Niente è valso contro-argomentare che a Vienna è già così da sempre, che a Parigi alberi e tram sono un solo paesaggio, che in tutta Europa antico e contemporaneo, progresso e natura, non hanno nulla d’incompatibile, e anzi creano estetica e piacevolezza, arte e dinamismo. E comunque è tutto il sistema tramviario che è stato messo in discussione, non tenendo conto di alcune elementari considerazioni. Prima di tutto il basso costo e celerità dei lavori a confronto dei prezzi elevatissimi e tempi biblici per la costruzione di una metropolitana sotterranea (basta vedere come sta procedendo l’iter per il Passante Ferroviario e l’Anello). Poi, il percorso ben visibile e in alcuni punti protetto riservato al tram, fa sì che ogni 15 minuti una vettura passi dalle fermate; frequenza impossibile da rispettare per i bus elettrici che rimarrebbero imbottigliati nel traffico automobilistico. Terzo e più importante risultato: la forte riduzione della circolazione privata, con l’abbattimento dell’inquinamento e l’accresciuta vivibilità. Probabilmente chi continua a sottovalutare il tram non ha mai viaggiato sulle tre linee già esistenti, non abita nei quartieri già serviti dagli splendidi vagoni, non vuole pensare a un diverso modo di muoversi e spostarsi. Non immagina nemmeno cosa potrebbe essere via Libertà attraversata da moderni e silenziosi treni, passeggiata da pedoni in sicurezza, pedalata da biciclette leggere e veloci.