Se c’è un luogo deputato allo “scopone”, questo è piazza Indipendenza, a Palermo. In qualunque stagione dell’anno, giorno dopo giorno, se il tempo è clemente, Piazza Indipendenza ospita tavoli improvvisati di “scopone”, che vedono impegnate persone di una certa età.
Alle partite assiste una piccola folla in silenzio. Gli spettatori partecipano in silenzio ed alla fine della partita commentano la “mano” decisiva della gara. La conversazione talvolta si fa veemente, perché sugli errori – veri o presunti – e sulle “uscite” positive si dibatte a lungo e ci si confronta.
I tavoli sono rabberciati alla meglio, un legno poggiato sulla panca di marmo, delle sedioline portate da casa. Tutto molto spartano. E sullo sfondo i Palazzi del potere, Palazzo dei Nomanni, sede dell’Assemblea regionale siciliana, e Palazzo d’Orleans, sede della Presidenza della Regione.
I giocatori di scopone vivono in un altro mondo, lontani mille miglia dall’uno e dall’altra. E’ probabile che qualcuno di loro non sappia nemmeno che cosa si faccia nei due Palazzi. I turisti attraversano i tavoli dispone per recarsi a Palazzo dei Normanni e danno talvolta una sbirciatina, incuriositi. Ma è un breve indugio.
Lo scopone è un gioco molto siciliano, snobbato o considerato, talvolta, come un gioco minore rispetto al bridge ed altri giochi di società. Incontra grande credito nelle fasce di popolazione a reddito basso e fra le persone anziane, ma non ha nulla da invidiare ai giochi “intellettuali”, perché non basta essere fortunati per vincere, ma ci vuole ragionamento e buona memoria, a meno che la sorte non sia sempre e comunque da una parte e svantaggi l’altra in modo pernicioso. E’ probabile che si scommetta, ma si tratta di cifre irrisorie, che non vengono condivise con gli spettatori. Gli spettatori non scommettono, si limitano a partecipare alla “filosofia” della partita, interrogandosi continuamente sulla migliore giocata. Viene permesso a chiunque di guardare le carte di un giocatore, nessuno si sognerebbe di tradire la fiducia di coloro che sono impegnati nella partita.
Qualche volta nei giardini di Piazza Indipendenza viene anche praticato il tressette o la briscola, ma è lo scopone che può contare su una autentica dedizione. Attorno ai tavoli si rispetta il silenzio, perché i giocatori abbiano modo di concentrarsi meglio, è un forma di rispetto verso lo scopone oltre che verso le persone che giocano e non devono essere distratte.
I giardini, tuttavia, non sono affatto un luogo tranquillo: la piazza è quasi costantemente invasa da folle che protestano. Proprio di fronte l’ingresso di Palazzo d’Orleans ci sono le tende di coloro che mantengono viva la protesta giorno e notte, talvolta per molti giorni, come accade nelle aree antistanti i palazzi delle istituzioni un po’ovunque.
Se lo scopone è diventato un gioco all’aperto, lo si deve anche alla carenza di luoghi di socializzazione. Una volta c’erano i circoli dei civili e delle maestranze, dove si giocava a ramino (nei primi) e a scopa, briscola e tressette nei secondi. Nessuno sembra sentire questa assenza. Piazza Indipendenza è diventata per quanti si godono il meritato riposo dopo una vita di lavoro, la seconda casa, il luogo del tempo libero e della buona conversazione con amici e conoscenti. Un’oasi, in definiva, nel caos della metropoli.











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