
Niente viaggio in treno per il tour di Matteo Renzi in Sicilia. Il leader del Pd non ha viaggiato sulle rotaie, come anche lui ha ammesso, per lo stato delle infrastrutture nell’Isola. “Abbiamo evitato di portare il treno del Pd sui binari siciliani per non aumentare i disagi dei pendolari”, ha dichiarato Renzi. “Le infrastrutture nell’Isola – ha aggiunto – devono migliorare”. “Quando ero al Governo – ha ricordato – abbiamo messo un sacco di soldi per le infrastrutture, solo che i cittadini non li vedono. Vedono solo i cantieri in ritardo, spesso a causa della burocrazia. Credo che il tema delle infrastrutture sia prioritario in Sicilia”.
Il segretario del Pd Matteo Renzi, arrivando alla scuola Giovanni Falcone, nel quartiere Zen di Palermo, si è fermato, insieme alla dirigente scolastica Daniela Lo Verde, dinanzi al busto del giudice oggetto quest’estate di un atto vandalico e subito restaurato. Ad accompagnare l’ex premier il sottosegretario alla Salute Davide Faraone. Presenti anche il segretario regionale del Pd Fausto Raciti, nell’occhio del ciclone dopo i risultati delle
Regionali, e il segretario provinciale Carmelo Miceli.
“Sono molto contento di avere iniziato questa tappa palermitana ascoltando i ragazzi di Addiopizzo, per me era la prima volta in questo bene confiscato, strappato alla
criminalità organizzata”. Così, il segretario del Pd Matteo Renzi, dopo l’incontro con l’associazione di Addiopizzo a Palermo. “Un intero popolo che non paga il pizzo è libero – dice ancora Renzi – e noi pensiamo che particolarmente oggi, ventisei anni dopo le parole di
quella intervista a Samarcanda di Libero Grassi, e il giorno dopo gli arresti avvenuti a Palermo, c’è la necessità di continuare a insistere per la lotta per la legalità e contro ogni tipo di mafia”. E conclude: “Questo incontro è servito per prendere degli appunti nel nostro
viaggio che stiamo facendo nel paese ad ascoltare”.
“L’incontro con Alice Grassi è stato per me, dal punto di vista personale, molto importante perché mi ricordo l’intervista resa da suo papà mentre io ero, sedicenne, un giovane
studente di liceo. Quindi, per noi quella famiglia rappresenta un pezzo di storia del nostro paese, non solo della vostra città”. Lo ha detto Matteo Renzi dopo avere incontrato, nella sede di Addiopizzo a Palermo, Alice Grassi, la figlia di Libero Grassi, l’imprenditore
ucciso da Cosa nostra il 29 agosto del 1991. “E’ stato utile ascoltare Alice ma anche i ragazzi di Addiopizzo per prendere un po’ di appunti e di considerazioni”, ha detto. Ad accompagnare il segretario del Pd anche Salvo Nastasi, collaboratore di Renzi, che ha organizzato l’incontro.
Rosario Livatino è “un’altra figura che mi è rimasta particolarmente nel cuore”. Così, Matteo Renzi, prima di lasciare la sede di Addiopizzo a Palermo parlando della visita che farà domani mattina ad Agrigento, nel vecchio Palazzo di giustizia, nell’ufficio che fu del giudice ‘ragazzino’ che venne ucciso da Cosa nostra mentre si recava al lavoro.
“Renzi non si reca alla scuola Falcone di Palermo per fare passerella ma per ascoltare gli studenti, i genitori, gli insegnanti e il dirigente scolastico impegnati nella lotta quotidiana per affermare i principi di legalità. Le strumentalizzazioni politiche le lasciamo agli altri. Noi affrontiamo temi concreti vicini alle esigenze del territorio”. Così il capogruppo del Pd al Consiglio comunale di Palermo Dario Chinnici replica alle dichiarazioni del consigliere di Sinistra Comune Giusto Catania che aveva invitato il segretario del Pd ad approfittare della sua visita per chiedere scusa dei danni provocati alla scuola con la legge 107.
“Vorrei dire al consigliere Catania – aggiunge – di lavorare insieme per lo sviluppo e il sostegno o dei tanti progetti di legalità e di inclusione portate avanti dalle tante scuole di frontiera palermitane, invece di fare polemica sterile per ottenere qualche riga sui giornali”.