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Unità speciali sul Mediterraneo
a difesa delle coste siciliane

Unità speciali sul Mediterraneo <br> a difesa delle coste siciliane

L’Isis subisce sconfitte sui teatri di guerra. Deve cercare una via di fuga e insieme far sapere che non è affatto stata seppellito dalle bombe americane, dalle forze speciali della coalizione e dai miliziani libici lealisti. La via di fuga è la Libia, una testa di ponte al confine con la Tunisia. Il certificato di esistenza in vita potrebbe essere un’azione eclatante che ridia smalto ai tagliagole. Per questa ragione è stata presa in considerazione anche la possibilità di scorribande sul Canale di Sicilia, presidiato dalle navi della Marina Militare Italiana, che svolgono sia un compito di vigilanza, quanto di aiuto ai profughi.

Il rischio alto d’infiltrazioni di combattenti islamici tra i profughi è stato preso in considerazione ed è stata costituita una task force in grado di impedire ogni iniziativa ostile. E’ una nuova unità speciale, poche decine di uomini super addestrati, fucilieri della Marina Militare, che operano nel Canale di Sicilia ed al largo della costa libica.

Si teme infatti che battelli jihadisti possano arrivare sulle coste italiane, in Sicilia soprattutto, mimetizzandosi fra gommoni pieni di profughi. La task force è preparata ad affrontare natanti ostili, jihadisti armati o intervenire nel caso in cui una nave commerciale sia stata abbordata e sequestrata.

L’unità speciale è composta da truppe d’assalto anfibio, organizzate in funzione antiterrorismo, e opera in collegamento con gli incursori del ComSubIn che operano a loro volta in contatto con i servizi segreti.

Le truppe speciali sono in grado di operare in spazi angusti in qualunque condizione di mare. Intervengono in spazi ristretti e sono coadiuvati dai sottomarini classe U-212 impiegati nell’operazione «Mare Sicuro» e dagli elicotteri. Sono soldati dei «Boarding Team» del 2° Reggimento San Marco, il fronte avanzato dell’antiterrorismo italiano che agisce nel tratto di mare tra la Sicilia e l’Africa, a difesa della frontiera Sud dell’Europa.

  1. Incredibile ma vero. Per far continuare e facilitare l’invasione d’immigrati c.d. profughi, scendono nel Canale di Sicilia anche le navi da guerra, ovviamente con tutte le spese a carico dei cittadini contribuenti, ancora per poco.

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