Volano parole grosse a Palazzo dei Normanni. Il clima si è fatto incendiario quando è stato richiesto il voto segreto da alcuni parlamentari sulla riforma delle province, il recepimento della legge nazionale che porta la firma di Delrio. Spara a maglie incatenate Concetta Raia, parlamentare regionale del PD a proposito del voto con il quale l’Ars ha approvato la norma che prevede la automatica coincidenza dei sindaci dei capoluoghi con i sondaci metropolitani: “E’ finito il teatrino di alcuni parlamentari ipocriti e ‘ricattatori che da un lato dicevano di sostenere la Delrio, ma dall’altro si sono attivati per bocciare la norma stessa. Purtroppo per loro è andata male”. La trappola del voto segreto non è scattata. E’ a questo che si riferisce la deputata dem.
Filippo Panarello, anche lui parlamentare regionale del PD, è sulla stessa lunghezza d’onda. “Il fatto che alcuni deputati del PD abbiano sostenuto la richiesta di voto segreto apre un grave problema politico da discutere nel gruppo e nel partito. Le opinioni sono tutte rispettabili, ma ci sono comportamenti scorretti che non possono passare sotto silenzio”.
“Se non si vuole affossare definitivamente l’Autonomia siciliana, la madre di tutte le riforme è la revisione del voto segreto all’Assemblea regionale siciliana”, aggiungono poi, in una nota congiunta, il presidente nazionale dell’Udc Gianpiero D’Alia e il segretario regionale del Pd Fausto Raciti. “Per troppo tempo – aggiungono i due – il ricorso al voto segreto è stato un espediente per affermare piccoli interessi a discapito del bene comune”.
“La votazione sul recepimento della ‘norma Delrio’ è stata l’ultima triste conferma di una pratica mortificante che ci auguriamo prima o poi venga limitata secondo le norme vigenti e le prassi applicative del Parlamento nazionale”, concludono D’Alia e Raciti.
Gettano acqua sul fuoco Alice Anselmo e Giovanni Panepinto, presidente e vicepresidente del gruppo PD all’Ars. ““Finalmente la riforma delle Province è completa: si chiuda una fase segnata da troppe incertezze, adesso inizia nuova stagione per i sei Liberi Consorzi e per le tre Città Metropolitane”.
“Un risultato – concludono Anselmo e Panepinto – al quale abbiamo lavorato da tempo e che assicura certezza amministrativa e garanzie per i dipendenti. Ora tocca allo Stato erogare le risorse destinate agli enti di area vasta”.
Il vertice del gruppo parlamentare Pd “glissa” la questione. Non una parola sulla baruffa fra parlamentari e sulle parole grosse volate prima e dopo il voto. Che lascerà una traccia nella maggioranza, come si evince dai propositi bellicosi di qualche deputato dem.











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